Col fatto che, come si dice, i magistrati sono i periti dei periti, capita che dovendo decidere su questioni complicate, per libero convincimento alcuni finiscano anche per dare torto a quei pirla di scienziati. Al punto, per assurdo, di stabilire che sulla Luna di acqua ce n’è in quantità anche senza chiedere ai rover della Nasa. Oppure che l’uomo deriva dalla zanzara e neppure per sogno è parente delle scimmie. Prendiamo perciò quello che sta realmente capitando con la Tunisia.
Come noto, il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale aggiorna di continuo il sito viaggiaresicuri.it per quanti abbiano bisogno di informazioni su tutti i quadranti del pianeta. Ci si trova di tutto: consigli per gli acquisti e specialità alimentari, pratiche burocratiche e sanitarie, indirizzi consolari e costumi locali, bellezze naturalistiche e monumentali, itinerari imperdibili e pericoli da evitare. Ogni paese ha insomma la sua carta d’identità, sempre fresca grazie ai rapporti quotidiani con ambasciate e interlocutori diplomatici.
Dunque cosa racconta della Tunisia il sito ‘viaggiare sicuri’? Dice che con la necessaria prudenza è un paese ospitale e visitabile, ricco di curiosità. Dice che è meglio stare lontani dai confini roventi di Libia e Algeria e anche che ogni tanto il terrorismo fa un brutto attentato. Però non dice che è un pianeta proibito. Anzi. Tra l’altro, di attentati se ne sente parlare di più in Francia. Eppure si continua ad andarci da tutto il mondo, né risulta che i francesi scappino in massa. Dunque se il problema è la sicurezza, anche in Tunisia si può vivere senza troppe angosce.
Del resto io stesso, come molti, ho amici che da quelle parti hanno casa. Sulla costa mediterranea per lo più. Craxi in esilio a Hammamet è storia vecchia. Oggi sono in gran parte pensionati che vanno a passare cinque o sei mesi all’anno in Tunisia perché è vicina e la vita costa assai meno che da noi.
Non solo. Il paese è pure una preziosa meta turistica da visitare in un week o in un viaggio di pochi giorni. La stessa Tunisi è ben collegata via aerea o dalle nostre navi da crociera e le agenzie italiane ricordano volentieri le tante meraviglie naturali, archeologiche e culturali del paese: il museo nazionale del Bardo e, non lontano dalla capitale, i resti di Cartagine, gli straordinari tesori della civiltà romana: dal colossale anfiteatro di El Jem (nella foto) capace un tempo di 30 mila spettatori, ai templi di Dougga e Sbeteila, al grande foro di Uthina, o in alternativa lo spettacolare deserto roccioso di Djerba dove George Lucas ha girato il suo epico Star Wars.
Stando a tutto ciò, la Tunisia è un paese frequentabile senza rischi eccessivi. Non è il paradiso, ma neppure l’inferno. È problematico, in crisi economica, assediato dall’integralismo islamico, però non mangiano i bambini, non lapidano le donne, non arrostiscono in piazza gli omosessuali, non sgozzano i turisti.
È vero che le primavere arabe sono presto sfiorite in autunni-inverni, ma se in Tunisia gli europei ci vanno in ferie e se lo stesso ministero degli Esteri dice che si può visitare, per quale misterioso motivo le Ong salvatrici di migranti devono rifiutare di sbarcarli a Tunisi, che è il porto più vicino a dove li hanno ripescati?
E in base a quale nobili criteri e informazioni i magistrati Apostolico & Company sentenziano che la Tunisia è terra insicura, con ciò potendo bypassare le norme e rimettere in circolazione perfino immigrati clandestini tunisini fermati dalla polizia e destinati al rimpatrio?
È chiaro, voglio dire, che le Ong non vogliono tanto salvare i migranti dal naufragio, quanto assecondare il loro desiderio di arrivare in Europa. E che certi magistrati non militano tanto in ossequio alle leggi della Repubblica, quando a favore dell’immigrazione incontrollata.
Biella bagarre si è creata tra toghe e governo. Nel senso che, evidentemente, alcune, in quanto periti dei periti, perfino in materia di situazioni all’estero pretendono di saperne più degli specialisti ministeriali.
Il che, pensandoci bene, diventa probabile solo a condizione di convincersi che l’uomo deriva della zanzara e che si sguazza nell’acqua anche sulla luna .
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