Fra meno di una settimana, il 20 il 21 Settembre prossimi, si voterà per il nuovo Consiglio Regionale della Toscana, un un clima – a me sembra – che ha in parte del surreale. Stando agli ultimi sondaggi usciti prima del loro “silenziamento” elettorale, coloro che dichiarano che andranno alle urne sono un po’ più del 50% (complice, io credo, anche il timore di contagio causato da possibili assembramenti per la pandemia di CoviD-19). Circa una persona su due si dice sostanzialmente soddisfatta dell’operato della Giunta uscente ma, quando si tratta di dire per chi si ha intenzione di votare, ecco che i campioni si dividono in parti grosso modo equivalenti, con i due principali contendenti – Eugenio Giani per il Centrosinistra e la leghista Susanna Ceccardi per il Centrodestra – che sembrano poter contare su stimate forbici di consenso in parte sovrapposte, a segnalare una partita ancora aperta.
La vera domanda è come sia possibile che, in una terra di tradizioni riformiste e progressiste, culture politiche tanto diverse – la prima basata sui principi dell’apertura e dell’inclusione nei canali della cittadinanza, su quello della solidarietà come condizione di convivenza civile (nel vero senso vero della parola: civiltà) fatta di diritti ma anche di doveri, su patti sociali fra produttori e sulla valorizzazione dell’associazionismo dal basso; la seconda invece rabbiosamente ispirata alla paura del “là fuori”, qualunque cosa sia questo “non conosciuto” (mercati, innovazione, competizione economica, stili di vita e usanze consuetudini differenziati) – paiano oggi in qualche modo equivalersi.
È – io credo – una questione di ragioni ma anche di alibi. Pur restando al vertice di tutte le classifiche in tema di buon governo e di correttezza a trasparenza istituzionale, di qualità ambientale e sociale della vita di persone e comunità, di servizi socio-sanitari e assistenziali diffusi ed efficienti per chi si trovi in momenti di bisogno, la Toscana – terra di imprese produttive vocate all’export, di turismo e di cultura – ha risentito non poco del lungo periodo di crisi economica iniziato fin dai primi degli anni Duemila e ora riaggravatosi a causa della pandemia. Come in ogni altro territorio italiano, la gente sente la necessità di un cambio di passo che consenta di fronteggiare sfide ancora adesso poco immaginabili ma ben presenti e avvertite in tutta la loro gravita.
Si tratta però anche di alibi, perché – nei momenti di difficoltà e di apertura rischiosa verso il futuro – è antica consuetudine umana reagire d’istinto, di pancia, scegliere la strada personalmente più conveniente e meno costosa, guardare a salvarsi nell’immediato scordando il senso della responsabilità verso gli altri interessi in gioco e verso quelli delle generazioni a venire. Quando ci si sente a rischio di insicurezza, si tende, con buona pace di sé stessi, a pensare a breve termine, senza considerare le ricadute che questa logica di corto respiro – dimentica di quanto costruito a vantaggio dei tutti – potrebbero avere nel tempo nel complicare i problemi anziché nel provare a risolverli saggiamente.
Tutto ciò è l’esatto opposto della civiltà che mi fa sentire, sin nel profondo, un Toscano (con la maiuscola). Non è solo una questione di linguaggio, di educazione, di tatto e di rispetto dell’altro, di schifo che provo di fronte alla derisione e allo sminuimento delle ragioni dei miei interlocutori e dei miei avversari. No. È invece un modo di pensare, un modo di essere, di sentirsi in relazione con gli altri, e di aver la consapevolezza che gli altri, con cui entrare in relazione, io non posso avere la presunzione né la protervia di poterli scegliere, di poterli selezionare. Me lo hanno insegnato De Gasperi, Don Sturzo, Terracini, Ingrao, Berlinguer, Moro, Anselmi, La Pira, Don Milani, Padre Balducci, per non fare che qualche nome dei grandi Maestri che ho avuto. “Un vero Statista – diceva uno di loro, parafrasando un antico detto pellerossa (“decidi valutando quali ricadute la tua decisione potrebbe avere fino alla settima prossima generazione”) – è quello che pensa ad agire più per le generazioni future che per quelle attuali”.
Non mi interessa dunque se Giani sia affabile o scontroso, se paia empatico (è in gran parte questione di carattere, ma il carattere di un uomo non si esaurisce mai nella sola empatia) o un po’ distante, se dalle foto appare affidabile o poco convincente (odio i selfie). Ha, nel suo programma di governo, una scala di priorità che sono esattamente quelle che la Toscana, da qui al 2030, ha bisogno per proiettarsi nel pieno del XXI secolo, dopo di me: potenziamento della territorialità dei sevizi; loro co-progettazione, co-programmazione, co-gestione insieme al Terzo settore e a tutti gli attori, pubblici e privati, che innervano il territorio, in una logica partecipativa di coinvolgimento dal basso; infrastrutture integrate, materiali e immateriali; investimenti nella digitalizzazione,, nella formazione professionale (oggi cruciale canale di cittadinanza attiva) e nella progettazione europea. E so che la politica è compromesso, ma che compromesso non vuol dire affatto compromissione. So dunque che con lui, le misure per realizzare questi obiettivi saranno discusse, contrattate, co-decise e alla fine, responsabilmente, decise. Ma che lo saranno però – questo è importante – in una prospettiva non immediatamente utilitaristica ma strategicamente di lungo termine.
Io credo che chiunque, domenica e lunedì prossimo, debba prima di tutto andare a votare: le elezioni toscane – proprio per il modello di civiltà sul quale si svolgono – hanno un enorme valore in sé ma lo hanno anche sulle sorti della cultura democratica – sì, democratica! – dell’intero nostro Paese (si badi: non parlo di tenuta o meno del Governo in carica). Ma credo che, nel decidere a chi dare il proprio voto, si debba riflettere su quel lascito di Civiltà che abbiamo ricevuto in eredità e che in eredità lasceremo ai nostri figli e ai loro figli. Non mi importa a quale lista di Centrosinistra si dia il proprio consenso. L’importante è che lo si dia senza nascondersi dietro i propri alibi.
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