Tutti partecipiamo ogni giorno al contratto sociale ma raramente ci fermiamo a rifletterci. Eppure i contratti sociali modellano ogni aspetto della nostra vita, compreso il modo in cui alleviamo i nostri figli e ci impegniamo nell’istruzione, cosa ci aspettiamo dai nostri datori di lavoro e come sperimentiamo la malattia e la vecchiaia. Tutte queste attività impongono di cooperare con gli altri per il reciproco vantaggio, e i termini di tale cooperazione definiscono il contratto sociale nella nostra società e la conformazione delle nostre vite.
Leggi e norme sono alla base di queste interazioni quotidiane. In alcune società, il contratto sociale si basa maggiormente sulle famiglie e sulle comunità per il sostegno reciproco; in altri, il mercato e lo Stato giocano un ruolo maggiore. Ma in tutte le società ci si aspetta che le persone contribuiscano al bene comune quando sono adulte in cambio di essere assistite quando sono giovani, vecchi o incapaci di prendersi cura di se stesse.
Il mio interesse per i contratti sociali è nato dal desiderio di comprendere le cause che stanno alla base della rabbia che si è espressa di recente in nella polarizzazione della politica, nelle guerre culturali, nei conflitti in materia di disuguaglianza e razza così come nelle tensioni intergenerazionali sul cambiamento climatico. Il malcontento è diffuso. Quattro persone su cinque in Cina, Europa, India e Stati Uniti ritengono che il sistema non funzioni per loro e nella maggior parte delle economie avanzate i genitori temono che i loro figli vivranno in condizioni peggiori rispetto a loro (Edelman 2019).
La pandemia ha fatta emergere in quanto ha colpito i più vulnerabili – gli anziani, i malati, le donne e coloro che hanno lavori precari – le esistenti disuguaglianze più dure ed esacerbate
Gran di questa disaffezione deriva dal fallimento dei contratti sociali esistenti nel soddisfare le aspettative delle persone sia in termini di sicurezza che di opportunità. I vecchi accordi sono stati infranti da forze diverse, comprese quelle il cui impatto complessivo sulla società è stato positivo. Questi includono il cambiamento tecnologico, che sta rivoluzionando il lavoro, e l’ingresso di donne sempre più istruite nel mercato del lavoro, venendo così ad interferire con la loro capacità di prendersi cura gratuitamente dei giovani e degli anziani. Guardando al futuro, l’invecchiamento della popolazione significa che dovremo trovare nuovi modi per assistere gli anziani mentre il cambiamento climatico ci obbliga a lavorare con maggior impegno per rendere il mondo sostenibile dal punto di vista ambientale.
La buona notizia, tuttavia, è che è possibile un nuovo contratto sociale in grado di soddisfare il bisogno di sicurezza e di opportunità richiesto dalle persone, affrontando anche le sfide che interessano la società nel suo insieme.
Questo nuovo contratto sociale si fonda s tre pilastri: sicurezza, rischio condiviso e opportunità. Cosa implica in pratica?
Sicurezza
I mercati del lavoro sono diventati più flessibili e il lavoro informale è ormai una caratteristica comune della vita sia nelle economie in via di sviluppo che in quelle avanzate. Sempre più spesso siamo soli nella società: i lavoratori si assumono il rischio in termini di quanto percepiscono di reddito, quante ore lavorano e come fronteggiano la malattia o la disoccupazione. L’equilibrio si è spostato troppo in direzione della flessibilità per i datori di lavoro a scapito della sicurezza per i lavoratori.
Ogni società può fissare un livello di reddito al di sotto del quale nessuno può scendere. Ciò può essere ottenuto tramite programmi di trasferimento di denaro nelle economie in via di sviluppo o di crediti d’imposta per i lavoratori a basso salario nelle economie avanzate. Quanto meno le società dovrebbero garantire l’accesso a un pacchetto di assistenza sanitaria di base e ad una pensione statale minima per prevenire l’indigenza in età avanzata. Il congedo per malattia, l’assicurazione contro la disoccupazione e l’accesso alla riqualificazione dovrebbero essere forniti indipendentemente dal tipo di contratto di lavoro. Nelle economie in via di sviluppo, ciò significa portare più lavoratori nel settore formale; nelle economie avanzate significa imporre ai datori di lavoro di garantire il pagamento di questi benefici ai lavoratori flessibili. La conclusione è che tutti devono avere un livello minimo di sicurezza per una vita dignitosa.
Condivisione del rischio
Troppi rischi nella nostra società sono sopportati dagli individui quando sarebbero gestiti in modo più efficiente da altri o collettivamente. La flessibilità richiesta dal datore di lavoro quando comporta di assumere e licenziare lavoratori a seconda delle condizioni di mercato è fattibile se ai lavoratori viene garantita l’assicurazione contro la disoccupazione e la riqualificazione fino a quando non trovano un nuovo lavoro. I rischi degli shock economici dovrebbero essere condivisi dai datori di lavoro e dalla società nel suo insieme e non dovrebbero essere attribuiti esclusivamente ai singoli.
Un simile riequilibrio dei rischi deve avvenire per quanto riguarda l’assistenza all’infanzia, la salute e la vecchiaia. Non è chiaro perché, ad esempio, i costi del congedo parentale siano generalmente sostenuti dai datori di lavoro quando finanziare la misura attraverso la tassazione generale creerebbe condizioni più eque per uomini e donne nel mercato del lavoro e sarebbe un onere minore per le imprese, in particolare quelle più piccole.
Allo stesso modo, molti rischi per la salute sono gestiti in modo più efficiente gestendoli con riferimento ad una vasta popolazione, motivando fortemente gli individui a contenere i rischi attraverso la dieta e l’esercizio fisico . Collegare l’età della pensione all’aspettativa di vita farebbe sì che le persone possano risparmiare abbastanza per la pensione. La sicurezza finanziaria nella vecchiaia può essere finanziata attraverso la tassazione generale piuttosto che collegarla all’occupazione come di solito accade, ma l’iscrizione automatica a piani pensionistici e assicurazioni per l’assistenza alla vecchiaia darebbe alle persone più sicurezza alla fine della loro vita.
Opportunità
Troppo spesso il talento viene sprecato perché alle persone non vengono offerte opportunità di avanzamento. In Danimarca, ad esempio, occorrono in media circa due generazioni perché una persona passi da un reddito basso ad uno medio; nel Regno Unito e negli Stati Uniti ne occorrono cinque; e in paesi come Brasile, Colombia e Sud Africa ci vogliono più di nove generazioni. Nella maggior parte dei paesi, l’architettura delle opportunità tende a mantenere indietro donne, minoranze e bambini nati da famiglie o in luoghi poveri.
Sfruttare i talenti di tutti non è solo una questione di equità; è anche un bene per l’economia.
Tuttavia, sfruttare i talenti di tutti non è solo una questione di equità; è anche un bene per l’economia. Ad esempio, un migliore utilizzo di tutti i talenti nella società spiega tra il 20 e il 40 per cento dei guadagni di produttività nell’economia degli Stati Uniti tra il 1960 e il 2010 (Hsieh e altri 2019). Invece di attingere a un bacino limitato di talenti composto principalmente da uomini bianchi, i cambiamenti nelle leggi e nelle norme hanno consentito ai datori di lavoro di scegliere da un bacino più ampio di competenze e abbinare le persone ai lavori più adatti a loro. Allo stesso modo, se gli “Einstein perduti” di oggi – donne, minoranze e persone a basso reddito – potessero innovare nella stessa misura degli uomini bianchi provenienti da famiglie ad alto reddito, il tasso di scoperte potrebbe quadruplicare (Bell e altri 2017).Come possiamo sfruttare tutto questo talento? Occorre partire subito: i primi 1.000 giorni di vita sono i più importanti per lo sviluppo del cervello. Intervenire durante questo periodo è il modo più efficiente per assicurare uguali opportunità e fornire le competenze fondamentali per l’apprendimento futuro.
Una nutrizione extra per i bambini in età prescolare e un aiuto alle capacità genitoriali contribuiscono anche a migliori risultati scolastici e redditi più alti più avanti nella vita. Ad esempio, in Giamaica, i bambini visitati solo una volta alla settimana da un operatore sanitario di comunità hanno guadagnato il 42% in più 20 anni dopo rispetto ai bambini che non hanno ricevuto tale sostegno (Gertler e altri 2014).
Tutti i giovani dovrebbero avere diritto all’istruzione e alla formazione e una dotazione durante tutta la vita per pagare lo sviluppo di competenze aggiuntive per quelle che saranno carriere lavorative molto più lunghe. Centinaia di studi sull’educazione degli adulti dimostrano come forti legami con i datori di lavoro, intervento in anticipo e finanziamenti permanenti possono mantenere le persone al lavoro e contribuire alla società.
Sebbene la maggior parte dei paesi abbia assicurato pari opportunità di istruzione per ragazze e ragazzi, le donne sono ancora svantaggiate sul posto di lavoro perché su di loro pesano circa due ore al giorno in più per lavori domestici non retribuiti rispetto agli uomini. Congedo parentale più generoso, finanziamenti pubblici per sostenere le famiglie e una più equa divisione del lavoro a casa consentirebbero un impiego migliore del talento femminile e permetterebbero a più persone di contribuire al bene comune.
E’ sostenibile?
Un nuovo contratto sociale non comporta tasse più alte, più ridistribuzione e uno stato sociale più grande. Si tratta soprattutto di riordinare e uniformare il modo in cui opportunità e sicurezza sono distribuite nella società. Ciò aumenterebbe la produttività e consentirebbe di condividere in modo più efficiente i rischi relativi alla cura dei bambini, alla salute, al lavoro e alla vecchiaia che causano così tanta ansia. Dobbiamo tassare le cose che di cui vogliamo fare a meno , come il carbonio e il fumo, e sovvenzionare le cose che vogliamo di più, come l’istruzione e un’economia più verde. Dare a tutti l’opportunità di utilizzare il proprio talento e dare un contributo riduce la necessità di una ridistribuzione dopo .
Un sistema internazionale che consenta una tale trasformazione è essenziale. Ciò significa garantire che le istituzioni finanziarie internazionali abbiano le risorse per aiutare le società a investire e sostenere i redditi minimi, l’istruzione e l’assistenza sanitaria. Significa anche regole migliori sulla tassazione globale in modo che le aziende paghino le tasse laddove si svolge l’attività economica a beneficio delle persone in cui operano tali società. Un tale sistema internazionale sosterrebbe l’economia globale con un contratto sociale che è sia efficiente che equo e quindi probabilmente più in grado raccogliere il sostegno dell’opinione pubblica.
BIBLIOGRAFIA :
Bell, Alex, Raj Chetty, Xavier Jaravel, Neviana Petkova, and John Van Reenen. 2017. “Who Becomes an Inventor in America? The Importance of Exposure to Innovation.” CEP Discussion Paper 1519, Centre for Economic Performance, London School of Economics.
Edelman Trust Barometer: Global Report. 2019. New York: Edelman.
Gertler, Paul, James Heckman, Rodrigo Pinto, Arianna Zanolini, Christel Vermeersch, Susan Walker, Susan M. Chang, and Sally Grantham-McGregor. 2014. “Labor Market Returns to an Early Childhood Stimulation Intervention in Jamaica.” Science 344 (6187): 998–1001.
Hsieh Chang-Tai, Erik Hurst, Charles I. Jones, and Peter J. Klenow. 2019. “The Allocation of Talent and U.S. Economic Growth.” Econometrica 87 (5): 1439–74
Con il permesso di IMF, pubblichiamo la traduzione del saggio “COSA DOBBIAMO GLI UNI AGLI ALTRI: Abbiamo bisogno di un nuovo contratto sociale adeguato al XXI secolo” di Minouche Shafik apparso su FD Finance & Development di IMF, Aprile 2021
Le opinioni espresse negli articoli ed in altri materiali sono propri degli autori; non necessariamente rappresentano le opinioni del suo Executive Board o delle politiche di IMF
Translation disclaimer: la responsabilità per ogni errore nella traduzione è imputabile esclusivamente al traduttore Luciano Pallini e a Solo Riformisti
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