O si è riformisti oppure si è massimalisti o populisti, le due cose insieme sono un controsenso e non possono stare. Il Partito Democratico deve decidere cosa vuol essere e l’importante comune della cintura Fiorentina come Sesto Fiorentino dimostra che le due cose insieme non possono proprio stare.
Già era una contraddizione firmare lo stesso programma dopo cinque anni di durissima opposizione al sindaco di sinistra italiana (il Partito che definisce il governo Draghi: delle
banche e dei poteri forti). Già era un azzardo sotterrare anni di prese di posizione e rinnegare battaglie politiche pur di stare in maggioranza e giunta.
Nonostante tutte queste evidenti contraddizioni, sinistra e pd sono andati insieme alle elezioni di ottobre.
Dopo sei mesi di governo insieme alla sinistra della sinistra, i nodi nel Pd stanno venendo al pettine.
Sulla nuova pista dell’aeroporto, accorciata e indirizzata diversamente dall’ottimo lavoro del presidente Giani, la sinistra continua a dire solo “no”, mettendo in difficoltà un Pd che ovunque in Toscana dice “si”. Sulla tramvia, a sinistra, si chiede di fare un tracciato, mentre la regione ne indica un altro, e nel Pd non sanno che dire. Sul Museo della ceramica Ginori Sinistra Italiana attacca il governo e di fatto il ministro Franceschini e il Pd di Sesto rimane in assordante silenzio. Adesso arriva la stagione delle nomine nelle aziende comunali ed arrivano altri problemi e contraddizioni.
L’assemblea dell’Azienda Farmacie e Servizi Spa, società interamente controllata dal Comune di Sesto Fiorentino, ha confermato l’amministratore unico.
I due partiti di maggioranza si sono scambiati parole pesantissime sulla nomina fatta dal sindaco.
Leggendo “accusa” e “difesa”, Pd e Sinistra, ci chiediamo come sia possibile che governino, prendano decisioni, amministrino insieme. Ed è quello che abbiamo detto da sempre: Pd e sinistra non possono stare insieme perché hanno visioni, idee, progetti e programmi diversi. Riformismo e massimalismo non possono stare insieme. Non può bastare uno slogan, un manifesto, tre poltrone per far scomparire così tante differenze.
L’attacco del Pd e soprattutto la risposta della Sinistra, su una nomina, fa comprendere quanto questa maggioranza sia fragile e ambigua.
Pd: “…per scelte inappropriate della gestione aziendale, ci siamo ritrovati nel corso degli ultimi anni con una società con bilanci fragilissimi e in perdita e con una capacità di offrire servizi alla cittadinanza non all’altezza del suo ruolo”.
Sinistra: “stupore per la posizione del PD… Vogliamo credere che si sia trattato di un’incomprensione o di una svista, dovuta magari all’improvviso caldo o all’ora tarda, e non di un imbarazzato e singolare tentativo di reclamare qualche poltrona, disinteressandosi dei problemi e delle esigenze reali della nostra città”.
Al Pd in generale, e nello specifico al Pd di Sesto Fiorentino, chiediamo di essere riformista fino in fondo, coerente con le idee ed i programmi del governo nazionale di Draghi e quello regionale di Giani e di non inseguire le sirene massimaliste o populiste.
Maria Acomanni
Bravissimo.Gabriele!