A pochi giorni di distanza dalla costituzione del nuovo governo e alla luce di tanta animosità nella polemica politica proviamo a riflettere in maniera quanto più serena possibile, “sine ira et studio” come auspicava un grande storico latino.
La nostra Costituzione si fonda sul principio che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti previsti dalla stessa Costituzione. Il Parlamento dura in carica 5 anni, per cui in tale arco di tempo le formazioni politiche che lo compongono hanno il dovere di verificare la possibilità di dar luogo a coalizioni di governo.
E’ ovvio che, se vi fossero solo due partiti o due coalizioni e il risultato elettorale fosse omogeneo tra Camera e Senato, vi sarebbe la naturale nascita di una maggioranza di governo.
Ma nel caso dell’esistenza di più di due coalizioni o poli politici, com’ è attualmente in Italia, tale automatismo si verificherebbe soltanto nel caso vi fosse una legge elettorale che assicurasse alla prima di tali coalizioni un premio di maggioranza tale da farle ottenere il 51% degli eletti in ciascun ramo del Parlamento.
Chi ha chiesto le elezioni anticipate ha richiesto preliminarmente una tale modifica della legge elettorale ?
No. Le ha chieste nella certezza che una diversa coalizione potesse vincere a un anno di distanza dalla nascita del nuovo Parlamento.
Se questo fosse il criterio da seguire sarebbe svuotata la funzione del Parlamento e la previsione costituzionale che le Camere stanno in carica 5 anni.
Le camere perciò vanno sciolte quando non riescono ad esprimere una maggioranza di governo e le maggiori formazioni politiche hanno il dovere politico (anche se non è un obbligo) di tentare accordi di governo, salvo pregiudiziali ideologiche insuperabili (si pensi alla pregiudiziale antifascista nella prima repubblica), pregiudiziali che in tutti gli stati democratici moderni non sussistono verso i partiti che condividono il sistema democratico e si confrontano in libere elezioni.
E perciò, entrando nel merito, i 5 stelle che si erano presentati con caratteristiche socialmente di “sinistra”, ma sul piano istituzionale con una forte carica di contestazione del sistema, hanno dato luogo a una maggioranza con la Lega, avendo in comune soprattutto tale secondo aspetto.
Dopo la crisi di agosto, aperta dalla Lega, era prima di tutto la formazione pentastellata onerata del dovere di verificare la possibilità, o di ripristinare la maggioranza di governo, o di proporne una nuova .
Ma anche il Pd, che all’ indomani delle elezioni del 2018 poteva ritenere opportuno sottrarsi a difficili intese con i 5 stelle, essendovi la possibilità di una convergenza Lega – 5 stelle, forze emergenti nel panorama politico italiano e prime onerate del “dovere” di tentare di dare un governo all’Italia , oggi non può sottrarsi a fare quel che la Lega fece dopo le elezioni dello scorso anno.
Ma una domanda : e la coerenza con quanto ognuno aveva detto in passato ?
Il più grande esempio di “coerenza” penso sia stato quello dato dal Partito Socialista Italiano (dominato dai massimalisti e con i riformisti in minoranza) nel 1921/1922 allorchè, di fronte alla difficoltà di creare un governo, riteneva di non potere dar luogo ad una maggioranza con i partiti borghesi, anche se democratici, per cui il fascismo si trovò la strada spianata anche da quella coerenza, che in tal caso coincise con integralismo e ottusità.
E infatti è vero che le situazioni cambiano, come è stato sottolineato in precedenti articoli.
Si pensi all’ emergere del tema ambientale, oggi molto più sentito di un anno fa e alla possibile sintonia tra Pd e 5 stelle : di fronte a tale considerazione, appaiono superficiali le affermazioni di chi scende in piazza gridando demagogicamente all’ inganno.
Certo che saranno i fatti a dover essere valutati, per cui non ci sono giudizi positivi validi in assoluto.
Diciamo anche che qualcuno ha sbagliato nel formulare giudizi e dinieghi drastici e soprattutto nelle polemiche personali. Ma qual era il vero obiettivo di Salvini ? E Renzi ha soltanto voluto spiazzare Zingaretti ? E Di Maio e il suo ruolo nei 5 stelle ?
E l’ Europa che comanda e fa soffrire gli italiani ?
Credo sul primo punto che dovremmo provare a valutare le vicende sotto il profilo politico e male ha fatto chi si è fatto condizionare da polemiche personali o di basso livello.
E sul secondo dovremmo riflettere sul fatto che dopo tante contestazioni (anche opportune) alle politiche europee, con la elezione del nuovo parlamento europeo e della nuova commissione può rivelarsi utile per l’ Italia passare ad un’ azione di “governo”: ed in tal senso si sono comportati in Europa i 5 stelle per cui la “politica” condotta su linee di fondo e obiettivi di interesse generale da perseguire non può trovare il Pd disinteressato a tale svolta.
Da ultimo si rifletta sul fatto che anche negli altri paesi europei di fronte a risultati elettorali che provocano situazioni di “stallo ” i partiti abbandonano le contrapposizioni preelettorali per elaborare accordi su punti concreti che consentano la governabilità (vedi Germania) oppure vi sono procedure complesse per cui il Parlamento viene chiamato ripetutamente a verificare la possibilità o meno di trovare tali accordi, prima che si proceda al suo scioglimento e ad elezioni anticipate (vedi la Spagna).
Ma vanno tentate intese tra le forze parlamentari e non si convocano le elezioni seguendo i sondaggi del momento.
Ed in Italia questo sta avvenendo ed è sui temi concreti che dobbiamo esprimerci.
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