Sembra una tautologia, ma per tornare a crescere deve riprendere l’attività economica. Per questo, tra le tante missioni che il Governo Draghi dovrà affrontare la più importante non è la redazione del Pnrr, la definizione di un’agenda di investimenti pubblici o l’avvio di una nuova stagione di riforme. Il principale obiettivo del nuovo esecutivo, e quello su cui dovrà essere giudicato, è l’organizzazione di una campagna vaccinale rapida ed efficace, che consenta di tornare a vivere una vita normale, anche dal punto di vista lavorativo.
E’ vero: la performance italiana è tra le migliori in Europa. Ma questo dipende dal fatto che il numero di dosi disponibili è stato finora limitato, livellando le capacità organizzative all’interno di ciascun paese. Tuttavia, l’esperienza di Stati extra-Ue (il Regno Unito, gli Usa, Israele) mostra che, a un certo punto, la scarsità delle dosi non sarà più un vincolo e, a quel punto, tutto dipenderà dalla qualità delle catene logistiche. E’ qui che il Governo Draghi può e deve segnare un cambio di passo, attribuendo a professionisti la responsabilità e fissando obiettivi chiari e ambiziosi.
Come suggerisce un documento predisposto da Sergio Abrignani per conto dell’Associazione Minima Moralia, la campagna vaccinale dovrebbe anzitutto fissare il target (possibile e credibile) di garantire entro giugno l’immunizzazione dei circa 15,9 milioni di persone vulnerabili (di cui 13,8 milioni di ultra-sessantacinquenni e circa due milioni di individui che hanno altre fragilità). I programmi di fornitura sono compatibili con questo obiettivo, anche limitandosi ai due soli vaccini più avanzati ed efficaci, cioè quelli prodotti da Pfizer/Biontech e Moderna.
Inoltre, andrebbero replicate le buone pratiche che stanno emergendo: quella del Lazio e della Lombardia. L’aspetto cruciale è quello di mobilitare ogni risorsa – fisica e finanziaria – per accelerare il processo di vaccinazione. Ciò include l’utilizzo estensivo di ogni spazio fisico disponibile (padiglioni fieristici, palazzi congressi, ospedali, palestre) in modo da ridurre al minimo l’esigenza di realizzare nuove infrastrutture; così come di ogni risorsa disponibile. Non pensiamo solo agli ospedali privati o agli ambulatori medici, ma pure dei luoghi di lavoro come luoghi in cui si ha diritto ad essere vaccinati. Solo mettendo la campagna vaccinale al centro dell’azione di governo si può pensare di tornare a una qualche normalità.
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