Il prossimo giugno andremo a votare per rinnovare il Parlamento Europeo. Certo non una notiziona.. l’attenzione della politica, e del circo dell’informazione che ci gira intorno, è ossessivamente concentrata su questo appuntamento elettorale e di conseguenza anche il cittadino-elettore che guarda alla politica con poco o punto interesse sa bene che sarà chiamato alle urne (se poi ci andrà, è un altro paio di maniche). Il problema però è che il dibattito è quasi esclusivamente concentrato sugli aspetti di politica interna, lasciando sostanzialmente da parte l’oggetto delle elezioni e considerandole un mega sondaggio a fini appunto di politica interna.
Siamo uomini di mondo e ci rendiamo conto che è fisiologico, troppo ghiotta l’occasione di misurare i consensi “veri” di ciascun partito offerta dal meccanismo del proporzionale, soprattutto considerando le tensioni e le rivalità all’interno delle coalizioni e l’importanza vitale della consultazione per alcuni leader politici e il loro stesso futuro personale. È sempre stato così in passato, del resto, le Europee erano l’occasione per ricompensare qualche politico di seconda fascia o scomodo, spesso un trombato che era rimasto fuori dal Parlamento, oppure qualche esterno di grande popolarità in grado di acchiappare voti.
Eppure, mai come in questa occasione le elezioni Europee hanno un’importanza epocale in quanto tali. Perché gli eventi degli ultimi anni (non occorre neppure elencarli) hanno mostrato plasticamente quanto l’Europa (userò sempre questo termine per brevità in luogo del più proprio Unione Europea) come entità concreta, come soggetto politico, come attore nello scenario mondiale è non solo necessario ma, ci si passi il gioco di parole, è necessitato. Nel senso che l’Europa esiste, a prescindere dalla volontà dei suoi componenti, perché l’oggettiva insufficienza di ciascuno dei suoi componenti singoli fa sì che nel grande gioco della politica mondiale siamo un soggetto unico indipendentemente dalla nostra volontà. Ma se l’Europa è ineluttabile, addirittura al di là della possibilità di intervento dei suoi stessi cittadini, è assolutamente dipendente da questi quale Europa realizzare. Ed è per questo che le testate Luminosi Giorni e SoloRiformisti hanno ritenuto valesse la pena entrare nel merito. Esplorare temi europei che, lo ribadiamo, hanno un impatto decisivo (nel bene e nel male) nel nostro quotidiano, nella stessa struttura della società prossima ventura. Questa consapevolezza ci porta a pensare che la partita politica che si gioca il prossimo giugno avrà un’importanza persino superiore alle politiche nazionali. Sarà una partita verso chi guarda all’indietro; per non andare troppo lontano, vedasi le spaventose parole di Salvini (“Chi sceglie la Lega sceglie meno Europa: meno burocrazia, meno tasse, meno ideologia pseudo-green… serve più Italia”) e chi invece ritiene che sia indispensabile costruire (anche a prezzo di dolorose esclusioni) a un’Unione che abbia comune politica estera e una difesa autonoma. Nella consapevolezza che gli interessi europei non coincidono necessariamente con quelli di altri alleati. È l’unica strada per recitare nello scacchiere mondiale un ruolo da protagonista, per testimoniare i propri valori fondanti e non essere, prima volta nella storia dell’umanità, condannati a divenire periferia del mondo.
Abbiamo dunque chiesto a numerosi collaboratori ed a ospiti di intervenire con approfondimenti sui più svariati argomenti. Parleremo della vexata quaestio della coesistenza di un’identità europea e delle identità nazionali, e quindi di radici e valori comuni, delle chances e dei vincoli che l’Europa dovrà affrontare come soggetto politico nel contesto geopolitico globale Tenteremo, con un pizzico di temerarietà, di orizzontarci su materie impervie come le regole di bilancio, i meccanismi di funzionamento, il principio di sussidiarietà e infine proveremo a gettare uno sguardo sul futuro che ci attende, di come l’Europa potrà (e dovrà) affrontare i macrotrend della crisi demografica, dell’immigrazione, del cambiamento climatico.
Insomma, un pacchetto completo, con la modesta ambizione di fornire ai lettori uno sguardo aperto e consapevole sulle implicazioni della scelta che saranno chiamati a fare nell’urna elettorale. Con una precisa convinzione: che nascere e vivere in questa parte del mondo è un immenso privilegio. Nessun altro luogo del pianeta può vantare di aver fornito un contributo allo sviluppo della civiltà umana minimamente paragonabile a quello del nostro continente. In Europa sono fioriti il Rinascimento, l’Illuminismo, il Romanticismo, l’Espressionismo, in Europa si sono concepite le maggiori invenzioni tecnologiche, il giusnaturalismo e l’elaborazione teorica del contratto sociale e, ça va sans dire, la democrazia. Cerchiamo di esserne degni.
Buona lettura dunque e aggiungiamo l’invito, se riterreste di interagire, a scrivere in redazione. Saremmo lieti di pubblicare interventi dei lettori. Per SoloRiformisti c’è la possibilità di interagire sul sito, per Luminosi Giorni scrivete a info@luminosigiorni.it
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