Perché mai Matteo Renzi dovrebbe fermarsi sulla prescrizione?
Intanto l’ex Sindaco di Firenze ha segnato un punto a suo favore. La paventata ipotesi di inserire un emendamento nel decreto milleproroghe che di fatto rivedesse l’intero impianto della prescrizione è tramontato. E il Governo Conte tira il fiato.
“Gesto di buon senso” lo ha definito Renzi incassando la prima vittoria.
Eppure su questo punto, che molti hanno sottovalutato relegandolo ad elemento marginale, l’ex premier fiorentino sta ricostruendo la sua immagine di leader liberale.
Se, infatti, Italia Viva alla fine dovesse riuscire a stoppare i 5 Stelle rinviando anche solo di un anno l’entrata in vigore della cosiddetta “riforma Bonafede” in vista di una più ampia ed approfondita riforma del processo penale, Renzi oltre a raccogliere il plauso assai rumoroso (anche in termini di forza elettorale) dell’intera classe forense (gli avvocati, tanto per capirci) e di gran parte della Magistratura giudicante che ritengono l’abolizione della prescrizione un modo per far collassare il già precario “sistema giustizia”, rafforzerebbe -non di poco- la forza contrattuale di Italia Viva all’interno della maggioranza.
Quella maggioranza nella quale il Partito Democratico, in ragione di una davvero singolare idea di quieto vivere, sembra disposto a “sorvolare” su molto, se non su tutto.
Non basta. Tanto più lo scontro su un tema tanto divisivo dovesse farsi duro, tanto più Renzi potrebbe rafforzare il suo progetto di “nuovo grande centro” scavando un solco sempre più profondo tra la sua creatura politica e l’attuale maggioranza a trazione grillina mettendo definitivamente in luce quell’autonomia che molti, soprattutto a destra, gli rimproverano di non possedere.
Ma tutto, in questa vicenda, sembra volgere a favore di Italia Viva. Anche un’eventuale voto di sfiducia al Governo potrebbe rappresentare un passaggio cruciale e positivo per Renzi sia che il Governo superi la prova (con l’apporto dei responsabili) che affondi sotto il maglio fiorentino.
Qualora infatti, in caso di voto di fiducia, il Governo dovesse “sopravvivere”, lo strappo di Renzi, imporrebbe comunque al Governo la ridefinizione di una nuova maggioranza con un conseguente inevitabile rimpasto. Passaggio per niente indolore soprattutto se i responsabili dovessero essere “uomini del Cav.”; ovvero parlamentari di Forza Italia.
Ma il trionfo politico per Italia Viva potrebbe arrivare dalla sfiducia all’Esecutivo Conte bis grazie alla quale Renzi si confermerebbe ago della bilancia per la costituzione di una qualunque maggioranza.
Sì, perché la sfiducia al Governo giallo-rosso non spianerebbe la strada alle urne. Tutt’altro!
Proprio la sfiducia al “governo regnante”, infatti, rappresenterebbe la prova provata dell’esistenza in Parlamento di un’altra possibile maggioranza e, Costituzione alla mano, nessun Presidente della Repubblica che ami la carta potrebbe disconoscere tale dato di fatto e sciogliere le Camere.
Ed ecco che il “brutto anatroccolo” dell’Esecutivo PD-5Stelle-Leu-Italia Viva, potrebbe ritrovarsi di nuovo al centro della scena politica italiana.
Come dicono in Toscana: chi non rischia non fischia!
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