La Pandemia ha colto un’Italia non certo in pole position economica ma una Milano in un momento di grande espansione e sviluppo. Dalla citazione del New York Times nel 2015 di Milano quale numero uno al mondo su cinquantadue mete grazie a Expo, anche il post Expo è stato a tratti inebriante con un milione e mezzo di turisti nell’estate del 2018 a permanenza superiore alle fatidiche due notti, eventi e spettacoli sempre più inseriti nei circuiti turistici e ricettività adattata ai bisogni pur a prezzi discutibili. Nel centro del capoluogo si sono riversati investimenti stranieri senza precedenti e nuovi monumenti alla ricchezza di Milano destinati ad aumentare grazie ai nuovi eventi in arrivo come il Word Cities Summit previsto nel 2020 e le Olimpiadi invernali del 2026, il tutto accompagnato da una quarantina di cantieri per un valore complessivo di oltre venti miliardi di euro.
Amata, invidiata, criticata ma vissuta, la visione Milanocentrica precovid è apparsa invincibile nell’ascesa quanto disinteressata a un vero sguardo metropolitano su quei tre milioni e mezzo di city users che contribuiscono alla formazione del PIL nazionale e che hanno sempre vissuto la realizzazione dell’area metropolitana come una colonizzazione dal centro alle periferie, con inevitabili diffidenze e arroccamenti a difesa del proprio municipio.
Il tutto non stupisce dato che la legge Del Rio, collegata all’esito purtroppo (per chi scrive) nefasto del noto referendum costituzionale, non si è certo mostrata in grado di normare la città metropolitana, determinando di fatto un immobilismo e un conseguente mutismo politico di questo Ente inserito in Costituzione prima ancora di sapere bene cosa fosse. Dopo l’approvazione della legge il tema della città metropolitana è stato purtroppo trascurato nei contenuti mentre la Regione ne ha sofferto l’antagonismo istituzionale.
La Milano pre-covid tuttavia era una delle città più desiderabili al mondo e attrice protagonista di futuro, sviluppo e competizione attraverso quelle che considera(va) pietre miliari: sanità, moda e design, università e ricerca, credito e finanza, media e comunicazione, agrofood e cultura. Chiunque in Italia avesse voluto respirare aria europea doveva venire a Milano per trovarla.
A pochi giorni dal Covid colpisce al cuore, rectius alla schiena, l’articolo di uno scrittore, premio Strega, che dalle pagine del milanesissimo Corriere, da non milanese, scrive “hanno la casa al mare e il cellulare di ultima generazione eppure adesso sono in coda per il pane; hanno avuto più cani che figli e adesso rischiano la vita per portare il loro barboncino a pisciare”.
L’utilizzo del termine “hanno” in luogo del più opportuno, per chi ci vive, “abbiamo” tocca il punto: Milano suscita invidia anche nel caso ti accolga e ti dia un lavoro: troppa eccellenza, troppo successo, troppo di tutto, proprio come una bellissima donna intollerabile perché vincente.
Anche con una sanità ospedalocentrica al collasso, una moda sospesa e rinviata, una università in smartworking e una ricerca senza vaccino, una comunicazione sbagliata del #milanononsiferma e una cultura azzittita dai teatri spenti e dai sipari chiusi, la Milano stesa dalla pandemia non spegne gli ardori di quanti la vorrebbero finalmente vinta, forse per non subirne il confronto.
Milano ha tuttavia una storia di grande resistenza nel suo DNA e ha sempre saputo risorgere più forte di prima anche dopo grandi distruzioni. Possiede avi illuministi e il ricordo di Sindaci come Greppi, antifascista e allievo di Turati che fece grandi opere di ricostruzione culturale accanto alle case popolari istituendo nel contempo il ‘comitato della penicillina’ e quello della ‘streptomicina’, antibiotici allora da poco scoperti, ma irraggiungibili per la maggioranza dei cittadini impoveriti.
Ora si dirà che la ricostruzione post Covid non sarà quella strutturale del dopoguerra bensì psicologica ed economica. Psicologica perché il nemico che pare lungi dall’essere sconfitto ha ucciso una vasta fascia di popolazione soprattutto anziana sola e senza un’ultima carezza che non verrà certo riportata in vita dalle indagini delle procure di mezza Italia in cerca di capri espiatori; economica perché la fine della pandemia lascerà vasti strati della popolazione fortemente impoveriti, professionisti, commercianti, piccole e medie aziende che hanno perso mesi di fatturato e che non sanno come recuperare.
Nella fase 2 il ritorno all’attività lavorativa dovrà passare attraverso un nuovo piano strategico dei trasporti che guardi non solo al potenziamento delle ciclabili e delle auto elettriche spesso costose ma alla popolazione di centinaia di migliaia di lavoratori attivi che giornalmente viene a Milano con mezzi pubblici dai comuni dell’area urbana milanese nell’ambito di 50 Km dal capoluogo.
Lo smart working ha dato buona prova di sé grazie alle reti di nuova generazione, ma occorre trasferire le infrastrutture orizzontali o verticali nelle zone periferiche regionali per una necessaria alfabetizzazione digitale e necessaria connessione col capoluogo.
L’intangible trattenuto nelle Università del sapere deve essere travasato a immediata disposizione delle PMI in un piano dell’innovazione che possa far fare quel salto tecnologico necessario alle nostre piccole imprese.
La sanità deve dare servizi sul territorio adeguati a gestioni ordinarie e straordinarie senza dimenticare domani gli atti di eroismo di chi oggi ha combattuto a mani nude il nemico.
Abbiamo sentito ripetere come un mantra “andrà tutto bene” e lo crediamo da una Milano di cui conosciamo il grande capitale sociale di volontariato diffuso. Il bene che dovrà scegliere Milano tuttavia è quello della “locomotiva d’Italia” e non del “vagone di coda”. Con umiltà e mostrandosi capace di riconoscere i propri sbagli, quali le eccessive eccitazioni da fortune immobiliari, una scarsa attenzione all’ambiente e a un mondo più sostenibile e l’eccesso di una velocità mostrata come sinonimo di efficienza, Milano potrà trarre dall’esperienza di queste settimane una lezione di lettura prospettica tracciando la via di una globalizzazione più solidale e di una metropoli vincente perché più umana.
Il futuro va conquistato e non temuto e senza perdere la memoria degli anni in cui eravamo più poveri e senza democrazia, guardiamo alla Milano che verrà con rinnovata fiducia perché tra qualche anno si dica che c’è stato un ac. e un dc. anche di Milano, un ante-covid e un dopo covid e nel dopo Milano è stata migliore di prima.
Roberto Poli
Molto interessante ! Da approfondire e condividere
Anto
Torneremo più forte di prima!
Giorgio Rigoldi
Bell’articolo con cui mi trovo davvero d’accordo! Questa situazione complicata ha portato a galla alcuni problemi che vanno risolti e dato dei begli spunti di miglioramento che ora sta a noi cogliere e sviluppare!
daniela Mainini
grazie Giorgio che bello ritrovarti qui ! un abbraccio Dani
max rigano
Colpisce vedere Milano ferita e spaventata. Sotto le braci tuttavia brucia il fuoco della ripartenza, della rivincita della vita sulla morte. Milano non recalcitra dal suo ruolo di protagonista di cui nessuno potrà espropriarla
Claudio Martelli
Brava Daniela Mainini la tua analisi di Milano sotto attacco della pandemia è tanto appassionata quanto lucida. Un quadro completo da profonda conoscitrice della storia milanese dei successi inanellati fino a ieri delle difficoltà di questa stagione della motivata fiducia nell’inesauribile volontà’ di ripresa della nostra Milano. Grazie Daniela, Claudio Martelli.
daniela Mainini
Grazie a Te Claudio , davvero orgogliosa delle tue parole. Avanti insieme con te davanti.
Piergiovanni Giannesi
E’ vero Milano si sente ferita, addirittura punita dalla “invidia degli dei”. Occorre rivedere quel qualcosa di sbagliato che pur c’era e ripartire dal tanto buono che Milano ha dimostrato di avere. Certo, siamo orgogliosi di essere milanesi, ma occorre rivederci, ripensarci. Non sarà facile: avremo bisogno di umiltà, intelligenza e coraggio.
daniela Mainini
grazie Piergiovanni insieme ce la faremo !
Maria Mirarchi
Grazie Daniela,
Un articolo che mi conferma quanto è bello amare Milano e credere alla sua bellezza nascosta!
daniela Mainini
AMAREMILANO è davvero aver creduto e credere nella sua bellezza nascosta brava Maria
ALESSANDRO LOVATI
Cara Daniela,
come sempre un’analisi lucida e realistica della situazione e proposte fondamentali per la ripresa e per lo sviluppo futuro. Tutto ampiamente condivisibile.
Percepisco che, quando parli di Milano, è il cuore che ti ispira.
Complimenti Daniela. A presto.
Alessandro
CARLO ROMITO
Daniela Mainini traccia le linee essenziali che hanno caratterizzato il fenomeno Milano degli scorsi anni e lo fa nel suo stile privo di retorica. La progressione storica ci racconta di un crescendo di Milano da prima evento, sino ai 5 anni di trend in crescita. Come rappresentante associativo del mondo turistico Alberghiero posso testimoniare il grande interesse a investire sul sustema turismo di Milano e dell’Italia, cosa che abbiamo visto negli scorsi anni. Avessimo avuto terreni o palazzi adatti ai grandi investimenti alberghieri, avremmo avuto importanti capitali aggiuntivi, risorse e opportunità di lavoro qualificato non solo a Milano, ma in tutta Italia, su spinta della città meneghina certamente. Ecco, io credo che l’avvocato Mainini abbia, nel suo scritto, condensato questo per tutti i settori di “spinta” economica e di attrazione della città, guardando Milano come capo team di una squadra più grande, articolata e complessa dal nome Italia. Senza nostalgia, aiuta tutti noi a proiettarsi in una Milano dal futuro, certamente impegnativo ma non solo possibile, ma decisamente realizzabile in tempi che ci consentano di ripartire senza troppi danni e con una progettualità rinnovata e credibile a noi e al mondo intero.
daniela Mainini
Caro Carlo, bello parlare di futuro e sempre insieme
Carlo
Non solo un Articolo da manuale ma un preciso Programma Politico che sottoscrivo.
“ …..
Anche con una sanità ospedalocentrica al collasso, una moda sospesa e rinviata, una università in smartworking e una ricerca senza vaccino, una comunicazione sbagliata del #milanononsiferma e una cultura azzittita dai teatri spenti e dai sipari chiusi, la Milano stesa dalla pandemia non spegne gli ardori di quanti la vorrebbero finalmente vinta, forse per non subirne il confronto.
Milano ha tuttavia una storia di grande resistenza nel suo DNA e ha sempre saputo risorgere più forte di prima anche dopo grandi distruzioni. Possiede avi illuministi e il ricordo di Sindaci come Greppi, antifascista e allievo di Turati che fece grandi opere di ricostruzione culturale accanto alle case popolari istituendo nel contempo il ‘comitato della penicillina’ e quello della ‘streptomicina’, antibiotici allora da poco scoperti, ma irraggiungibili per la maggioranza dei cittadini impoveriti…..”
http://soloriformisti.it/milano-ante-e-post-covid/
Non andrà tutto bene lo sappiamo.
Ma con un programma intelligente la ripartenza è più leggerà perché questa road map porta lontano.
Ma prendiamo le distanze da chi pensa di risolvere tutto con monopattino e bicicletta.
Daniela deve fare 2 cose:
– consigliere del premier
– premier
Meglio la 2’
Antonia Jacchia
Sono d’accordo. L’emergenza Covid ha avuto il “pregio” di portare al pettine i nodi principali sia nazionali, sia metropolitani. Una vera ripartenza ne deve tener conto: sanità (è già stato detto tutto), trasporti (sostenibili a livello di metropoli), giovani (e quindi affitti abbordabili), aria/ambiente/verde non vittime della speculazione immobiliare. E se è vero che Milano si distingue anche per il suo livello culturale è ora che si aprano discussioni e confronti tra istituzioni e cittadini su questi temi. Pensate come sarebbe bello… Milano locomotiva della rinascita culturale italiana. Grazie
daniela Mainini
Antonia lavoriamoci insieme e avanti tutta
Guerino Biscaro
Ciao e grazie grande Daniela !
Articolo interessante e completo e dobbiamo avere ancora pazienza e speranza. Passerà e ci troverà ancora più civili. Un abbraccio! Guerino
Alessia Potecchi
Bravissima Daniela, come sempre riesci a trasmettere a tutti noi il tuo grande amore per la nostra meravigliosa città soprattutto in questo momento così difficile. Un pezzo di storia importante che ci aiuta a guardare con fiducia e speranza al futuro per riscoprire Milano che guarda avanti e come sempre non si arrende mai. Noi amiamo la nostra città e la ameremo ancora di più per risollevarla e tornare meglio di prima. Grazie per il tuo impegno cosi bello, così prezioso e vero.
daniela Mainini
grazie cara amica, un abbraccio affettuoso e grazie delle belle espressioni di stima . A presto Daniela
Lina Garbelli
Splendida analisi del momento che stiamo vivendo a Milano. Con umiltà ripartire anche dagli ‘errori’ emersi in questo terribile momento che stiamo vivendo. Priorità a lavoro, sanità, ricerca e attenzione ai nostri ragazzi senza ovviamente dimenticare anche noi anziani. Milano era bella Milano diventerà ancora più bella è umana.
Sperem….,
Daniela
Lina cara Grazie della tua lettura e del tuo commento
Bruno Pellegrino
Cara Daniela, grazie per questa presa di posizione. Un pensiero positivo che scaccia anche tanti inutili e strumentali pensieri negativi. Milano ha costruito nel tempo (lungo) la sua natura, il suo carattere, la sua vocazione al progetto e al progresso. È questa la sua forza. Un grande passato e un formidabile e coraggioso bisogno di futuro. Con un abbraccio, Bruno Pellegrino
daniela Mainini
grazie Bruno ti aspettiamo presto nella Milano post covid per ammirare la tua arte
Ivano Dones
Mi piace leggere questi messaggi di speranza e di certezza sul futuro di Milano. Ancora di più dopo questa dimostrazione che siamo tutt’altro che infallibili e che il “modello di sanitá lombardo “ é molto più che da rivedere, da Milano deve ripartire l’esempio di reazione, veloce e precisa. Riconsiderare che la medicina territoriale totalmente assente nella nostra regione, è imperativa, che i miei colleghi medici di base devano essere compresi nel sustema sanitario nazionale, che devano avere studi centralizzati con laboratori annessi. Che gli anziani abbiano a disposizione ricoveri decenti e non di sciatta segregazione. Che i giovani riacquistino la viglia di venire e stare a Milano perché questa è la loro ideale palestra per conquistare il mondo. Magari meno fretta, meno frenesia, meno fatturati ma molte più idee innovative. Le idee vengono ammazzate solo dal virhs dell’ignoranza. Di sicuro riprenderemo. Ma diamoci un taglio diverso. Come vedete non siamo invincibili.
daniela Mainini
Grande Ivano, dal tuo osservatorio l’analisi è lucidissima e piena di futuro. Grazie!
il CSGM già conosce la tua intelligenza speculativa che contribuirà alla rinascita di una Grande Milano.
Alessandro Turetta
Grazie Daniela, come sempre riesci a darci una visione critica e appassionata di uno dei momenti più difficili in assoluto per la nostra città, nell’accezione più completa e inclusiva.
Milano e i Milanesi sanno cosa fare, dopo i primi attimi di smarrimento per essersi trovati di fronte ad un nemico nuovo, che ha colpito nel silenzio (forse troppo) e ha messo la città in ginocchio, torneremo più forti di prima perché sapremo fare tesoro del dramma che ci ha colpiti. Noi sappiamo cosa fare e continueremo a farlo senza se e senza ma: #amaremilano!
Daniela
Grazie Alessandro fieri alla meta
susi marotti
Da leggere, per riflettere.
MAURIZIO DI RIENZO
Brava Daniela condivido ogni virgola di quanto hai scritto, mi attendo dal DNA della nostra grande Milano un nuovo Rinascimento che faccia dimenticare questi mesi di aCV e faccia risplendere dCV
Ci serve solo che un governo centrale non intralci la milanesità ferita e umiliata, se ci liberassero da tanta burocrazia e liberassero sveltendole tante procedure Milano tornerebbe velocemente la locomotiva di un freccia rossa di ultima generazione. Milano saprà risorgere perché i milanesi non sono solo laboriosità e dané! Milano è sempre risorta partendo dall’umiltà e da talune mortificazioni della storia: tratteniamo il bello e disperdiamo l’inutile. Vorrei invecchiare ancora un po’ per vedere tutto questo, che avverrà, ne sono certo, insieme ai miei tanti nipotini ai quali regalerò volentieri un barboncino ad ognuno e se Dio me lo concederà li accompagnerò a portarli a spasso.
daniela Mainini
si Pier Maurizio succederà proprio così per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Un abbraccio e grazie
Maurizia Gaggio
È meraviglioso sentir parlare con tanto amore della mia Milano. Più triste è la consapevolezza di dover combattere non solo un virus ma altre forme di resistenza avverse..
Daniela Mainini
grazie Maurizia
luigi liguori
Un articolo con una interessante e attento punto di vista che fa pensare anche sul nostro prossimo futuro.
Antonio Pennino
Milano ha sempre saputo reagire con grande energia e grinta alle sfide. L’attenta analisi ci consolida in questo , sostenendo peraltro un vecchio andante “historia magistra vitae”
luigi liguori
Illuminati pensieri che inducono a riflettere su un rinnovato e, spero migliore, modo di vivere nel prossimo futuro la nostra città.
daniela Mainini
grazie Luigi un abbraccio almeno virtuale ! Daniela
Fabio P.
Come sempre un’analisi precisa, realistica e dal volto profondamente umano…e con uno sguardo al futuro tutto da costruire!
daniela Mainini
grazie Fabio !
Alberto Trondoli
Analisi lucida e attenta (come sempre quando è Daniela a farla).
Nonostante le difficoltà attuali, Milano ha le risorse per tornare più forte e solida di prima.
Daniela Mainini
Grazie Alberto
Alberto Veronesi
Condivido tutto ciò che scrive la Mainini
Daniela
Alberto grazie
martino rossetti
Grazie Daniela. La tua analisi riflette perfettamente la realtà che si è abbattuta sulla nostra città e sulla nostra regione. La rinascita da questa situazione passa attraverso uno sforzo, che sono sicuro, MILANO saprà affrontare oggi come ha fatto in passato. Ci aspettano momenti difficili ma questo non spaventa MILANO che risorgerà come un’ARABA FENICE per proporsi più forte di prima. Questo è un compito che vedrà il CSGM impegnato, come sempre, con tutte le sue migliori eccellenze.
Un caro saluto
Matteo B.
Un articolo da cui emerge in maniera chiara il significato più profondo dell’orgoglio di chi è parte attiva e vitale della Grande Milano e soprattutto esprime con passione l’amore per la nostra città. Questa crisi, come le altre, non può che diventare un punto da cui ripartire con un nuovo modello riformista per migliorarla sempre di più . Brava Daniela.
Gianna Martinengo
Cara Daniela , grazie per la tua analisi appassionata che condivido.
Il mio lavoro mi porta a pensare al futuro come innovazione : tecnologica e sociale. .
Milano ha molto « parlato» di innovazione in questi anni. , ma innovare non è solo rendere efficienti funzioni , prodotti e processi , noti e prevedibili. È ,al contrario ,saper affrontare situazioni non prevedibili in modo efficace inventando nuovi paradigmi . Il dopo Covid non ammettera’ scorciatoie a questa visione del nostro futuro .
Franca Bochicchio
Complimenti Daniela! Un discorso sincero, schietto, onesti e lungimirante. Oggi a Milano scaviamo tutti a mani nude per ricostruire le macerie che non si vedono ma sulle quali rifonderemo la nostra città.
Ad astra per aspera
Cesare Melotti
Un articolo appassionato e pieno di amore.
Milano saprà ripartire e trovare nuovi stimoli ed energie .
Sara’ importante anche riflettere su alcune criticità o opportunità che questa pandemia ha pure evidenziato.
Smart working, differenziazioni degli orari di lavoro, revisione di un sistema sanitario troppo ospedale centrico, investimenti su soluzioni sempre più green, sono alcuni temi sui quali Milano sapra’ come sempre essere trainante e innovativa.
Pazienza se dobbiamo subire qualche invidia e cattiveria .di troppo…
Io vengo da un piccolo paese di montagna ma subito mi sono innamorato di questa città affascinante e ammaliante come una bella donna .
Ad essa devo la mia crescita professionale e culturale .
Grazie Milano,
ti sono riconoscente , continueremo a crescere insieme.!
Emanuele Panzera
Cara Daniela, leggendo il tuo bellissimo articolo mi è subito apparso nella mente la famosa opera intitolata “Città che sale” del grande maestro futurista Umberto Boccioni. Ecco la nostra grande Milano sarà, come in quel quadro, una immensa fusione dinamica di spirito, lavoro e creatività!
Francesco
Ottima analisi, Sensibile e attenta come una Donna sa fare, senza rinunciare ad una critica veritiera nei contenuti. Infonde ottimismo!
Emanuela
Grazie Daniela per questa analisi lucida e appassionata, un energetico di cui abbiamo bisogno, fiaccati dalle molte brutte notizie, dai problemi reali e quelli che si aggiungono per incomprensione o poca sensibilità da parte di molti.
Dobbiamo ricordarci che Milàn l’è un gran Milàn e che questa è un’occasione per ripensarci come cittadini consapevoli, parte di un tutto che è economia, ma anche storia e cultura del fare,sotto una Madonnina, che come hai giustamente ricordato nella tua intervista, ha le maniche rimboccate.
Marco C.G.
Complimenti Cara Daniela,
il tuo prezioso intervento scaturisce dalla tua mente brillante, ma si comprende facilmente come, in primis, prenda forza, convinzione ed ispirazione … direttamente dal tuo cuore! Grazie!
Forza Milano, la nostra grande e splendida Milano!
Abbraccio,
Marco
Carlo Cerami
Mentre tu scrivevi queste ragionate ed efficaci parole, tantissimi milanesi erano già all’opera per adattare la propria attività al nuovo modello di consumo che si immagina durare nel tempo. Ancora una volta, precedendo tutti nell’innovazione, nella flessibilità, nello spirito operoso e caparbio che tutti ci invidiano, senza comprendere che è la forza più grande del nostro paese. Brava daniela.
Daniela Mainini
Grazie Carlo del prezioso quanto generoso commento.
Claudia Broggi
Il futuro va conquistato e non temuto – che bella questa visione pragmatica ma speranzosa, realistica e responsabile. Siamo pronti per una vera fase due, una rinascita, una ricostruzione! Triste l’invidia di che potrebbe come connazionale gioire del successo di milano e senti e le sue sventure come le proprie… ma milano sa accogliere anche loro.
Daniela
Grazie Claudia si Milano accoglie anche loro e a volte riesce ad allontanare i figli migliori …. ma li riprenderà un giorno
Giorgio Rapari
Cara Daniela condivido totalmente il tuo punto di vista.
Patrizia Vitali
Una visione lucida della situazione attuale e un’ idea concreta per il futuro della nostra città. Un amore per Milano che non si può non condividere. Una Milano che saprà rinascere da questa pandemia tornando ad essere più forte e poi “locomotiva” di prima. Grazie Daniela per portare avanti sempre con grande energia e forza L’ amore per questa città così speciale e così amata da noi tutti.
Andrea Spinardi
Leggere un articolo scritto con appassionante lucidità, chiarezza, conoscenza del mondo del lavoro ed obiettività è cosa rara di questi tempi. Complimenti per questo bellissimo articolo, che va dritto al cuore dei milanesi e di tutti quegli imprenditori, che con il loro impegno saranno gli artefici della Milano del futuro, più efficiente più umana più bella ed internazionale di prima.
Mauro Casanova
Una magnifica descrizione del DNA della nostra città e dei milanesi, sono più che certo che sapranno reagire a questa invisibile guerra e come sempre tornare ad essere la locomotiva economica della nostra nazione e una delle città più innovative d’Europa. Forza Milano e brava Daniela.
Franz
Cara DAniela la tua riflessione ha il dono di aprire un dibattito che sta a noi decidere a quale profondità portarlo. Lo scritto di Antonio Scurati mi disturba perché non rappresenta la milanesità: ““hanno la casa al mare e il cellulare di ultima generazione eppure adesso sono in coda per il pane; hanno avuto più cani che figli e adesso rischiano la vita per portare il loro barboncino a pisciare”. Scurati un recente Ambrogino d’oro 2019, poco rispettoso verso una tutta sua attuale piccola rappresentanza di “milanesità”, quella che lui conosce e con la quale vive “solamente” dal 2008, essendo nato a Napoli e avendo studiato a Parigi, un piccolo mondo verso il quale si volge il suo sguardo (auto)critico da non milanese, appunto, che non ha vissuto le lontane domeniche a piedi dell’Austerity, o le giornate di paura per il disastro di Chernobyl o ancora, per me che vengo dalla Bovisasca, la tristemente famosa “diossina” di Seveso… e altre “insolite” sciagure che ci hanno colpito ben prima del Covid-19, facendoci vivere il dramma dell’impotenza e dell’imponderabile quando si abbatte improvvisamente sul nostro futuro, al quale però i milanesi, quelli che lavorano scendendo in strada e non stando alla finestra, ci hanno fatto il callo… sviluppando Resilienza.
Oppure rilfettiamo sulla Legge del Rio, l’abolizione delle Province ma senza la vittoria del Referendum Boschi-Renzi, che ha lasciato il “lavoro” a metà, con cose da fare da non si sa chi e senza coperture economiche…
Poi va fatta chiarezza su una visione, Milano e la Lombardia, e grazie a Dio dico io, non sono la stessa cosa… confonderle nell’analisi pre-post covid rischia di indurre in errore… Più d’una volta in questi ultimi due mesi, Milano ha seguito di malavoglia le direttive regionali, preoccupandosi quasi più di “non disobbedire, più che obbedire” per non creare “attrito” e cercare, nel migliore spirito milanese, di essere pragmatica, e provare a risovere il lato pratico, concreto, del problema, un valore questo totalmente milanese…
Parlare oggi di Città Metropolitana invece stride un po’… ma qui preferisco non addentrami perché è un campo minato. Sicuramente le differenze partitiche di chi governa i piccoli comuni della cintura rispetto a chi governa Milano città possono già essere una cartina al tornasole di alcuni perché… e io scelgo di gran lunga Milano come Municipio.
Ma allora, cosa fare? Semplice… ripartiamo da Milano modello per l’Italia. Ma non solo nelle tantissime eccellenze economiche, organizzative, lavorative, innovative e quant’altro tu voglia inserirvi ma, sottolineo io, in quella eccellenza uscita finalmente allo scoperto in questo periodo di Covid, della Solidarietà verso gli ultimi, milanesi anch’essi e totalmente differenti da quei milanesi descritti un po’ a “macchietta” dallo Scurati. La milanesità che non si ferma, ed è vero non è solo uno slogan pubblicitario, nell’aiutare i più deboli. Perché Milano è si la Grande Milano, e ha da sempre il Cuore in mano. E questa non è retorica per chi ci vive o viene accolto, ma il modo di procedere e che fa la differenza tra i milanesi, quelli veri, e quelli che “se la tirano” solo quando tutto va bene e fa comodo, fa griffe.
Potremmo parlare delle periferie per esempio, insieme al lavoro per rendere Milano sempre più internazionale e punto ormai nodale di eccellenza a livello europeo, ma sempre senza dimenticare tutti i milanesi che la compongono questa Comunità Milanese. E potrei farti tanti esempi vissuti in prima persona in questi ultimi dieci anni.
Milano non è fatta di slogan, verissimo, ma spesso soffriamo di amnesia, soprattutto la soffre chi non è un vero milanese, ma solo quando gli conviene… e questo è il pericolo più grande, come sempre, la perdita della Memoria.
Per finire vorrei tanto che si parlasse di lavoro, magari legato si all’innovazione (vocabolo fin troppo abusato) ma anche a un nuovo concetto di “capitalismo” più legato alla Green Economy e alla suddivisione dei guadagni (benefici) con i lavoratori che la creano la ricchezza. ecco, magari meno finanza e più industria. Perchè la Finanza persegue il guadagno sfrenato e irresponsabile a dispetto delle nostre libertà, mentre l’Industria crea non solo posti di lavoro, ma dignità del lavoro. Dare un senso alle nostre vite, in questo post covid, dovrebbe essere la riscoperta di una nuova scala valori che rispecchi delle priorità corrette, solidali, condivise, “giuste” in cui magari ci siamo meno poveri e più ricchi, dove la ricchezza, sempre più spesso, non dovrà essere decisa dal conto in banca. Grazie Daniela per avermi fatto rilfettere.
Cosimo Chirico
Gentilissima Daniela, è sempre un piacere leggere le tue riflessioni sulla ns. città, adesso certamente ferita, ma che saprà sicuramente risorgere. Io provengo da un piccolo paese di provincia, ciò nonostante mi sento milanese d’adozione. Nelle tue parole rivedo lo stesso spirito che, ben 24 anni fa, mi pervase nello scegliere Milano come meta di lavoro ideale, proprio per il suo dinamismo, la sua organizzazione, la sua concretezza. Ebbene, questa città mi ha dato tanto, in termini professionali, ma anche umani. Contribuire a renderla migliore, a renderla più speciale sarà per me un onore. Sicuramente dovremo rivedere alcune cose, altre andranno modificate, altre ancora saranno inevitabilmente sostituite, ma il futuro della ns. città dipenderà da noi. Dovremo essere noi a decidere se essere o meno protagonisti del cambiamento. Non sarà facile, ma sono sicuro che Milano saprà scrivere un’altra bella pagina di storia che verrà ricordata dai ns. figli e nipoti. Insieme ce la faremo!
Un caro saluto.
Tia Taylor
Bellissime parole di speranza!
Daniela
Tia tu che hai scelto Milano …. lo sai bene che Milano sa accoglierti con i suoi difetti e con i tanti pregi una carezza materna ❤️E grazie di leggermi
Patrizia toia
Cara Daniela anch ‘ io , come gia’ molti, ti hanno detto e scritto, ti confermo che il,tuo pezzo colpisce , con la forza che hanno i pensieri veri , fatti di lucidita’’ e anche di sentimento , di idee e spunti sul futuro
E ha colpito anche me , che sto molto “ rimuginando “ su progetti e proposte per una “ buona innovazione”
Di questi tempi girano troppe e troppo banali parole , che si scordano e svaniscono un attimo dopo averle lette
Le tue rimangono e fanno pensare
Daniela
Cara Patrizia grazie di aver trovato il tempo di leggermi , delle tue parole tanto generose e del tuo impegno politico
Marco E Tirelli
Grande articolo Daniela! Mi pare che il documento “strategie di adattamento” rilasciato dal Comune in questi giorni tocchi molto dei punti attinenti il modello Milano poco sostenibile socialmente e ambientalmente da te giustamente sollevati.
Giovanna Ferrante
Cara Daniela, ho letto le tue parole entusiasmanti e visionarie. Nel senso che trasmettono la visione di un futuro importante per Milano.
Il futuro della città che è eccellenza da sempre e che deve ritrovare la sua dimensione attraverso le eccellenze di noi milanesi impastati di capacità e di sentimenti. Capacità come quelle che hai sottolineato nel tuo articolo. Sentimenti come quelli che trasmetti da sempre.
Un articolo da leggere e rileggere perché è una esortazione ad essere migliori, a continuare a credere di avere nelle nostre mani e nelle nostre menti la capacità della ripresa dopo questa esperienza estrema.
Un nuovo rinascimento!
Giovanna Ferrante
Massimo Roj
Un’analisi precisa e puntuale, che in maniera corretta segnala le luci e le ombre che questa pandemia ha gettato sulla nostra città. Sono pienamente d’accordo sul fatto che questa situazione di “pausa forzata” debba farci riflettere su quali nuovi modelli – economici, sociali, architettonici e ambientali – dobbiamo mettere in campo per far sì che si avvii una vera ripartenza. È un’occasione di cambiamento, anche e soprattutto per le aree periferiche che spesso non sono cresciute allo stesso ritmo del cuore di Milano: attiviamo un maggior coinvolgimento delle periferie e delle loro comunità, promuoviamo processi virtuosi di rigenerazione che non sia solo urbana ma anche rigenerazione umana! Con l’impegno e la dedizione di tutti ce la faremo senz’altro a riprenderci, Milano non è abituata a stare ferma!
Anna Maria Dominici
Daniela carissima,
innanzitutto complimenti per il tuo splendido articolo, ricco di spunti, come sempre lucidi, profondi, mai banali, ma al contrario estremamente ricchi di riflessioni acute e profondamente legate alla realtà,
È vero: la Pandemia ha colto una Milano in un momento di grande espansione e sviluppo e, come spesso accade, proprio per questo, abbiamo assistito a comportamenti dei milanesi diametralmente opposti . Per tanti è rimasta la città amata e inebriante, ma da tanti altri è stata invidiata e criticata, Soprattutto da parte di chi ha tratto molti vantaggi da questa Milano: accoglienza, lavoro, eccellenza, successo , in una parola: TUTTO!
Però, nonostante i disagi tanti e inevitabili, in una città così duramente colpita dal Covid, la Milano stesa dalla pandemia non si ferma, non spegne gli ardori di quanti la vorrebbero finalmente vinta, per non subirne il confronto!
Perché Milano ha una storia di grande Resistenza nel suo DNA, ed ha sempre saputo risorgere più forte di prima, anche dopo grandi distruzioni!!!
Certo la fine del tunnel lascerà vasti strati della popolazione fortemente impoveriti dal punto di vista economico, ed anche da quello psicologico. Penso a piccole e medie imprese che hanno perso mesi di fatturato, ma penso soprattutto a quella parte di popolazione, che non ha potuto dare l’ultima carezza ai familiari uccisi da un virus che non appare affatto sconfitto!
Nella fase 2 bisogna dimostrare di aver capito le lacune da colmare: un nuovo piano strategico di trasporti, uno Smart-working , che deve raggiungere tutti, anche coloro che vivono nelle zone periferiche, un piano dell’innovazione, che faccia fare un salto tecnologico alle nostre piccole imprese, una Sanità soprattutto che deve dare servizi sul territorio adeguati a gestioni ordinarie e straordinarie, senza dimenticare gli eroi, che hanno combattuto a mani nude il nemico!!!
Abbiamo sentito ripetere: “Andrà tutto bene e lo crediamo in una Milano, di cui conosciamo il grande capitale sociale di volontariato diffuso.
Però, e questa è la cosa che vorrei sottolineare più di ogni altra, deve ripartire con umiltà e mostrandosi capace di riconoscere i propri sbagli, come la scarsa attenzione all‘ambiente, ma soprattutto deve mirare ad un mondo più sostenibile.
È importante che Milano tragga da questa esperienza una lezione che vada verso una globalizzazione più solidale e più umana.
Perché, come dici tu Daniela, “il futuro va conquistato senza perdere la memoria del passato.
Guardiamo alla Milano che verrà con rinnovata fiducia, affinché tra qualche anno si possa dire che c’è stato un ante-Covid ed un post-Covid e nel dopo, Milano è stata più forte di prima”.
Giorgio Goggi
Bello! Mi ci ritrovo in pieno!
daniela Mainini
caro Giorgio devi sapere che ho grandi maestri….grazie a te per i tuoi sempre importanti contributi che come vedi ho recepito Daniela
Piero L.
Ho letto tre volte, con attenzione e piacere. Lascio fuori i complimenti, meritati come sempre. Ho ricevuto l’analisi profonda e ampia di chi vive ed opera con appassionata intelligenza la realtà di Milano, credendo nella sua capacità di recupero con ancora più efficienza ed attrazione, ed auspicandone migliore attenzione al sociale ed all’ambiente. Colgo un ulteriore, apprezzabilissimo contributo personale nella forza di recupero “d.c.” di Milano,
Roberto Recalcati
Grazie Daniela,
Mi ha fatto veramente piacere leggere queste tue parole piene di entusiasmo pur lontanissime da ogni retorica.
Altea Pivetta
Competenza e cultura : quello che servirà per il futuro prossimo della nostra Milano .
Daniela
Grazie Altea della tua lettura
Dorina Perego
Cara Daniela,
il tuo bellissimo articolo mi trova pienamente d’accordo. Non possiamo sapere quello che succederà, ma sappiamo che noi milanesi ce la metteremo tutta per salvare la nostra amata milano. Ce l’abbiamo fatta (o meglio ce l’hanno fatta i nostri genitori, i nostri nonni ed i nostri sindaci passati) e ce la faremo ancora. Lo spero tanto per i nostri figli.
Antonio
È una bellissima poesia su Milano, il suo fascino, la sua forza, la sua modernità, che ci sprona a riprendere per fare meglio di prima, anche imparando dai nostri errori. Vorrei anche aggiungere che non dobbiamo solo imparare dai nostri errori, ma anche e soprattutto da chi ha fatto e fa meglio di noi. Quando ho imparato anche una piccola cosa da qualcuno, ed è successo spesso, è stato perché ho saputo riconoscere che quella persona, almeno in quella piccola cosa, era meglio di me. Per questo essere aperti a riconoscere il valore degli altri ci aiuta a migliorare noi stessi.
Daniela
Hai ragione Antonio anche da chi fa meglio di noi abbiamo sempre da imparare
Paola Ortelli
Grazie Daniela! Come hanno già scritto illustri commentatori, analisi lucida, appassionata e pure propositiva! Diceva Abraham Lincoln: “The best way to predict your future is to create it”! Alcune cose ‘fanno male’. Tra queste, l’invidia, ma come ben scrive Claudia: accogliamo anche loro! Perché… Milan mai coi man in man… ma anche… Milan col coeur in man!!! Una milanese d’adozione con Milano sempre e da sempre nel cuore!
Gianfranco Dragotti
Cara Daniela, ho letto con grande interesse ciò che scrivi e buon ultimo aggiungo un pensiero di uno che per età anagrafica e quindi per definizione rientra nella categoria dei “fragili” anche se per mia fortuna mentale non mi sento tale.
Condivido le tue riflessioni ma aggiungerei che questa esperienza ci deve in primo luogo riportare ad una maggiore umiltà nei confronti e nei rapporti con gli altri: abbiamo toccato con mano che alla natura basta poco, molto poco, per rimetterci in riga ed al nostro posto.
Per quanto mi riguarda non è la prima esperienza di epidemia: infatti ero al sud quando scoppiò l’epidemia di colera nel napoletano, ma con minime precauzioni (assolutamente non confrontabili con quelle che oggi ci accompagnano quotidianamente) si poteva essere al riparo e soprattutto non venivano toccati i gesti fondamentali dei rapporti con gli altri e soprattutto con i nostri cari.
Oggi, dopo tre mesi, incontrando un amico od anche solo un conoscente fluttua nell’aria circostante un timore: sarà o non sarà infetto?
Se riusciremo a cancellare la preminenza di questo timore o quanto meno relegarlo in ultima posizione allora potremo ritornare in parte quelli che eravamo fino allo scorso febbraio, vale a dire pieni di speranze e di progetti, anche se come accennavo all’inizio moderati e filtrati da una maggiore umiltà e consapevolezza dell’intrinseca debolezza dell’essere uomini e donne (anzi in omaggio a te donne e uomini).
Un abbraccio
Gianfranco Dragotti
sergio roncucci
Brava Daniela! “SURSUM CORDA” questo è lo spirito del tuo scritto. Questa è la Fede, che per tutte le Religioni vale in attesa d’ amarci di più.
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Daniela Mainini
Hai ragione Gianfranco un grande abbraccio almeno virtuale !
gabriele albertini
Ottimo testo! Bravissima Daniela! Un brano completo e sintetico, umanissimo, profondo, pragmatico ed insieme lungimirante…molto “Milanese”!
daniela Mainini
grazie Gabriele, detto da te vale davvero doppio. Un abbraccio e a presto nella “nostra” Grande Milano Daniela
Ada Grecchi
Molto bello l’articolo di Daniela , lucido e anche affettuoso nei confronti della nostra città , che io, milanese doc , ho sempre considerato l’unica città d’italia , perchè altre città sono belle ma guardano più al passato che al futuro. Milano da sempre guarda al futuro. Quando, per 10 anni , ho lavorato a Roma , avvertivo un certo disprezzo nei confronti di Milano , i miei colleghi mi sfottevano e , quando mi davano la parola, c’era sempre qualcuno che diceva “Prego, parli la periferia.”. Penso che sia invidia per la nostra intelligenza operativa, la nostra efficienza, la capacità di rialzarci dopo le tragedie dell’ultima guerra . E della guerra e soprattutto del dopoguerra io mi ricordo bene. Cantieri ad ogni angolo di strada , Milano cresceva e qui venivano gli uomini e le donne del Sud del Paese , prima intimiditi di fronte alla grande città che dava loro il lavoro , poi sempre più inseriti e orgogliosi di far parte di una comunità che ha un’anima, magari un pò ruvida, ma infinitamente buona e solidale. .Io sono certa che il dopo Covid vedrà Milano risollevarsi e affrontare i problemi nuovi che si stanno già profilando all’orizzonte. Cambierà il modo di lavorare . Lo sviluppo dell’Home working ha evidenziato come i grandi edifici aziendali non servano più , come si possono eliminare certe ore di punta diluendo la presenza in azienda tutti i giorni della settimana nei medesimi orari . E queste considerazioni porteranno ad uno sviluppo del commercio immobiliare che dovrà essere controllato, ma che potrà arricchire molto la città . Inoltre dovrà essere rivisto il piano dei trasporti sia incrementando mezzi non inquinanti sia in relazione al numero presumibile degli utenti . Dovrà altresì essere ristrutturato il piano della sanità cittadino e metropolitano per fare in modo che nessun incidente ci trovi di nuovo impreparati. E, infine, dovrà cambiare la visione che è emersa al tempo del corona virus , di esclusione dei soggetti anziani nella vita della città. . Gli anziani di oggi sono quelli che hanno contribuito a fare la Milano dei traguardi ante virus , non sono i nonni della retorica fumettistica , ormai le nonne sono bionde e attive , usano i mezzi informatici e sono piene di idee e magari avrebbero potuto dare al Premier consigli GRATUITI anche migliori rispetto a quelli dei circa 600 Commissari scelti dal Governo !. ADA GRECCHI
daniela Mainini
ah ah aha h quanta ragione e buon senso… che poi di nonne bionde e smart come te ha ancora tanto bisogno questo paese, basterebbe l’esempio !
grazie Ada noi tue fan continuiamo insieme. con tanto affetto Daniela