“..L’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va…” cantava Dalla, nella sua celebre canzone.
E in effetti se la settimana scorsa ci si era soffermati sul perché il 2020 sia stato inaspettatamente un anno eccezionale sui mercati finanziari, si era anche detto che (almeno in economia) “qualcosa ancora qui non va” e non si tornerà mai più ad una piena normalità, ma si distinguerà invece tra un’economia pre-Covid e una post-Covid.
Bene. Vediamo allora esattamente cosa ci aspetta. Limitandoci all’anno in corso, continueremo a scrivere che “si esce poco la sera, compreso quando è festa”. Fino a che le vaccinazioni non saranno a regime, le limitazioni per l’ondata di turno freneranno il ritorno a un flusso di scambi e di consumi tradizionali. Eventuali complicazioni nell’efficacia vaccinale, o peggio, ritardi sulla loro distribuzione, (Europa docet), determineranno pesanti effetti sulle economie nazionali.
Rimarrà allora confermato il supporto delle principali Banche Centrali con misure di politiche monetaria decisamente espansive, (anche per contrastare un livello di inflazione molto depresso) e politiche fiscali super aggressive dei singoli Paesi a costo di creare livelli di debito inaccettabili fino a poco tempo fa. La spesa pubblica continuerà ad aumentare nell’anno e probabilmente anche in futuro: persino il Fondo monetario internazionale ha invocato l’adozione di ampie misure di sostegno fiscale (la stessa organizzazione che predicava austerità nella crisi finanziaria nel 2008…). Per dirla come Dalla: “Vedi caro amico, cosa si deve inventare per poter riderci sopra, per continuare a sperare”.
“Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione”. E sarà finalmente quella dell’ambiente: il nuovo presidente americano, l’Unione Europea, la Cina si sono impegnati a raggiungere emissioni nette di carbonio pari a zero. Anche noi italiani con la creazione “ex novo” del nuovo “Ministero della Transizione ecologica” per una volta sembriamo essere della partita già nell’undici titolare.
Più che una trasformazione questa appare davvero una rivoluzione: non so se sarà anche il preludio a “tre volte Natale e festa tutto il giorno”, ma probabilmente ci basterebbe che tutto questo periodo di pandemia “poi passasse in un istante, e che l’anno che sta arrivando tra un anno passerà”.
Accetteremmo di buon grado gli effetti economici e li sapremmo di certo affrontare, purché portino via anche tutte le bruttezze che la pandemia ha comportato. E sì che allora potremmo finalmente cantare: “e questa è la novità”.
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