Accogliere, distribuire, integrare. Il mantra papale ripetuto anche da Marsiglia risuona nobile ma sinistro, soprattutto in bocca a un sant’uomo che vive chiuso dentro le mura leonine, presidiate militarmente da giannizzeri vestiti come se fosse sempre carnevale.
Lì, nel cuore di tenebra di una Roma degradata da modernità e violenze senza ombra di nobiltà o ragionevolezza, lì il blocco navale funziona feroce e non consente deroghe a un nazionalismo pontificio che vive di esclusioni e di privilegi vergognosi fino all’assurdo per chi ha in tasca il passaporto di sua santità.
Se c’era bisogno di ulteriori prove circa Il decadimento cognitivo del sant’uomo, il suo viaggio in corso a Marsiglia ne offre fin troppe. Dice, per esempio, che la città è un modello felice di convivenza multietnica, quando tutti, ma proprio tutti, sanno che Marsiglia è la città più povera e pericolosa di Francia, che qui ci sono più kalashnikov che nel centro di Kabul, che le mafie del narcotraffico si combattono da anni a colpi di morti ammazzati, e che il separatismo islamico (un terzo dei 900mila abitanti) ha prodotto periferie invivibili precluse perfino ai corpi speciali di Bac Nord.
Per il papa venuto dalla fine del mondo Marsiglia sarebbe un esempio luminoso del dovere civile di accogliere, distribuire, integrare. Drogato lui stesso dall’ideologia del dialogo interreligioso, è del tutto evidente che non si rende conto che alcuni popoli/religioni non si lasciano integrare. Coelum non animum mutant qui trans mare currunt, ricordava Orazio. Ma intanto il mantra ha contagiato le sinistre europee, ed ecco che continuano a confondere l’internazionalismo proletario di un tempo con la religione dei confini spalancati a tutti.
Eppure è storia che il proletariato marxista europeo ci mise un attimo a trasformarsi in nazionalismo bellicoso quando squillarono le trombe della prima guerra mondiale. Invece di unirsi, la classe operaia si scisse, ognuno a combattere per la propria bandiera. Ed erano tutti figli della stessa civiltà cristiana.
Perciò con quale cervello oggi si può pensare a un pacifico multiculturalismo multietnico e multireligioso quando la stessa formula sta trasformando l’America in inferno e quando quel che già esiste in Europa basta a produrre caos e disgregazione perfino nell’ingenua Svezia, pioniera ormai pentita dei confini aperti?
I 150 mila sbarcati in questo 2023 a Lampedusa fanno gli abitanti di una città popolosa come Ravenna, Livorno o Cagliari. Accogliere e integrare non è uno scherzo come pare al papa. La chiesa non deroga neanche di un centesimo dai miliardi dell’8 per mille e afferra senza pietà dovunque può. Però tocca all’Italia spendere mille euro al mese per l’accoglienza di ogni migrante (per i minori molto di più), quando le pensioni minime non superano i 600 e gli stessi stipendi arrivano appena a 1200.
Tutto aumenta, anche la miseria, diceva uno slogan del ’68. Ma non è quanto sta accadendo pure oggi tra inflazione e tasse necessarie per mantenere anche le nuove ondate migratorie? Dobbiamo importare manodopera a causa dell’inverno demografico. E capita anche che certi lavori gli italiani non li vogliono più fare. Però forse li farebbero se gli stipendi non fossero da fame. Forse si potrebbe anche importare manodopera selezionata invece di abbandonare i confini alla qualunque. E forse bisognerebbe dire al papa che il mondo è brutto e cattivo in ogni caso, che l’occidente è finora il solo angolo del pianeta in cui si è sviluppata una civiltà tollerante al punto di tollerare perfino le sue castronerie. Non sono motivi sufficienti per difenderlo?
Forse bisognerebbe anche ricordargli che le poche migliaia di migranti annegati nel Mediterraneo, per quanto sembrino molti alla nostra sensibilità incolta, sono pur sempre un numero insignificante rispetto ai milioni di morti nelle stesse acque durante centinaia di battaglie marinare, comprese quelle delle flotte papaline di quando lo stato armato della chiesa difendeva i confini della cristianità.
Oggi le sinistre sinistre papiste sono così fuori di testa da rifiutarsi di difendere perfino casa loro. E nel caso si riuscisse a rimpatriare almeno qualche decine di migliaia di visitatori indesiderati, i governatori delle poche (per fortuna) regioni rimaste al PD recalcitrano come muli all’idea di ospitare luoghi di raccolta, i cosiddetti Cpr.
Meglio lasciare tutti allo sbando, così capita di arrivare in treno alla stazione di Firenze e di vedere seduti sulla scalinata esterna centinaia di giovani neri nullafacenti esattamente come al mercato di Timbuctu. E se alle stazioni di Roma e Milano si danno violenze e stupri quotidiani si potrà ben ringraziare il papa e le sinistre. Il cui unico punto di orgoglio è poter dire che Meloni ha fallito, che i suoi piani per fermare i migranti non funzionano. Ossia, quelli che hanno rotto la diga hanno anche la faccia di tolla di accusare chi la vorrebbe riparare.
C’è un libro, ormai centenario, che racconta come andrà a finire. Si intitola Der Untergang des Abendlandes, il tramonto dell’occidente. Le civiltà, spiega Oswald Spengler, hanno fisiologia umana: nascono, crescono, si sviluppano, brillano, poi decadono e muoiono. Meno in generale, dissero qualcosa di simile anche Craxi e Andreotti più o meno quarant’anni fa: l’Africa è grande, la marea dei migranti ci sommergerà.
Marea inarrestabile? Siamo al punto di non ritorno. Come a Roncisvalle, a Lampedusa si fa l’Europa o l’Europa muore.
Silvano
A quella piccola e apolide entità nagrafica dell’autore dico : “Ma non t’anno mai mannato a quer paese?”.
Riccardo Catola
Un commento lucido. Da scarpe.
Alessandro Giusfredi
…me lo avevi inviato in privato ma ora so dove posso trovare i tuoi articoli !!!
Riccardo Catola
Vorrei specificare “a questo PD” là dove si dice “i governatori delle poche regioni (per fortuna) riste al PD”. È vero che il governo non riesce a risolvere il problema dell’immigrazione, ma almeno ci prova. Invece questa sinistra, in parte armocromatica e in parte rimasta trinariciuta, sinmette continuamente di traverso, non offrendo nulla di diverso da solito accogliamoli tutti papalino. Non è un’invasione, non c’è emergenza,, ha detto Bergoglio a Macron. E qui mi tocca citare un’ennesimo brocardo latino: senectus ipsa morbus.