È uscito per i tipi dell’Opificio Toscano di Economia, Politica e Storiadi Firenze, diretto dal prof. Piero Roggi (UniFI), il terzo volume della collana Storia economica, curata dalla professoressa Monika Poettinger (Bocconi), dal titolo “L’acqua potabile, che da quasi un secolo è argomento di lagni”. L’ingegner Celso Capacci e il dibattito sull’acquedotto di Firenze (1887-1918),a cura di Simone Fagioli e con saggi di Andrea Giuntini, Anna Giatti, Maria Beatrice Bettazzi e dello stesso Fagioli.
Il volume – che si avvale di un contributo per ricerca e stampa di Publiacqua S.p.A.,con una prefazione del presidente Filippo Vannoni – partendo dalla pubblicazione che l’ingegnere fiorentino Celso Capacci (1854-1929) fa nel 1918 del volume Acquedotti e acque potabili(Milano, Hoepli, 1918) ripercorre il lungo percorso, oggi quasi bicentenario, dell’acqua pubblica a Firenze, il susseguirsi di idee, progetti, parziali realizzazioni, scontri politici, che soprattutto dagli anni successivi alla Capitale (1865-1871) caratterizzano questo tema, prima di arrivare a impianti e strutture davvero moderni e funzionali. Il tema è trattato in chiave socio-politica, con approfondimento sia degli aspetti economici sia di quelli tecnici.
Il nucleo del volume è dato dal saggio di Simone Fagioli (Celso Capacci nel dibattito sull’acqua a Firenze e il volume Acquedotti ed acque potabili, 1918), ricercatore dell’Opificio Toscano di Economia, Politica e Storia e curatore del Fondo Celso Capacci, l’archivio privato appartenuto a questo rilevante ingegnere e geologo sul quale Fagioli ha pubblicato altri saggi – Vilfredo Pareto nella Toscana del secondo Ottocento. Un’antologia di scritti editi e inediti, a cura di S. Fagioli, Firenze, Fondazione Giovanni Spadolini – Polistampa, 2015; S. Fagioli,Eyes wide shut. L’ingegner Celso Capacci da Firenze alla World’s Columbian Exposition di Chicago (1893),in Viaggi fantasmagorici. L’odeporica delle esposizioni universali (1851-1940), a cura di A. Pellegrino, Milano, Angeli, 2019, pp. 113-136 – che attingendo all’archivio, con un ricco corredo di immagini e documenti inediti, ricostruisce i dibattiti a Firenze ai quali partecipa Capacci in merito sia all’approvvigionamento sia alla qualità dell’acqua, oltre a presentare estratti e analisi di relazioni, incontri, pubblicazioni, presentati all’Accademia dei Georgofilie altre istituzioni cittadine sia pubbliche sia private. Il saggio prende le mosse da un significativo articolo pubblicato nel 1905 dall’economista Arturo Jéhan De Johannis (A. J. De Johannis, La questione dell’acqua potabile a Firenze, “La Rassegna nazionale”, A. XXVIII, V. CXLII, 1 aprile 1905, pp. 515-534.) che introduce il lungo percorso dello sviluppo dell’acquedotto di Firenze – sua la frase “L’acqua potabile, che da quasi un secolo è argomento di lagni” che dà il titolo al volume – in chiave politica e economica (l’articolo è pubblicato integralmente nella sezione Documenti). Dal 1905, è ricostruito a ritroso, sino alla Restaurazione, e poi in avanti, sino al limite della Grande Guerra, l’accumularsi dei tentativi di dotare la città di un sistema funzionale e moderno di acqua pubblica, sia attinta da fonti lontane ma pure (le Apuane, le montagne di Pistoia, l’Amiata) sia prelevata, con lo sviluppo delle tecniche di potabilizzazione, dall’Arno, in un intreccio indissolubile di tecnica, scienza, politica, economia. Una parte del saggio, con documenti del tutto inediti, sempre dal Fondo Celso Capacci, è dedicata al progetto di approvvigionamento dal fiume Sieve (1857), sviluppato da Luigi Amadei e la ditta inglese R. Issel, iniziato a poi abbandonato, con gravi costi per il comune di Firenze. Un capitolo infine è dedicato al tema dell’acqua “buona” e sul dibattito pubblico sulla potabilizzazione e sulla qualità che percorre Firenze nel 1905. Completano il saggio di Fagioli l’analisi del volume di Capacci del 1918, una biografia sintetica dell’ingegnere e una sua bibliografia completa, pubblicata per la prima volta.
Il saggio di Andrea Giuntini (UniMoRe), che apre il volume (Servizi urbani, igiene e acqua nell’Italia liberale. Per una trasformazione degli stili di vita degli italiani), inquadra le infrastrutture di pubblica utilità, tra cui anche gli acquedotti, in una più ampia analisi della cultura igienista che si sviluppa in Italia e in Europa nella seconda metà dell’Ottocento, supportata da una nuova generazione di tecnici, gli ingegneri sanitari, che trattano anche il tema dell’acqua in una più ampia gestione dei servizi pubblici.
Maria Beatrice Bettazzi (UniBO) contestualizza l’ingegner Capacci in una articolata visione europea della professione, con rimandi a nuovi modelli storiografici per l’analisi dei professionisti, spesso lasciati ai margini della ricerca (Celso Capacci, ingegnere europeo).
Anna Giatti (Fondazione Scienza e Tecnica, Firenze) infine focalizza l’analisi su un tema specifico, quello dei contatori per l’acqua (Un aspetto cruciale nella distribuzione dell’acqua: i contatori), che Celso Capacci tratta a fondo nel volume del 1918 e che rappresentano un significativo progresso per un nuovo approccio, più democratico, alla distribuzione dell’acqua. Giatti tratta anche di due commissioni che per il comune di Firenze (1887 e 1905) decidono sulla scelta del miglior sistema di misurazione per gli impianti cittadini e dei dibattiti in merito a queste scelte con la famiglia Luder, già tecnici idraulici nel Granducato.
La sezione Documentioltre all’articolo di Arturo Jéhan De Johannis presenta la proposta Amadei – Issel del 1857 per l’acquedotto della Sieve (inedita, Fondo Celso Capacci); un articolo di Giuseppe Cavaciocchi del 1905 sullo scontro del comune con i Luder; due brani di Celso Capacci, uno tratto da una pubblicazione del 1912 (Ing. Capacci, Prof. Gasperini, Ing. Tognetti, L’acqua potabile in Firenze. Repliche alle osservazioni del Prof. Carlo De Stefani fatte alla Società Toscana d’Igiene nelle Adunanze del 19 Aprile e 3 Maggio 1912, Firenze, Tipografia e Libreria Claudiana, 1912, pp. 3-12) sulla qualità dell’acqua e il capitolo sugli acquedotti in Toscana dal volume del 1918.
Completano il volume una ricca e analitica bibliografia dei temi trattati e l’indice dei nomi.
“L’acqua potabile, che da quasi un secolo è argomento di lagni”. L’ingegner Celso Capacci e il dibattito sull’acquedotto di Firenze (1887-1918),a cura di Simone Fagioli, Firenze, Opificio Toscano di Economia, Politica e Storia, 2019. 188 pagine, illustrato, 15 euro.
Il volume può essere richiesto a Opificio Toscano di Economia, Politica e Storia, info@opificiotoscanoeps.it.
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