Il capo del Cremlino ha certificato la grave debolezza politica e culturale della Russia nel momento stesso in cui ha pensato bene di mostrare i muscoli ai confini con l’Ucraina per impedire una possibile libera adesione di questo Paese all’alleanza atlantica. L’evoluzione culturale irreversibile dell’Europa del XXI secolo ha archiviato definitivamente l’idea che un Paese possa far valere i propri interessi schiacciandone un altro con la forza delle armi: il crollo dell’Unione Sovietica e del Patto di Varsavia, nel 1989, è avvenuto in conseguenza non di un confronto militare con l’Occidente, ma dell’incapacità di quel sistema politico-militare di mantenersi in piedi con la sola forza delle armi, avendo perso il confronto con l’Occidente sul piano del benessere, dell’equità, dell’efficienza delle amministrazioni, della libertà delle persone. Nell’Europa del XXI secolo l’egemonia non è più conseguibile con i carri armati e i bombardieri: la sola pretesa di una nazione di imporsi a un’altra con questi mezzi certifica la sua debolezza, la sua inettitudine a essere egemone; e la destina alla sconfitta. Vladimir Putin oggi pretende di nascondere sotto una pretesa preoccupazione per la sicurezza del suo Paese nei confronti di inesistenti minacce esterne il senso di frustrazione di tanti nazionalisti russi per la clamorosa quanto repentina perdita dell’egemonia su Estonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria, Romania, tutti Paesi “conquistati” dall’Occidente senza sparare un colpo. Egli mostra di non aver ancora capito bene che quella vera e propria débacle geo-politica, verificatasi alla fine del secolo scorso, è la conseguenza di una ben visibile migliore qualità dei sistemi democratici rispetto al sistema sovietico, i cui gravissimi difetti strutturali, dopo la caduta del Muro, sono stati corretti male e solo parzialmente. Ora l’epigono degli zar paga questo difetto di intelligenza con una ulteriore sconfitta nella prova di forza tentata (e destinata al fallimento) a spese dell’Ucraina.
(Questo articolo, con il consenso dell’autore, è ripreso dal sito www.pietroichino.it)
Giancarlo
Valutazione molto interessante e in gran parte condivisibile.
A volte però la storia lascia prevalere istanze egemoniche primitive, che ammazzano la modernità e la civiltà….
Le forze culturalmente più avvertite nelle regioni slave/balcaniche del vecchio impero austro-ungarico avranno molto da fare. Dovranno sconfiggere anche le frange primitive, ultranazionaliste che rilanciano memorie piene di odio, vecchie di secoli……Dopo l’89 hanno chiuso la parentesi comunista e ripreso il cammino ottocentesco…