La vicenda che, nelle ultime ore, ha interessato l’on. Augusta Montaruli, sottosegretario di Stato all’Università, dimessasi dopo la condanna per peculato confermata dalla Corte di Cassazione e quindi resa definitiva a seguito dell’inchiesta sull’uso improprio dei fondi destinati al finanziamento dei gruppi consiliari del Piemonte tra il 2010 e il 2014, continua a tener campo.
E non per le parole improvvide ed alquanto gratuite pronunciate dall’on. Giorgio Mulè, in forte contrasto con la tradizione garantista da sempre professata in Forza Italia, quanto per la questione sollevata dalla stessa Montaruli nella sua lettera di dimissioni per la quale ha ottenuto encomi ed elogi: la difesa delle Istituzioni.
Tema delicatissimo e da maneggiare con molta cura!
“Ho deciso di dimettermi dall’incarico di Governo per difendere le istituzioni certa della mia innocenza” avrebbe scritto l’on Montaruli rimarcando in modo netto ed umanamente comprensibile, la propria innocenza.
Ma una cosa è gridare, legittimamente e con piglio, la propria incolpevolezza, altra cosa è farsi paladina della difesa delle Istituzioni. Questo infelice passaggio forse poteva essere, sinceramente, omesso.
Il rispetto istituzionale, che sta alla base di una vera difesa del valore supremo delle Istituzioni, si nutre di prudenza. In fondo l’on. Montaruli non poteva non sapere dei pronunciamenti a suo carico di primo e secondo grado. E la sua condizione avrebbe dovuto consigliare a tutti, Premier in testa, maggiore cautela nell’offrire e nell’accettare un ruolo di cotanta esposizione e rilevanza politico-istituzionale.
Del resto la difesa delle Istituzioni ha come retroterra il rispetto non solo della legge formale, come certamente è avvenuto, quanto anche della legge -in politica sostanziale- dell’opportunità.
La difesa della democrazia e con essa delle Istituzioni democratiche impone talvolta molto di più dell’assolvimento della legge, dell’osservanza scrupolosa delle norme. Per la difesa delle Istituzioni non solo si deve essere ma anche, si deve apparire inattaccabili.
Questa, ci permetta l’on. Montaruli, è la vera e reale difesa delle istituzioni. Le decisioni postume sono altro; certamente azioni nobili, riguardose ed estremamente utili ad una navigazione più solerte e autorevole dell’Esecutivo. Certamente atti politici da rispettare e da elogiare ma non certo -sia detto con rispetto- da salvatori della Patria.
Il “caso Montaruli”, come spesso si è definito in questi giorni, ha il merito di dimostrare palesemente all’intera classe politica, come la vera difesa delle Istituzioni si possa e si debba fare con dei saggi “no” preventivi, evitando uscite di scena fragorose e, sul lato personale, incresciose.
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