Credo che il Padreterno ogni tanto ci mandi l’influenza affinché noi , convinti di essere cittadini del mondo e capaci di interpretare le ragioni di ciò che ci accade intorno, ci rendiamo conto che esiste una realtà virtuale che vive nelle nostre case, dentro la nostra televisione e che sferra i suoi attacchi nel pomeriggio; con una forza subdola, suggestiva, intrigante.
Dal mio divano, un po’ ammaccata dalla febbre, assisto su una rete pubblica a una trasmissione di cui ignoravo l’esistenza; l’ennesimo contenitore – pensavo – che ravana nel dolore della gente ma non manca di aggiornarci sui successi dei Ferragnez. Insomma, roba tutto sommato innocua. Pensavo.
A un certo punto però, viene mandato in onda un servizio che ho trovato allucinante: due genitori, di cui uno famoso, che hanno perduto un figlio, e un uomo che ha visto morire l’amore della sua vita. Entrambi dichiarano di essere in contatto con i loro cari, di ricevere segnali inconfutabili della loro vicinanza e presenza; il marito poi dichiara di non essersi accontentato di queste prove, e di aver spinto la ricerca nel mondo occulto della metafonia, accompagnato e assistito da un medium.
Con una probabile resipiscenza sulla delicatezza del proprio ruolo, la presentatrice al termine degli interventi, e dopo i saluti di circostanza, ammonisce sul rischio di affidarsi al mondo dell’occulto, popolato da persone pericolose e che si potrebbero approfittare di menti più fragili: ho visto davanti a me proprio quelle persone spesso sole, anziane, ammalate, per cui la televisione nel pomeriggio è la vera e spesso unica compagnia. Persone anche fragili, appunto, che potrebbero essere violate da quel servizio pubblico per cui paghiamo in bolletta l’abbonamento .
Voce del sen fuggita? Non so, ma penso alla proposta dei corsi scolastici di esorcismo, un ministro della famiglia che tuona sul ruolo della donna, sentenze che riportano a un codice penale plumbeo che credevamo di aver superato.
Sono eventi fra sé scollegati? Non so, ma la convergenza temporale denota la formazione alluvionale di una regressione culturale e ideologica che, uscendo di casa la mattina, a testa alta e con le mie (poche) certezze, ero certa che fosse ormai archiviata.
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