La Sala rossa del Palazzo dei congressi a Firenze è strapiena già alle 20. Fra una mezz’ora circa è previsto l’arrivo di Matteo Renzi che aprirà qui la campagna elettorale del Terzo Polo. Infatti sul maxi schermo appare la scritta “La Toscana sul serio”, e sotto il simbolo con il nome del leader: Carlo Calenda. Chi l’avrebbe immaginato fino a un paio di settimane fa che Renzi avrebbe lasciato il posto d’onore a quello che è sempre stato considerato il suo competitor nell’area liberal-democratica e riformista? Eppure è così, ma nessuno qui sembra lamentarsene, anche tra i suoi fan più appassionati.
Sarà proprio lui a spiegare la ragione di questa importante novità, quando dirà: “Se avessimo fatto fallire questo progetto, io e Carlo avremmo fatto un danno al Paese. Per questo ho fatto un passo indietro, come 14 anni fa feci un passo avanti: oggi il nostro passo indietro è una gigantesca rincorsa per il successo del Terzo Polo”.
Quel passo avanti di 14 anni fa si riferisce, ovviamente, alla sua candidatura a Sindaco di Firenze, annunciata proprio in questa stessa Sala rossa, che pertanto definisce “un luogo del cuore”. Ma prima di iniziare il discorso in cui ripercorrerà tutte le tappe della sua storia politica ( i successi ma anche la clamorosa sconfitta del referendum sulla Costituzione), Matteo lascia spazio ad alcuni dei candidati: Gabriele Toccafondi, ex sottosegretario alla Pubblica Istruzione, che rilancia il concetto di Italia del Sì e, con riferimento specifico a Firenze, dice sì all’ampliamento del sistema delle tramvie e sì alla nuova pista dell’aeroporto di Peretola; Lucia Annibali, avvocatessa e già deputato, che parla di riforma della giustizia con la competenza e la grazia che la caratterizzano; Stefano Scaramelli, che si dichiara uomo di sinistra ma uscito dal PD in seguito alla sua “grillizzazione”; e Stefania Saccardi, accolta da una vera e propria standing ovation che le fa dire: “Calma ragazzi, poi Renzi s’ingelosisce”.
Ora tocca a lui prendere la parola, e fa la storia degli ultimi 14 anni: dall’esperienza di Sindaco a quella più recente di parlamentare. Ed è proprio su questi ultimi anni che si sofferma, perché è convinto di avere ottenuto tre grandi vittorie che gli permettono di “svegliarsi la mattina e guardarsi allo specchio serenamente”. La prima: essere riuscito a impedire nel 2018 la formazione di un governo a guida Di Maio con Maurizo Martina vicepresidente del Consiglio. Seconda: avere sbarrato la strada delle elezioni anticipate invocate da Matteo Salvini nella stagione “sobria” del Papete. Terza: avere rimandato Giuseppe Conte a svolgere il suo lavoro di docente, e avere così permesso la nascita del governo Draghi (su quest’ultima affermazione scatta l’appaluso più fragoroso della serata).
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