Prendo spunto dalla accurata e importante indagine condotta da PoienLab sui giudizi e su cosa si aspettano i pistoiesi in vista delle prossime elezioni amministrative per il futuro e le prospettive della loro città, per fare alcune considerazioni.
Dal mio punto di osservazione, quello del Sindacato, devo purtroppo rimarcare, che Pistoia è diventata sempre più marginale all’interno della Regione Toscana e della Toscana Centrale, ormai anello debole tra Firenze e Prato.
E’ necessario che la città recuperi il ruolo che le spetta, con un nuovo slancio che può e deve partire dall’amministrazione comunale – occorre recuperare una visione progettuale e di programmazione presente e futura – per fare tornare Pistoia competitiva, attrattiva e pronta per le nuove sfide che la attendono.
Questa è la precondizione per creare buona occupazione e per farlo è necessario attrarre investimenti produttivi da radicare nel territorio in maniera stabile e duratura, per determinare nuovi insediamenti. Non soltanto semplici acquisizioni di aziende ben avviate, come sta già avvenendo, spesso per mano di grandi multinazionali.
Il tema del lavoro diventa centrale, deve diventare l’obiettivo principale anche di chi amministra la città: mettere in atto tutti gli strumenti utili per portare occupazione di qualità a Pistoia.
Purtroppo oggi tutti gli indicatori ci pongono in fondo alle classifiche regionali.
Disoccupazione: ultimi dati 8%, ma la tendenza ci porta verso il 10%
Disoccupazione Giovanile: ben superiore al 40%, senza considerare gli inattivi e i Neet che sono in aumento
Disoccupazione Femminile: 9,6% – Part Time involontari in aumento pari quasi al 50% dello stock assunzioni.
Qualità occupazione e suddivisione settoriale: solo 1 su 10 con contratto a tempo indeterminato,
il resto dei lavoratori con contratti a tempo determinato, lavoro intermittente frequente, somministrazione e tirocini in forte aumento. Solo il 19% degli occupati in settori industria e manifatturiero, il 71% nei servizi con bassissimo valore aggiunto (soprattutto negli appalti), 10% edilizia e vivaismo.
Reddito e Pensione di Cittadinanza: La provincia di Pistoia ha la cifra più alta della toscana (numeri simili alle province del meridione), indice di impoverimento non solo reddituale ma anche sociale, educativo e abitativo.
Cassa Integrazione: milioni di ore autorizzate, con numeri poco ridotti rispetto ai periodi dei fermi produttivi dovuti alle chiusure covid
Media Addetti: sotto i 3 dipendenti
Gap tra aumento depositi e riduzione prestiti piu alto della Toscana: + 65% Erogazione credito alle microimprese: calo del 30,1%, maglia nera della Toscana.
Potremo definire la situazione del nostro sistema produttivo “terziarizzazione povera”, con aumenti della precarizzazione del lavoro.
Questi dati sono precedenti al conflitto russo-ucraino: la previsione è di un ulteriore peggioramento della situazione che, come spesso accade, è più marcato nei territori con maggiori fragilità e meno strutturati, quali quello pistoiese.
I fattori decisivi per rendere il nostro territorio attrattivo e competitivo, non sono poi molti, ma risultano determinanti, e tra questi non è tra i primi, come invece molti pensano la questione seppur importante del costo del lavoro. Sono invece:
Le Competenze Territoriali: cioè la relazione tra istruzione, formazione, ricerca e università e manifattura come motore di sviluppo e la valorizzazione delle eccellenze presenti nel territorio, a partire da Hitachi ed il distretto della meccanica ferroviaria, dal vivaismo e dalla manifattura di qualità.
IL Ruolo e l’efficienza della Pubblica Amministrazione, compresi i Servizi Pubblici Locali, che vogliono dire Governance, Servizi alle imprese e ai cittadini, Tariffe, Sedi territoriali e
Occupazione; la ricerca ed impiego delle Risorse del PNRR, ma soprattutto di quelle derivanti dalla Programmazione del prossimo settennato dei fondi strutturali europei ed una mappatura delle aree disponibili (Pubbliche/Private) determinante per attrarre nuovi insediamenti produttivi ma anche per Progetti di Rigenerazione Urbana, cablatura della città e progetti di cohausing e coworking.
Il Turismo e l’offerta culturale: non dimentichiamo che Pistoia è stata Città italiana della Cultura nel 2017, elemento identitario ed attrattivo, di cui va recuperato il ruolo di volano di crescita che avrebbe dovuto sviluppare i propri effetti per gli anni successivi come investimento per il futuro, potendo produrre benefici moltiplicativi su elementi determinanti per lo sviluppo economico e sociale del territorio facendo perno sulle eccellenze produttive che comunque ci sono, sul turismo, su quelle culturali, ambientali e del welfare.
Infrastrutture Materiali e Immateriali: il ritardo infrastrutturale e’ una leva su cui investire, così come sulla intermodalità, perché Pistoia avrebbe una posizione strategica, con la sua collocazione naturale tra la Costa e la Città Metropolitana, facendo parte di quella più ampia Toscana Centrale dove insiste il 60% del Pil regionale.
Va recuperato il ruolo determinante tra Pubblica Amministrazione/Scuola e Imprese (vedi esempio virtuoso, quale quello del corso di saldatura dell’Istituto tecnico industriale).
Occorre e deve diventare priorità politica avere un ITS strutturato nel nostro territorio, tanto più oggi che l’azienda Hitachi è rientrata nel Prime, perché rappresenta davvero una grande opportunità di lavoro e costituisce il segmento di formazione terziaria non universitaria.
Bisogna che il territorio ci creda e investa in maniera strutturale, attraverso Fondazioni, come avviene in molte altre province della Toscana.
La filiera della formazione, dell’istruzione e del sapere, insieme all‘efficienza pubblica e dei servizi
– cosi come il welfare – diventano strategici per favorire il sistema produttivo della nostra provincia. Rafforzare, arricchire e valorizzare la relazione strategica tra il sistema educativo ed il territorio, facendo perno sulle eccellenze produttive presenti, sul sistema culturale, ambientale e del welfare locale, per generare innovazione attraverso uno scambio di competenze e conoscenza da e verso il sistema educativo. Tutto questo deve diventare obiettivo primario anche in ottica regionale, per perseguire l’obiettivo del rafforzamento della transizione dalla scuola al mondo del lavoro.
E’ anche arrivato il momento di provare a chiudere il patto provinciale per lo sviluppo ed il potenziamento delle competenze, con la Regione Toscana – che si è sempre dimostrata disponibile – la Camera di Commercio e tutte le parti sociali, cosi come è già avvenuto in città quali Firenze, Prato e Livorno, dove il comune capoluogo ha avuto un ruolo propulsivo determinante, avendo come obiettivo primario quello di essere strumento per l’attuazione di una strategia condivisa di individuazione di priorità professionali e settoriali per lo sviluppo economico e sociale del territorio.
Quanto sopra risulta sempre più urgente, anche in virtù dell’ultimo rapporto Excelsior della Camera di Commercio PT-PO sul miss/match tra domanda e offerta di lavoro, nel quale emerge con chiarezza la difficoltà di reperire figure specializzate quando richieste, la richiesta dei laureati risulta sotto il 10% ed è presente una vasta richiesta (con una percentuale del 70%) di figure con basso titolo di studio e specializzazione.
In questo senso è importante il NUOVO PATTO PER IL LAVORO della Regione Toscana, definito in Tripartita Regionale e varato dalla Giunta regionale, che si fonda su politiche del lavoro e della formazione attuate a livello locale, in coerenza con i fabbisogni e le caratteristiche del mercato territoriale del lavoro che vede le politiche attive collegate strettamente al territorio per ragioni di maggiore efficienza ed efficacia. Questo patto si integra con il Nuovo Programma Nazionale per la Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL) e il Piano Nuove Competenze e con la Programmazione Regionale FSE 2021/2027, ampliando quindi i possibili strumenti di politica attiva e le tipologie di destinatari raggiungibili.
A Pistoia sono previste anche molte risorse – in prima battuta oltre 2 milioni di euro che rappresentano il 50% del totale – proprio in virtù della difficile situazione locale, determinate dalla combinazione di più fattori, quali il numero degli inattivi, numero dei disoccupati, lavoratori sospesi, dipendenti persi e imprese a rischio medio/alto.
Questo rappresenta un ulteriore elemento di sfida per il territorio per provare a invertire la tendenza.
A questo punto, occorre che chi a vario titolo, comprese le parti sociali, può influenzare le scelte di Politiche Pubbliche Locali, provi attraverso una pianificazione strategica ed una progettualità complessiva, che a partire dal ruolo determinante dell’Amministrazione Pubblica, abbia una visione ed una missione, per fare tornare Pistoia a recitare il ruolo che le compete dentro il motore propulsivo della Toscana Centrale.
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