Cinque anni fa ci furono le elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale di Pistoia. Per la prima volta nel dopoguerra il centrosinistra perse le elezioni e per sancire che fu svolta vera il nuovo capo dell’amministrazione, Alessandro Tomasi, ovvero il sindaco della città, fu nientemeno che un esponente di Fratelli d’Italia, ovvero del partito italiano più a destra. Una città da sempre di sinistra, un certo mattino si scoprì improvvisamente guidata dalla destra. Tra i cavalli di battaglia di Tomasi ci furono il mancato taglio dell’erba, la presenza di tre campi rom e la scarsa attenzione per gli impianti sportivi. Sono trascorsi da allora, appunto, cinque anni ed è curioso capire che cosa sia cambiato. E soprattutto se sui temi suddetti si sia lavorato con profitto. Che si sia fatto ben poco non è l’opposizione a dirlo, ma lo stesso Tomasi, il quale non perde occasione per dire di aver trovato una situazione disastrosa e di aver dovuto combattere contro la Pandemia. Due motivazioni che sono l’ammissione implicita di un fallimento. Abbiamo però deciso lo stesso di dare un’occhiata alla situazione. Il nostro viaggio nei campi sportivi comunali si è rivelato una sorta di incubo. Abbiamo iniziato dal campo sportivo Bardelli di Bottegone, o meglio quello che ne resta. Non è stato difficile entrare perché l’esterno è un colabrodo. L’unico ostacolo, si fa per dire, è guarda caso proprio l’erba lunga. Questa va detto è l’unica struttura sportiva abbandonata fra quelle gestite dal comune, nelle altre piene di problemi le Società dilettantistiche devono invece svolgere la loro attività obtorto collo. Tornando al Bardelli, dietro una vera e propria savana si intravedono le porte, le panchine e perfino gli spogliatoi. Sfidando rettili, topi e insetti decidiamo di entrare. Più delle parole valgono le foto, anche se non rendono del tutto giustizia alla realtà dei fatti e comunque descrivono ciò che si para davanti ai nostri occhi: spogliatoi vandalizzati, terreno di gioco con l’erba alta un metro e mezzo, tutto è spaccato e sporco, insomma una vergogna tanto più per una città nota per i rigogliosi vivai e famosa nel mondo per il verde.
Ci spostiamo nella non lontana Bonelle, qui ci giocano varie Società e la struttura era stata assegnata alla Uisp, che però dovendola gestire per un tempo breve non ha potuto investire, anche perché diverse aree della struttura presentano problemi di agibilità come l’ex zona bar e ristorazione, o una tribuna incatenata perché manca il collaudo da anni. Va riconosciuto all’Uisp di aver comunque evitato che Bonelle facesse la fine di Bottegone e perlomeno una attività, seppure con tutti i limiti è stata così garantita.
A Bonelle come accennato esiste la tribuna incatenata, che tanta curiosità e stupore crea alle squadre che arrivano da varie città italiane, una sorta di monumento all’inedia. Ma a Bonelle ci sono altri elementi di curiosità, per esempio un campetto di allenamento semi abbandonato, e due strutture sportive che sono considerate verde pubblico e quindi non messe a bando e gestite direttamente dal comune, ovvero un campo da tennis e uno per il calcetto che definire fatiscenti è un eufemismo. In extremis il Comune ha messo la struttura a bando (escluso i campo di calcetto e da tennis) concedendola al Capostrada per tre anni, una operazione recentissima, ma quello che lascia l’amministrazione in questo momento e come è stata negli ultimi anni è documentata da queste foto
Ci spostiamo a Pistoia Ovest. Qui ci sono due campi a undici uno in erba e uno in terra. Da anni la Pistoiese sogna un bando che consenta alla maggior società cittadina, fino alla scorsa stagione nei professionisti la concessione dell’area in cui far crescere la cittadella del calcio arancione e finalmente poter lavorare con più profitto sul settore giovanile sul modello di realtà vicine che possono contare su centri sportivi in cui poter svolgere una attività professionale. Ad oggi tale bando non ha visto la luce. Per la verità ciò non accade nemmeno con la precedente amministrazione, ma i cinque anni del cambiamento annunciato dalla amministrazione di centro detra non sono bastati a risolvere la situazione. A Pistoia Ovest non siamo riusciti a scattare foto, in quanto la recinzione della struttura è, almeno quella, un esempio di efficienza. I problemi agli spogliatoi, ai terreni di gioco e al resto comunque ci sono, tanto è vero che non sono mancate sanzioni da parte delle autorità sportive alle Società per le docce fredde o altre inadeguatezze.
Passiamo dunque al cosidetto centro sportivo del Legno Rosso, struttura posta a bando dal Comune ma andato deserto. La struttura un tempo fiorente appare in semiabbandono, nonostante i notevoli e lodevoli sforzi della Società Capostrada di renderla accogliente. Detto questo anche il Legno Rosso è una macchia all’immagine di Pistoia.
E dulcis in fundo, Pontelungo. Qui siamo “accolti” da una carovana di nomadi con alcuni camper e roulotte parcheggiati davanti all’ingresso che non fotografiamo per privacy. Non doveva la giunta di destra togliere i nomadi dalla città? È una domanda che ci sorge spontanea. In ogni caso ecco che cosa osserviamo di questa struttura, Non entriamo all’interno perché chiusa e quindi documentiamo quello che vediamo da fuori
Questo giretto a Pontelungo ci fa venire in mente che nella zona storicamente insiste una campo nomadi. Vediamo perciò se nei cinque anni la Giunta Tomasi ha provveduto a toglierlo e già che ci siamo facciamo un salto dietro l’ospedale e anche a Sant’Agostino. I nomadi sono ancora presenti e in alcuni casi vivono in zone adiacenti ad enormi discariche abusive. Non è possibile dire con certezza se i medesimi siano i responsabili di tali smaltimenti, ma di sicuro tali discariche sono una immagine di degrado e probabilmente di inquinamento. Ecco la prova fotografica.
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