È un coro. I commenti sulla crisi di governo e soprattutto sull’iniziativa di Italia Viva che l’ha avviata sembrano, come si sarebbe detto una volta, fatti con il ciclostile. Tutti praticamente uguali e tutti, un po’ più o un po’ meno, sostanzialmente critici. Il comune denominatore è che è stato da irresponsabili aprire la crisi di governo in piena pandemia, a fronte di una triplice emergenza: sanitaria, economica e sociale.
L’Italia – si dice -non può stare, proprio ora, senza un governo nel pieno dei suoi poteri.
Ma è davvero così? Un governo non è un valore in sé. È un valore in relazione alle politiche che mette in campo. La domanda che dobbiamo farci allora è se le politiche del Conte II vanno nella direzione giusta, se sono o no idonee a farci uscire dalla triplice crisi che stiamo attraversando. Perché se vanno nella direzione giusta l’apertura della crisi è stata un errore, in caso contrario no.
Sul piano sanitario la risposta al Covid è stata solo difensiva e verte su due punti: le chiusure e i vaccini. Si poteva forse fare meglio ma sostanzialmente il governo italiano, trovandosi di fronte ad una situazione eccezionale e del tutto nuova, ha fatto e sta facendo quello che stanno facendo tutti in Europa. Non è così invece sugli altri due aspetti: quello economico e quello sociale dove le politiche non possono essere difensive ma devono essere, al contrario, offensive perché sono chiamate a dare risposte del tutto nuove e tali da permettere il rilancio del Paese.
Non è un caso che il piano europeo si chiami “Next generation”.
Qui il Conte II ha mostrato tutti i suoi limiti mettendo in campo, sul fronte economico, una politica assistenzialista e basata sui finanziamenti a pioggia, e scegliendo su quello sociale, la scuola, le nuove generazioni, di non fare praticamente niente o di fare scelte di facciata ed inutili come, ad esempio, i banchi a rotelle.
Se il Conte II, in nome della stabilità, fosse andato avanti, sarebbero andate avanti anche queste misure che sono dannose prima ancora che inutili.
Certo, sarebbe stato meglio se il governo avesse capito la situazione e avesse cambiato strada ma così non è stato e forse, vista la forte preponderanza nella maggioranza dei 5Stelle, non poteva nemmeno essere.
Per questo la crisi è stata utile e la soluzione che si sta prospettando lo sta dimostrando.
Il chiacchiericcio dei giornali, purtroppo si sta imponendo, nell’informazione, il modello di Novella 2000 e Cronaca Vera, si è concentrato sul contrasto personale Conte-Renzi o sui conflitti di personalità, ma Italia Viva con Renzi ha chiesto una cosa sola “Discontinuità” nell’azione di governo. Discontinuità nella politica economica, oggi basata sull’assistenzialismo, discontinuità nella politica per la scuola e i giovani, discontinuità nelle scelte per settori trainanti come il turismo e la cultura, discontinuità nella politica per la giustizia. Discontinuità e riforme, proprio quello che non si è visto nel Conte II e che per ora non si vede nemmeno nel piano che è stato preparato per l’uso dei fondi europei.
È presto per ipotizzare un possibile esito della crisi ma una cosa si può già dire. Il mancato reincarico a Conte e il mandato esplorativo al Presidente della Camera sono il simbolo della cesura con il passato. Con Conte o senza Conte, con le elezioni o senza elezioni (ovviamente meglio) la politica del nuovo governo non potrà più essere la stessa. Vedremo in che misura, minore o maggiore, ma già il solo fatto di cambiare direzione e marcia è un grosso passo avanti. Con la caduta del Conte II la politica basata su demagogia e populismo potrebbe essere arrivata al capolinea.
TOMMASO CAPARROTTI
Speriamo che Giancarlo abbia colto nel segno perchè siamo sull’orlo del capitombolo e l’Europa si sta sfarinando e non ci sosterrà in eterno…