L’ Italia è abituata a considerare la NATO come il presidio essenziale per la propria sicurezza.
Senza niente togliere al ruolo fondamentale dell’ Alleanza per il nostro paese, e’ sbagliato ignorare le sue fragilità; in particolare e’ necessario ricordare che suo interno si collocano due nazioni caratterizzate da una agenda politica quantomeno discutibile.
L’ Ungheria guidata da Viktor Orban ha il governo più filocinese d’ Europa e la Turchia di Erdogan si muove come “free rider” nelle crisi piu’ gravi e complesse, Afghanistan compreso.
La Turchia, inoltre, utilizza i milioni di rifugiati e migranti che ospita nel suo territorio (in cambio di cospicui finanziamenti della UE) come un’ arma di pressione politica, un po’ come faceva Gheddafi in Libia nei confronti dell’ Italia.
La domanda da porsi è se per l’ Italia sarebbe possibile (e conveniente) fare un passo in più per rafforzare la sicurezza nazionale e tutelare le libertà proprie della nostra democrazia repubblicana.
Nei prossimi mesi il congresso ed il senato americano affronteranno per la prima volta dopo sessanta anni il tema della espansione dei Five Eyes, l’ alleanza operativa per la condivisione delle attività di intelligence.
Questa alleanza è nata ottanta anni fa (agosto 1941) tra USA e Regno Unito per poi allargarsi al Canada (1948) e all’ Australia e alla Nuova Zelanda nel 1956.
Dal 2016 essa dispone anche di un ispettorato comune di oversight denominato FIORC https://www.dni.gov/index.php/ncsc-how-we-work/217-about/organization/icig-pages/2660-icig-fiorc
Due settimane fa il comitato parlamentare della House of Rappresentative dedicato alla Difesa e all’ intelligence ha chiesto ai vertici dei servizi segreti americani di presentare entro il maggio 2022 un rapporto sulla fattibilità e sulla validità di allargare l’alleanza FIve Eyes da 5 a nove componenti.
I paesi presi in considerazione per questa fase istruttoria sono Giappone, Corea, India e Germania.
E’ difficile prevedere se e quando gli Stati Uniti e gli stessi paesi interessati decideranno di compiere questo passo.
In ogni caso – a mio avviso – sarebbe bene evitare che l’ Italia stia fuori da questa cerchia di candidati. Dobbiamo adoperarsi ed attrezzarci nell’ eventualità di poter essere il decimo partner.
Un primo motivo e’ che la presenza di due paesi europei rafforzerebbe l’ asse euro-atlantico, oggi l’ attenzione Washington appare troppo spostata sul versante Asia/Pacifico.
Una seconda ragione ancora più importante è che la difesa dei valori della democrazia e delle libertà civili richiedono oggi una piu’ estesa ed efficace cintura di sicurezza in un mondo in cui fondamentalismi religiosi e tendenze totalitarie potrebbero prendere il sopravvento.
Spero che i partiti politici ed il parlamento (a partire dal Copasir) affrontino con spirito unitario il tema della possibile espansione dei Five Eyes suggerendo al governo ( agli organismi di intelligence e alla Farnesina) di compiere una ampia ricognizione e qualche primo passo esplorativo.
Oggi è il ventennale dell’ 11 settembre e sono passate solo tre settimane dall’ ingresso dei talebani a Kabul.
Lascia un commento