Avrei preferito uno svolgimento diverso. Ma a me pare che l’accordo tra Pd, da un lato, e Azione-+ Europa, dall’altro, sia un qualcosa che riuscirà a influenzare questa campagna elettorale e perfino il risultato del voto. Meglio sarebbe stato che prima di cercare e trovare l’accordo con Letta, Calenda e Bonino ne avessero sottoscritto un altro con tutto lo sperduto mondo della cultura politica e della tradizione laica, liberale e riformista. Non, estenuanti trattative con sigle e siglette. Piuttosto una sorta di appuntamento per tutti (“stati generali” suonerebbe pomposamente ridicolo). Una chiamata a raccolta di un universo sperduto e attualmente senza una reale patria politica, per iniziativa di chi quanto meno già possiede un minimo di presenza organizzata: certamente Calenda e Bonino, ma anche Renzi, il PSI, probabilmente qualche altra piccola formazione e, soprattutto qualche personalità della cultura e delle professioni. In questa Convention, si sarebbe dovuto solennizzare la decisione di presentare una lista unitaria per la parte proporzionale delle elezioni del 25 settembre. L’incontro con il PD per l’accordo, necessario, nei collegi uninominali (un voto in più si vince, uno in meno si perde) si sarebbe dovuto svolgere successivamente. Non avere seguito questa strada, ha fatalmente messo in secondo piano ciò che doveva essere maggiormente sottolineato, nell’interesse dell’intera coalizione, più o meno larga che fosse: la presenza finalmente di un polo liberal-riformista, saldamente ancorato a valori euro-atlantici.
Ciò non toglie che gli elettori avranno tale opportunità il 25 settembre, accompagnata dalla consapevolezza che coglierla avrà effetti reali sull’esito del voto e non più di semplice testimonianza. Non sappiamo ancora se unita o, ancora una volta, purtroppo, divisa. Come sempre abbiamo fatto noi daremo sostegno a questi valori, ovunque sia collocato chi intende rappresentarli.
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