Perché le proteste contro l’abolizione del reddito di cittadinanza sono state irrilevanti, nonostante gli sforzi di Conte e Schlein? Perché non solo la situazione economica ma anche quella sociale non è, in Italia, per niente negativa: il tasso di disoccupazione, che ufficialmente è del 7,4%, di fatto è al 2,4% perché qualunque economista vi dirà che per il 5% si tratta di disoccupazione cosiddetta “frizionale” ed è ineliminabile qualsiasi politica venga fatta. Infatti l’occupazione aumenta, raggiungendo una cifra record e cala perfino il numero di coloro che nemmeno cercano il lavoro.. E non va mai dimenticato che quando si parla di questi problemi si dovrebbe sempre ricordare la diversità di situazione tra Centro-Nord e Sud.
Allora non ci sono problemi? Certo che ce ne sono e sono di due ordini.
Il primo riguarda il livello dei salari e degli stipendi, che in Italia sono sensibilmente più bassi di quelli dei maggiori Paesi europei. A loro volta questi bassi salari rinviano a due fattori: la ridotta produttività del lavoro, almeno in alcuni settori, e la debolezza contrattuale dei sindacati, che – la CGIL in particolare – privilegia le agitazioni politiche alla difficile contrattazione non solo nazionale ma anche e soprattutto aziendale.
Il secondo rinvia a come è percepita dai cittadini la situazione economica e sociale e ciò rinvia a sua volta allo stato dell’informazione in Italia, sia quella delle TV che quella della carta stampata.
La stampa, e in parte le TV, di destra ostenta titoli e servizi di pura e rozza propaganda. Quella dei cosiddetti “giornaloni”, cioè Corriere della Sera, la Stampa e la Repubblica ha abbandonato la sua antica vocazione “informativa” per schierarsi anch’essa sul versante della propaganda, anche se meno rozza di quella dei quotidiani di destra.
Beppe
Assai superficiale, soprattutto per quanto riguarda i problemi del Paese.