Quando si cercano di interpretare le decisioni e i comportamenti di Putin non si deve dimenticare che tra undici mesi si terranno le elezioni presidenziali in Russia, il 17 marzo 2024 (e il 7 aprile 2024 l’ eventuale ballottaggio se nessun candidato dovesse raggiungere la maggioranza assoluta).
Durante la sua recente visita al Cremlino il Presidente cinese XI Ping si è detto fiducioso che il prossimo anno Vladimir Putin riceverà nuovamente un vasto consenso dai cittadini russi.
Perché’ ne ha parlato e perché è stato quasi il solo a parlarne? Secondo il politologo ucraino Vlolodir Fesenko il Presidente cinese ha compiuto questo gesto – decisamente insolito sul piano diplomatico vista anche la distanza temporale – per due ragioni, la prima tattica e la seconda strategica.
Il Presidente cinese ha deciso di scommettere per primo sulla probabile rielezione di Putin l’anno prossimo e contemporaneamente ha voluto sancire pubblicamente l’ interesse della Cina a seguire con attenzione l’evoluzione delle leadership politica della Federazione Russa nel medio e lungo periodo.
https://www.google.com/amp/s/sports.yahoo.com/amphtml/china-makes-casting-call-putins-131300884.html
L’opinione del Presidente della Cina sulla rielezione di Putin è autorevole e probabilmente fondata. Ciò che sorprende e’ che per ora la posizione del Presidente Xi sia rimasta una voce isolata e che neppure lo stesso Putin nel colloquio al Cremlino abbia voluto riprendere l’ argomento, neppure per ringraziarlo dell’ endorsement e della fiducia.
Delle prossime elezioni presidenziali parlano pochissimo i media internazionali. In Russia non si è ancora aperto nessun dibattito pubblico, anche se ne discute molto in privato all’ interno dei numerosi e concorrenti cerchi magici della nomenklatura (gas, militari, nucleare, banca centrale, mercenari , ecc.).
Qualcuno – per fare un solo esempio – parla espressamente delle presunte ambizioni presidenziali di Prigozhin, l’oligarca proprietario di Wagner.
https://understandingwar.org/backgrounder/russian-offensive-campaign-assessment-march-28-2023
L’ unico segnale ufficiale sulla preparazione delle elezioni presidenziali lo ha dato Kommersant informando i propri lettori che i funzionari statali preposti alla preparazione delle elezioni dal 1 Aprile 2023 non potranno più usare gli smartphones di Apple perché troppo vulnerabili ad attacchi hacker e allo spionaggio straniero.
https://www.kommersant.ru/doc/5886759
Neppure Vladimir Putin ha voluto scoprire le carte e non ha ancora ufficialmente annunciato la sua ricandidatura. Alcune prime indiscrezioni, però’, sono state fatte filtrare la settimana scorsa.
L’ obiettivo indicato dall’ inner circle di Putin sarebbe quello di una affluenza degli elettori del 70% e una vittoria di Putin con il 75% dei consensi, un target non troppo difficile da raggiungere per elezioni si svolgono nel contesto di un regime autocratico. .
https://www.rbc.ru/politics/02/04/2023/64297e629a7947fae31033c2
Secondo quanto scrive ieri Tatiana Stanovaya su Foreign Affairs i più stretti collaboratori di Putin punterebbero addirittura più in alto: superare il 77% raggiunto da Putin nel 2018. https://www.foreignaffairs.com/russian-federation/putins-peril?utm_medium=newsletters&utm_source=fatoday&utm_campaign=Navigating%20the%20New%20Age%20of%20Great-Power%20Competition&utm_content=20230411&utm_term=FA%20Today%20-%20112017
Le elezioni presidenziali russe del 2024 – come e ancor più di quelle passate – non saranno ovviamente elezioni libere.
https://www.russian-election-monitor.org/on-the-death-of-the-wizard.html
Tuttavia nonostante la sua posizione privilegiata senza vera opposizione, pare che Putin tema
la scarsa affluenza, che potrebbe essere una silenziosa forma di protesta, ispirata dalle famiglie delle migliaia e migliaia di giovani soldati russi morti in Ucraina sul campo di battaglia.
Per inciso è bene ricordare che dopo il 24 febbraio 2022 la Russia ha adottato le tecniche più sofisticate di riconoscimento facciale che scoraggiano anche le forme più pacifiche di protesta.
Nel 2021 nelle elezioni per la Duma l’ affluenza ha superato di poco il 50% nonostante le votazioni siano durate tre giorni (17/18/19 settembre) e soprattutto sia stato consentito il voto elettronico, com’ e’ noto manipolabile. https://www.google.com/amp/s/meduza.io/amp/en/feature/2023/04/06/unlimited-potential-for-fraud, https://www.cybersecurity360.it/cultura-cyber/schneier-le-votazioni-elettroniche-non-fatelo-non-e-sicuro/
Alcuni osservatori hanno considerato le elezioni parlamentari del 2021 per la Duma (con la vittoria di Russia Unita il partito di Putin) come le ” prove generali” delle presidenziali del 2024 per la terza riconferma di Putin al Cremlino.
Risparmio ai lettori di Formiche la lunga storia dei brogli e delle irregolarità sulle elezioni del 2021 (e di quelle precedenti) su cui peraltro esiste un’ ampia e documentata letteratura scientifica e relativa bibliografia. https://www.csh.ac.at/massive-fraud-in-duma-elections-2021/
https://www.zois-berlin.de/en/publications/the-russian-state-duma-elections-costs-for-the-kremlin
Ma resta la domanda perché – pur pesando già molto sul clima politico moscovita – la scadenza delle presidenziali non é ancora al centro dell’ attenzione mediatica e politica?
La risposta è semplice. Molti stanno a guardare perché tra meno di 5 mesi (il 10 settembre 2023) in Russia si terranno elezioni regionali e municipali ( e parziali per la Duma) che coinvolgeranno più di 53 milioni di elettori russi
https://www.russian-election-monitor.org/first-elections-after-mobilisation.html
Si tratta della più importante scadenza elettorale dalle presidenziali del 2018 ed é la prima importante scadenza elettorale dopo l’ invasione militare dell’ Ucraina.
La preparazione delle elezioni del 10 settembre è già iniziata e i media internazionali dovrebbero provare ad accendere i riflettori anche se – come dimostra l’arresto di Evan Gershkovich a Ekaterinburg – andare in giro per la Russia per i cronisti é sempre più difficile e pericoloso.
Molte personalità (in particolare alti ufficiali, oligarchi, diplomatici e dirigenti dei servizi) preferiscono aspettare il test di settembre prima di schierarsi apertamente ( qualcuno di loro coltiva la segreta speranza di candidarsi alla successione).
Qui di seguito la mappa delle elezioni del 10 settembre 2023:
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a1/Russian_regional_elections_in_2023.svg
Sul piano internazionale Il profilo politicamente più delicato è che Mosca intende far partecipare alle elezioni del 10 settembre le regioni ucraine annesse illegalmente e occupate militarmente ovvero gli oblast di Donestk, Luhansk, Kherson, e Zaporizija.
Gli elementi di tensione sono evidenti. Basti pensare che alcuni capoluoghi delle regioni interessate sono stati riconquistati e sono oggi controllati dalle forze armate ucraine; per i russi non sarà per niente facile agire indisturbati come avvenne con i referendum farsa dell’ anno scorso.
La resistenza popolare armata é forte anche nelle zone russofone dell’Ucraina: molto dipenderà’ dall’evoluzione dagli equilibri militari sul terreno, sintetizzata all’11 aprile nella mappa interattiva che segue: .
https://storymaps.arcgis.com/stories/36a7f6a6f5a9448496de641cf64bd375
Al di là dei territori occupati del Donbass le elezioni del 10 settembre si terranno in regioni e città russe di grande importanza. Innanzitutto le elezioni per il sindaco di Mosca con i suoi milioni di elettori, un test nella capitale che potrebbe riservare qualche sorpresa.
In Italia quasi nessun giornale ha raccontato che da febbraio ad oggi più di 27.000 cittadini moscoviti hanno firmato una petizione e protestato per bloccare la costruzione di una moschea nel quartiere urbano di Kosino-Ukhtomsky. https://mobile.twitter.com/nexta_tv/status/1643179147982667777?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1643179147982667777%7Ctwgr%5E86dfb7d8317a6ea4b13c229bbab078d358e7ee27%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fd-1768928085509595743.ampproject.net%2F2303151621000%2Fframe.html
Ai pacifisti nostrani sembrerà paradossale che a Mosca si vada in piazza non per fermare i carrarmati in Ucraina, ma per impedire la costruzione di una nuova moschea nella capitale, ma così stanno le cose.
Le numerose manifestazioni di protesta dei moscoviti cristiani hanno suscitato le ire del potente leader ceceno Kadyrov che ha vivacemente protestato nel suo canale Telegram: https://t.me/RKadyrov_95/3499 https://www.muslim.ru/en/articles/142/4533/
Lo scontro tra cittadini moscoviti ( a cui si sono poi aggiunti militari) ortodossi e il leader ceceno Kadyrov ha messo in seria difficoltà il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin (altro potenziale candidato di cui si parla per la successione di Putin https://formiche-net.cdn.ampproject.org/v/s/formiche.net/2022/10/cerchio-magico-putin/?amp=&_gsa=1&_js_v=a9&usqp=mq331AQIUAKwASCAAgM%3D#amp_tf=Da%20%251%24s&aoh=16812214660467&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&share=https%3A%2F%2Fformiche.net%2F2022%2F10%2Fcerchio-magico-putin%2F ) – e lo ha spinto a cercare una mediazione tra i cristiani che protestavano e i musulmani che avevano bisogno di un luogo di preghiera.
https://www.kavkaz-uzel.eu/articles/387548/
Ramzan Kadirov aveva dichiarato:
“”Mosque is a temple. Why can’t we build mosques in Moscow or other regions of Russia, why only churches?”..Muslims comprise 90% of the population of Chechnya, but churches are also built in the republic. “… Muslims clear Christian cemeteries and look after them. Why don’t Christians respond us with the same?” e poi ha aggiunto con tono minaccioso: “If all these rally participants wholeheartedly came out with the idea of protecting the Russian land, then go to the trenches with a machine gun!…Such instigators should either be conscripted to vent all their anger on the enemy or sent to court as information saboteurs acting to please Satanists.”
Pochi giorni fa sul suo blog il sindaco di Mosca ha annunciato che la Moschea sarebbe stata costruita in un’ altra zona di Mosca e che la volumetria della Moschea sarebbe stato di dimensioni ridotte rispetto ai grandiosi progetti iniziali. https://www.sobyanin.ru/o-situatsii-so-stroitelstvom-mecheti
Il compromesso escogitato da Segrei Sobjanin ha soddisfatto islamici e cristiani, ma la vivacità della disputa dei mesi precedenti conferma quanto nella capitale della Russia la coesistenza multi religiosa sia un traguardo ancora molto lontano
https://meduza.io/en/feature/2023/04/08/only-compatriots-in-war
e come la “questione cecena” sia ancora una ferita aperta per i cittadini moscoviti.
Concludo questo articolo commentando una intrigante, ma – a mio avviso ambivalente – affermazione dell’ amico e collega alla Luiss, il Professore Pasquale Ferrara, oggi Direttore Generale per gli Affari Politici della Farnesina.
Nel suo nuovo libro (Cercando un paese innocente, Città Nuova, 2023, https://www.ibs.it/cercando-paese-innocente-pace-possibile-libro-pasquale-ferrara/e/9788831175746) l’ Ambasciatore Ferrara scrive: “una pericolosa semplificazione sta acquistando sempre più credibilità ..: la riduzione dei sistemi politici a due grandi categorie: democrazie e autocrazie” e aggiunge: ” a colpire è la sommarietà’ e la approssimazione di questa formuletta politica.” pag. 51).
Considero il testo dell’ Ambasciatore Ferrara, un libro colto pieno di stimoli e di grande interesse e ne suggerisco la lettura ai miei allievi e a tutti i lettori di Formiche.
Ma, il passaggio che ho appena citato non mi convince anche perché Ferrara aggiunge tranchant ” La gran parte dei sistemi politici sono regimi ibridi..” (pag 52.) : “Invece della dicotomia democrazie/ autocrazie – troppo facile, culturalmente pigra e politicamente infondata – troviamo una grande variabili, anzi una biodiversità politica impressionante…(pag. 53) . .
Difendere quella che Pasquale Ferrara ama definire “biodiversità politica” è un’ arma a doppio taglio. Fuor di metafora le quattro grandi rivoluzioni politiche (inglese, francese, americana, indiana) hanno dato origine ad una nuova biodiversità storico-politica che alimenta ancora oggi i tratti distintivi di un centinaio di nazioni.
Esse compongono l’ insieme dei paesi democratici che (pur con le loro profonde diversità) non può essere confuso con i regimi illiberali. Prendiamo come esempi emblematici l’ India e la Cina.
Nel primo caso – come sottolinea Shashi Tharour, uno dei più stretti collaboratori di Kofi Annan – https://www.shashitharoor.in/
anche se il caso Ghandi si è trasformato in un autogol pwr il partito al governo è sbagliato sottovalutare i rischi che esso oggettivamrnte segnala per il futuro della democrazia indiana.
In Cina questa tipologia di pericolo non esiste proprio per il semplice motivo che il regime politico è fondato sui principi del totalitarismo con caratteristiche cinesi.
Tornando per un momento alla Russia quante persone sanno che in Russia viene progressivamente abolita l’ elezione diretta dei sindaci per consentire al Cremlino un controllo centralizzato e sempre più penetrante del regime sul territorio e sulla popolazione.
Dopo l’ abolizione a Novosibirsk del febbraio scorso tra le città russe con più di un milione di abitanti soltanto a Mosca e a San Pietroburgo il sindaco viene eletto direttamente dai cittadini.
Ha ragione Pasquale Ferrara: è giusto distinguere dispotismo illuminato da dispotismo sanguinario, democrazie senza pena di morte da quelle che la contemplano, regimi autoritari, ma tolleranti da regimi che non mandano a scuola le ragazze e le bambine, autocrazie che invadono i paesi confinanti con i carri armati e autocrazie meno bellicose.
Tuttavia ci sono alcuni proprieta’ caratteristiche che sono tipiche di quasi tutte le democrazie: pluralismo partitico ed elezioni regolari e ricorrenti, libertà di opinione, di espressione, di stampa e di religione, diritti civili, una base minima di welfare, divisione dei poteri, tutela delle minoranze.
Lo so ci sembrano cose ovvie, dovute, quasi banali, ma da quanto ho raccontato sulla Federazione Russa è facile comprendere quanto, viceversa, sia importante per I nostri figli e nipoti il privilegio di vivere in democrazia.
Lascia un commento