L’avvocato Conte che, come secondo mestiere, fa il Presidente del Consiglio di qualsivoglia governo, sostiene la tesi-bandiera dei Cinque Stelle sulla necessità di abolire la prescrizione nel processo penale fin dopo la prima sentenza, qualunque essa sia. Si dà il caso che il suddetto sia anche professore di diritto in una Facoltà di Giurisprudenza, per cui la cosa è vieppiù mortificante, e si fanno tante domande imbarazzanti che rimangono senza risposta. Saremmo davanti a un obbrobrio giuridico-giudiziario, considerato tale fin negli scritti dei grandi autori dell’illuminismo giuridico italiano, e in particolare napoletano. Invitare Conte a (ri)leggerli sarebbe troppo, impegnato com’è da Presidente del Consiglio di qualsivoglia governo. Ma forse, per la sua brevità succosa, potrebbe scorrere il Manifesto delle camere penali contro l’obbrobrio citato, la loro, letteralmente sorpresa, indignazione. In Italia il giusto processo, sancito dalla Costituzione, è un miraggio, data la non-terzietà dell’accusa. Aggiungiamo anche questo, l’abolizione della prescrizione e subito, e annegheremo nella barbarie. Il povero anonimo statistico individuo da noi alla mercé di tutto, ve lo immaginate innocente e impaniato fino alla fine dei suoi giorni nel “Processo”? E si ricordi che per i reati gravi già oggi la prescrizione non esiste. Quando vedremo la fine di tutto questo? Se il Pd non si opporrà, come sembra stia facendo, con tutte le sue forze a questo scandalo, avremo superato il limite. Allora, liberi tutti.
(Articolo ripreso, con il consenso dell’autore, dal sito www,ragionepolitica.it)
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