Servono gli assist per fare i gol. Chi l’ha detto: Andrea Pirlo? Francesco Totti? Veramente l’ha detto un giocatore di calcetto che non se la cava male nonostante i suoi 47 anni, ma che è più noto per essere stato sindaco di Firenze, presidente del Consiglio, segretario del Pd e oggi leader di Italia Viva.
E pensare che (quasi) tutti noi commentatori lo abbiamo sempre definito un egocentrico alla massima potenza, un po’ sbruffone e persino antipatico. Anche se capace di giocate geniali che possono ribaltare le sorti di una partita difficile: come quella di rimandare a casa Giuseppe Conte, quando i suoi sostenitori grillini e democrat volevano incollarlo alla poltrona di un terzo fallimentare governo.
Insomma, fu proprio grazie a Matteo Renzi che Mario Draghi arrivò a Palazzo Chigi per sistemare un paio di cosucce come la campagna vaccinale su vasta scala e la presentazione del Pnrr in sede europea. Ma questa è già storia ormai: caduto il governo Draghi per via del combinato disposto dei due o tre populismi all’italiana, è iniziata la nuova partita, quella elettorale; e le squadre si sono posizionate a destra e a sinistra della linea di centrocampo, secondo lo schema rigido del bipolarismo e del maggioritario annacquato.
Renzi, però, non ci sta a farsi trascinare nella battaglia campale tra guelfi e ghibellini, lettiani e meloniani, antifascisti contro postfascisti, europeisti versus sovranisti, milanisti contro interisti o se preferite romanisti contro laziali. Allora s’inventa la giocata del Terzo Polo: riformismo, moderato sì ma con grinta, liberalismo, atlantismo e, quindi, tutta l’agenda di Mario Draghi che di quelle idee è stato il campione sin dai tempi del “whatever it takes” alla Bce.
Inizialmente sembra che se la voglia giocare da solo la partita del Terzo Polo. E invece l’egocentrico Renzi, lo sbruffone Renzi e persino antipatico Renzi fa un passo indietro: e lo fa bello lungo. Chi l’avrebbe immaginato da uno come lui che aveva mandato Letta in Francia a fare il docente, Matteo Salvini a riprendersi la seggiola di semplice senatore e Giuseppe Conte a vedersela con Di Maio e Di Battista?
Passo indietro e insieme grande assist al nuovo arrivato nel Terzo Polo: Carlo Calenda. Non solo sigla l’accordo con il leader di Azione per le politiche del 25 settembre, ma addirittura lo vuole leader della campagna elettorale; al punto da mettere solo il suo nome nel logo sopra i simboli dei due partiti.
Calenda, sorpreso e un po’ commosso, ringrazia e ammette: “Devo riconoscere a Renzi una grande generosità nel fare ciò che lui ha definito un assist, affidandomi il ruolo di guidare la campagna elettorale come front runner”.
E così ora prende il via la partita per questa nuova creatura, che ancora non sappiamo come chiamare. Se sarà un buco nell’acqua o un successo lo vedremo a settembre. Ma un seme è stato gettato, e per i liberal-democratici e i riformisti questo è già tanto.
Elisabetta Lucariello
Grande articolo., come sempre!!!
Luigi
Desidero ringraziare Il Prof. Roberto Riviello l’autore dell’articolo in cui spiega in maniera lucida, dettagliata e cronologica i fatti e come venga definito un politico di grande valore e lungimiranza politica come il senatore Matteo Renzi. Voglio esprimere un mio parere: credo che il senatore Matteo Renzi sia stato il miglior premier negli ultimi trent’anni.