Sullo Stato etico e sull’etica dello Stato si sono cimentati fior fiore di pensatori, di filosofi da Marx a Hobbes a Hegel, a Popper. Proprio Popper rifletté molto sulle “società chiuse” e sulle “società aperte” dette anche mercantili.
Per Popper la storia va avanti e la forma Stato nella sua evoluzione può soffermarsi in quello che oggi potremmo chiamare “stop and go” ma anche ritornare a forme già viste delle “società chiuse” senza ritornare a quegli esempi storici per poi ritornare ad esempi di “società aperte” in un moto di tesi, antitesi e sintesi di hegeliana memoria.
Così almeno mi piace vedere. Tutto questo per dire cosa?
Che a me personalmente il concetto di Stato che può e deve tendere verso un Stato etico e quindi dettare leggi e regole che si rifacciano all’ etica personale ed al concetto stesso di libertà inteso come diritto che trova il suo limite nel diritto alla libertà altrui non dispiace.
È vero che non sarà il massimo di società aperta così come mi pare si possa dire che l’etica e la morale del singolo individuo ed anche di intere fasce di popolazione non si rifanno al concetto di libertà inteso come rispetto alla libertà altrui.
Per questo il doversi adeguare a norme statuali che tendano a garantire diritti, non riconosciuti tali da una parte della popolazione, non mi fa gridare all’attentato alla mia libertà di critica.
Ben venga dunque il ddl Zan che, non ho letto, che probabilmente poteva essere scritto meglio, da quel che leggo, ma che comunque ribadisce diritti che forse esistono già ma trovo giusto ribadire, con forza, con la forza di leggi dello Stato.
È forse giusto il diritto di permettere ai no vax di divulgare idee antiscientifiche?
È forse giusto il diritto di permettere ai negazionisti della Shoa di divulgare idee antistoriche?
È forse giusto il diritto di permettere a neo fascisti e neo nazisti di divulgare idee antidemocratiche?
Pur senza tornare al Leviatano di Hobbes, lo Stato è un compromesso, la sottoscrizione di regole comuni, sacrificando parte della libertà personale in cambio della tutela e del rispetto delle regole stabilite in un contratto sociale.
Lo Stato nasce da un compromesso in cui ognuno accetta di limitare la propria libertà fin dove non sconfina nella sfera altrui, per poter esercitare delle altre libertà che senza lo Stato resterebbero, di diritto ma non di fatto.
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