Penso che Lorenzo Guerini abbia fatto benissimo (insieme ad un’ altra decina di parlamentari) a differenziarsi dalle posizioni del PD sull’ Ucraina.
Personalmente ho interpretato la posizione del Presidente del Copasir ed ex Ministro della Difesa come un richiamo alla limpidezza della comunicazione politica.
Il maggior partito di opposizione dovrebbe sapere che – al delle intenzioni – ciò che conta è la percezione dell’ opinione pubblica. È difficile negare che dal dibattito parlamentare sia uscita una immagine quantomeno confusa del PD sull’ Ucraina. Nella tattica parlamentare può capitare di commettere errori, ma basterebbe ammetterlo per rimediare.
Altrimenti un errore tattico diventa un episodio grave perché’ la politica estera – ed in particolare l” Ucraina – hanno segnato – almeno sin d’ ora – una distanza sostanziale tra il PD e il M5stelle.
Astenersi su alcune parti della mozione dei 5Stelle mi è sembrato un gratuito gesto di benevolenza nei confronti del movimento politico guidato da Giuseppe Conte.
I 5stelle insistono ancora (ed in un momento particolarmente difficile) per bloccare le forniture militari dell’ Italia all’ Ucraina: un regalo a Putin e una pugnalata alla schiena alla resistenza popolare e militare del popolo ucraino che lotta contro l’ aggressione russa.
La tradizione politica dei 5stelle é da sempre tenera nei confronti delle politiche imperiali e autoritarie di Putin (così come verso il totalitarismo politico e digitale della Cina, tanto caro a Beppe Grillo).
Invece di astenersi il PD dovrebbe dire ai grillini che non è mai troppo tardi per cambiare politica e compiere un atto di coraggio.
Il presidente Giuseppe Conte potrebbe organizzare a Roma in largo Cairoli (luogo a lui familiare) un sit in davanti al portone della Casa Russa a Roma in favore di Alexei Navalny.
Al centro della protesta dovrebbe esserci la liberazione o almeno il suo trasferimento agli arresti domiciliari.
Ai grillini distratti ricordo che Alexei Navalny alle elezioni municipali per scegliere il sindaco di Mosca è arrivato secondo con ben il 27,24 per cento dei voti. Oggi Alexei Navalny è rinchiuso nel carcere “Lupo Polare” a 2000 km da Mosca a nord del circolo polare artico.
Per fortuna due giorni fa in video collegamento con il tribunale Navalny non ha rinunciato alle sue sferzante battute ironiche contro il regime.
https://www.ilpost.it/flashes/navalny-primo-video-battute/
Il prossimo 17 marzo in Russia si terranno le elezioni presidenziali senza che Putin abbia oppositori. Per la cronaca l’ ultima personalità a cui – tre settimana fa – stato impedito di candidarsi è la giornalista pacifista Ekaterina Duntsova.
La “realtà effettuale della cosa e non l’ immaginazione di essa ” – per usare una celebre espressione di Niccolo’ Machiavelli nel XV capitolo de Il Principe – è la seguente: nel 2013 Alexei Navalny poteva liberamente candidarsi a sindaco di Mosca; ora è in galera rinchiuso in un penitenziario dell’ Artico.
Nella galassia politica italiana c’ è qualcuno che ha il coraggio di negare che negli ultimi dieci anni la Russia ha subito una drammatica involuzione politica?
Enrico Martelloni
la Rossya, non ha mai avuto una involuzione dalla Democrazia. Essa non è mai stata democratico . È sempre stata una tirannia costate, forse in certi attimi, più debole. Ma mai democrazia.
Navalvy non conta nulla, è un fantoccio anche lui pro impero e ha sempre considerato L’Ucraina parte dell’impero moscovita. avesse contato qualcosa, Mosca lo avrebbero già ucciso come hanno fatto con chi veramente era per loro un pericolo come fu per Nemzov ex sindaco di Sanpietroburgo..
PD e M5S sono della medesima pasta, con una differenza: Conte dovrebbe essere processato per tradimento della Patria per aver permesso all’esercito moscovita di entrare nel territorio italiano e per aver messo in quei giorni il coprifuoco agli italiani.