Salvini sogna un grande prestito alla patria (a tassi alti), mentre i grillini rifiutano sdegnosamente i prestiti europei (a tasso zero). Vogliamo fare da soli, è lo slogan dei populisti-sovranisti. Come se avessimo i soldi per fare da soli. Come se avessimo un progetto per spenderli utilmente. Noi che non riusciamo neppure a spendere i fondi strutturali europei. Noi che sperperiamo miliardi in nazionalizzazioni suicide (Alitalia, acciaio, autostrade), assistenzialismo dilettantesco (navigator), controriforme pensionistiche (quota 100). Tutto a debito, ovvio, cioè tutto sulle spalle dei giovani.
Un quadro desolante. I grillini hanno la testa piena di ideologismi infantili ma pur di non mollare la poltrona firmerebbero un patto con Belzebù. I leghisti, che dovrebbero rappresentare l’impresa produttiva del Nord, sono nelle mani di un leader dalla vista sorprendentemente corta.
Ma chi legittima il vuoto politico del Paese (anche agli occhi dell’Europa) è il Pd, cioè un partito che si vorrebbe socialdemocratico e liberale, e invece asseconda in tutto e per tutto i giochi effimeri dei grillini, l’immobilismo furbesco del Grande Trasformista e, indirettamente, la demagogia ottusa della destra. Un partito che finisce per essere il garante di questa Italia sull’orlo del collasso produttivo e del default finanziario. Cioè il garante del fallimento.
Forse, se Pd e Italia Viva non si prestassero a reggere la coda ai populisti-sovranisti, la lotta politica potrebbe risorgere, il Parlamento potrebbe essere riattivato e, sì, le urne potrebbero essere riaperte. Forse sarebbe possibile spiegare all’opinione pubblica quel che sta accadendo. Forse bisognerebbe avere più fiducia nel cervello degli italiani.
(questo articolo con il consenso dell’autore è stato ripreso dal blog www.ragionepolitica.it)
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