Ha fatto abbastanza notizia uno studio pubblicato pochi giorni fa da una società indipendente (AdviseOnly) in cui si confrontava il rendimento espresso da varie asset class a portata della tradizionale famiglia italiana.
Se avessimo investito 1.000 euro 10 anni fa cosa ci sarebbe convenuto? Il materasso? I titoli di stato? Il mercato azionario? Quello obbligazionario?
Il tema diventa di particolare attualità se si pensa che per nostra cultura e per paventate leggi in via di promulgazione, l’italiano tiene circa un terzo della propria ricchezza in liquidità (conto corrente o materasso che sia).
Bene, arriverò subito alla conclusione: quando lasciamo una ricchezza ferma, dobbiamo tener conto del convitato di pietra, che in economia si chiama inflazione. Tenevamo 1000 euro fermi sul c/c? Oggi, dopo 10 anni hanno un potere d’acquisto di 875 euro, anche se nominalmente sono ancora 1000 euro. Se invece li avessimo investiti in Borsa (indice mondiale) 1000 euro sarebbero diventati 2.241 euro, se sul mercato obbligazionario internazionale 1.156 euro.
C’è un però. Investire sui mercati ci espone a qualche inevitabile mal di pancia. Un po’ come quando sali sull’ottovolante: quando finisci la corsa sei contento, ma quando stai andando giù in picchiata, qualche paura ti viene. E nella discesa dei listini del 2008, (ricompresa nel calcolo), i mal di pancia sono stati tanti. L’alternativa è di certo dormire su un materasso, magari gonfio di banconote: sai che ti sveglierai riposato, ma con l’andare del tempo il materasso sarà sempre più sottile e forse, quando sarà del tutto a terra, troveremmo persino più comode le poltroncine dell’ottovolante…
Lascia un commento