Una delle caratteristiche di Milano, come ci dice la sua storia antica e recente, è la capacità di ripresa dopo ogni caduta: quando le ferite sono state profonde, le difese immunitarie si sono sempre riattivate proprio sul terreno economico, sociale e culturale.
Milano migliore di prima della pandemia dunque? Certamente possibile anche perché i cambiamenti avvengono per due ragioni, o si impara abbastanza da desiderare di cambiare o si soffre a tal punto che si è obbligati a cambiare. Qualunque sia il motivo, la campagna elettorale che ha da poco preso avvio, sobria secondo uno stile tutto meneghino e lontana dai toni della capitale, deve tener conto dei cambiamenti cui Milano aspira, con lo spirito di chi si sta ridefinendo più che con l’ottimismo della volontà, con quello della responsabilità, ossia l’attitudine tipica dei milanesi di non lasciare ad altri il proprio destino, creandoselo con misura, cuore in mano e tanta voglia di lavorare.
Del resto, le lezioni della pandemia sono valide anche per la nostra amata città. Riassumendo: la prima lezione è certamente quella della fragilità: il milanese si è sempre percepito come parte di un sistema globale vivendo la metropoli come l’esempio massimo, più innovativo e perfetto di proiezione nel mondo. Non sapevamo e non potevamo che concepirci come aperti al mondo, pezzi di un sistema globale fatto di relazioni e di interconnessioni capaci di permetterci uno sviluppo futuro sempre possibile. La seconda lezione è quello della complessità: la pandemia ha eliminato l’idea di una politica dell’istante, quella degli slogan da social network; gli elettori hanno capito perfettamente che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi. Le parole d’ordine fondamentali che avevano trascinato alla vittoria il Movimento 5 Stelle e la Lega nelle elezioni del 2018, che erano fatte fondamentalmente di richiamo identitario, antieuropeismo e battaglia feroce sui temi dell’immigrazione, sono per fortuna un ricordo. La terza lezione è il valore della competenza e la scoperta, sulla propria pelle, dell’importanza della formazione e della ricerca: nel momento in cui eravamo in difficoltà ed eravamo preoccupati per la nostra vita e per la nostra salute, abbiamo capito quanto fosse importante essere competente. Spazzata via l’idea che uno vale uno dove la mia incompetenza valeva la tua competenza, nel nome dell’uguaglianza assoluta delle cose che si potevano dire, anche in argomenti in cui una delle parti non aveva alcuna abilitazione a dire qualcosa di sensato, abbiamo capito appieno il valore della ricerca scientifica e della tecnologia.
Da queste lezioni derivano necessariamente l’importanza di una politica al servizio della città, capace di progettare il futuro oltre all’importanza della affidabilità della classe dirigente.
È quanto emerso del resto anche dall’ indagine commissionata alla Makno dal Centro Studi Grande Milano, sullo stato d’animo dei milanesi nel pieno della seconda ondata: da un lato fortemente stressati, arrabbiati e insicuri dal punto di vista sociale, dall’altro fiduciosi sulla possibilità che Milano possa farcela a crescere, nonostante la sofferenza sociale. In breve: Milano ha il fiato sospeso, ma ha certamente lo spirito di chi si sta ripensando guardando al futuro che riesce a intravedere migliore dell’oggi.
Conquistare la fiducia dell’elettorato milanese, quindi, non è compito da poco perché non esistono semplificazioni. Il periodo difficile che ci attende ha bisogno di molta cura, di mani capaci, di teste e cuori che riconoscano in Milano e nel suo destino la candidata ideale per essere la locomotiva del nostro Paese.
In questo clima, non riesco a dubitare che le lezioni di pandemia possano condurre l’elettorato alla scelta di quel candidato che, grazie all’ esperienza maturata negli ultimi cinque anni, dia le garanzie necessarie al nostro futuro avendo maturato una visione strategico-politica accanto alla sua naturale capacità di gestire la complessità.
Beppe Sala è persona seria e motivata, ha la formazione dell’uomo di azienda che, al di là delle chiacchiere, deve portare il risultato, una visione internazionale con competenze anche linguistiche adeguate, si è dimostrato capace di resistere alle avversità che ha provato sulla sua pelle e appare in grado di progettare un futuro più verde non solo di speranza, avendo riconosciuto qualche errore accanto alle luci del suo operato, doti di non poco rilievo. Tra i suoi obiettivi è fondamentale quello di fare di Milano un modello di riferimento per l’Italia all’altezza delle capitali europee e mondiali e anche per questo da aprile 2020 è a capo di C40 for a Green and Just Recovery, la task-force dei sindaci del mondo impegnati per la ripresa delle città post CoViD-19.
Oggi ha pure al suo fianco la compagna giusta perché in fatto di amore la pensa come me: non è importante il primo ma l’ultimo.
Buona campagna elettorale cara Milano. Noi continuiamo ad AMAREMILANO come peraltro ci ha insegnato a fare il nostro caro e indimenticato sindaco Carlo Tognoli.
Alberto
Sala unico candidato possibile per serietà e esperienza.
Il resto sono chiacchiere.
Se Milano vuole fare il salto dopo tutto ciò che è stato fatto negli ultimi anni .
Altrimenti sarà tornare alla preistoria .
Giovanni
Totalmente d’accordo
Piero Borghini
Sono perfettamente d’accordo con Daniela, il suo intervento dimostra che Milano non è una città impulsiva, come vorrebbero tanti critici, ma profondamente riflessiva. Sa imparare dalle crisi ed anche dai propri errori. E sa cambiare quando necessario. È la capitale italiana del riformismo e Sala è oggi il suo sindaco ideale.
Stefano
Condivido pienamente la lettura di Milano e dei milanesi. Sono certo che Milano saprà scegliere il candidato più adatto a sollevarsi da questi tempi complessi.
Sono lieto che i riformisti possano contare su un ottimo manager, anche perché la coalizione Conservatrice (Milano è quasi londinese a differenza del resto d’Italia) mi pare in una fase di profonda trasformazione.
Mannucci giuliana
Concordo totalmente con il pensiero di Daniela
Ho visto personalmente il sindaco sala durante il suo mandato alle rappresentazioni formali più esclusive così come all inaugurazione di un presepe di quartiere organizzato dalle famiglie e non dai politici
Far parte quindi della Milano vera , quella che ci mette il cuore
Io dirigo un azienda e mi sento parte di quella Milano che i sacrifici li fa sul serio sulla propria pelle per spirito imprenditoriale e non per il guadagno e sono contenta di quello che la mia azienda è.
Grazie Daniela per aver espresso il pensiero di molti
Gaetano
Ho già fortemente sostenuto in passato la necessità che Milano sia amministrata da un uomo come Beppe Sala, oggi ancor più perché il mondo della Cultura, dell’Arte e dell’Impresa credono che Milano dovrà condurre il nuovo Rinascimento italiano.
Gaetano Grillo (Artista)
RAFFAELLA BETTINELLI CURIEL
Non mi occupo di politica dei tempi di Craxi. Certamente Sala è un umo di grande esperienza ma non si è sentito il suo polso durante questi ultimi tempi. Perché non dare una voce forte per i no va ad esempio?
Elena
Cultura orizzontale, ossia diffusa, prossima, inclusiva: credo che anche questo sia nel dna di Milano, per lo meno dal dopoguerra.
Non c’è miglior sindaco di Sala per continuare in questa direzione e potenziare al massimo i tanti traguardi ancora da raggiungere. Per Milano, per l’Italia, per le nuove generazioni.
Per il essere il futuro del proprio passato.
Carlo Romito
Bene, credo che anche questa volta Daniela Mainini sia riuscita a condensare problematiche enormi in poche righe, da cui traspare innanzitutto il credere in Milano e nella tenacia/coraggio dei milanesi tutti e tutte.
Torna e si sente il respiro lungo della citta’ meneghina, lo colgo anche io attraverso tanti amici e amiche. Continuiamo ad amare Milano anche in questa fase.
Carlo Romito
Sergio Pizzolante
Cara Daniela, Milano è il luogo ideale dove io vorrei vivere, dopo quello in cui sono nato. Mi sento milanese nell’animo. Per le cose che tu hai ben scritto e descritto. La dimensione internazionale. Se tu, cittadino, professionista, imprenditore, politico, sai che quel che fai deve essere nel mondo, in ciò che meglio il mondo esprime, in ogni campo, farai cose all’altezza. Almeno ci provi. Poi, insieme, c’è la competenza, lo studio, l’impegnò, la consapevolezza che nulla è semplice. La complessità che ti impedisce di essere banale. O poco serio. Questo è molto milanese.
E’ un ideale. L’idea che il progresso è possibile se provi ad essere migliore. Nel mondo.
Ma è anche senso, consapevolezza, che bisogna tenere i piedi piantati ben per terra nella realtà.
Milano è questo, è l’idea di progresso che incontra la realtà.
È il riformismo milanese. Di Tognoli, di Craxi.
Tu dici che questa idea, questa realtà, questa Milano, oggi sia meglio rappresentata dal sindaco Sala. Meglio rispetto ad altri in campo, naturalmente.
Io mi fido di te. Di Amaremilano. Del patrimonio di intelligenze ed opere lasciate da Tognoli ai milanesi e a tutti noi.
Penso tu abbia ragione.
E spero nel successo.
Giovanni
Difficile non essere d’accordo. Non ho capito, tuttavia, l’accenno a una “compagna” di Sala. La “compagna” è Milano stessa o è una persona in carne e ossa? Nel primo caso, mi parrebbe eccessivo il paragone con i Dogi di Venezia, che celebravano gli sponsali con il mare. Nel secondo caso, mi pare che l’allusione sia poco pertinente. Ma riconosco di appartenere ad una generazione un po’ parruccona…
Pippo Veneziano
Nel sostenere Beppe Sala, da milanese adottivo, sostengo e apprezzo la competenza e la milanesita’ autentica con cui ha fronteggiato le emergenze, prima fra tutte la pandemia. Ho sempre toccato con mano quanti anticorpi possiede questa città contro i qualunquismi, le animosità inutili, le menzogna. Senso civico pratico, innovazione, caparbietà, fanno la differenza è ringrazio La Grande Milano per l’impegno profuso. Ho speranza fondata di una nuova rinascita.
RitaCarelli
Non si può che condividere e supportare quanto possibile ogni iniziativa a favore di Beppe Sala
Francesca
La visione di Daniela su Milano è sempre puntuale ed efficace. Nulla di più chiaro potrebbe essere scritto. Grazie Daniela
Alberto
Grazie per le tue parole!
Hai saputo esprimere quello che penso della mia città in questa fase complicata!
Ricordare le radici della nostra città e della nostra anima, saper mettere in discussione i modelli per migliorarli credo sia l’unico modo per continuare ad essere laboratorio del fare e del far succedere.
Non sarebbe facile per nessuno attuare politiche che sappiano rialzare le attività produttive e allo stesso tempo dimostrare di saper stare vicino a tutte le famiglie in difficoltà.
Come scrivi ci occorre capacità operativa, cuore in mano e capacità di farsi le domande giuste per prendere la strada giusta.
Non vi sono molte persone con l’intelligenza, il coraggio e il cuore per un compito cosi arduo.
Credo che avere alla guida della macchina amministrativa Giuseppe Sala possa essere il primo passo per il rilancio della nostra grande città.
Avanti tutta!
Antonella
Sono completamente d’accordo.