Su invito della rettrice Alessandra Petrucci, le tre soubrette dell’avanspettacolo religioso di Firenze si sono esibite per gli studenti l’altro ieri nell’aula magna dell’università di Firenze, dove contano di tornare per pregare insieme, così dicono, come se il tempio laico del sapere non fosse in solenne contraddizione con le verità rivelate.
Ma neppure nella bizzarra circostanza il santo abate di San Miniato Bernardo Gianni, col rabbino capo Gad Piperno e l’imam Izzeddin Elzir hanno speso una parola in difesa di Marco Carrai, il presidente della Fondazione Meyer, di cui alcuni dipendenti dell’omonimo ospedale pediatrico chiedono le dimissioni per manifesta incompatibilità con il codice etico dell’istituzione.
Convinti di rappresentare l’intero personale e non una modesta frangia de sinistra, oltre che d’incarnare tutta l’estesa gamma dei diritti umani, i suddetti ‘lavoratori’ ce l’hanno con Carrai in quanto console di Israele. Evidentemente tifosi di Hamas, se non proprio lieti dell’eccidio del 7 ottobre, costoro addebitano a Israele la guerra in corso a Gaza, che sta purtroppo costando la vita anche a numerosi civili.
È oggettivamente una brutta storia, ma lo è anche il parteggiare implicito per un terrorismo che si fa scudo di ostaggi, donne e bambini, di scuole, moschee e ospedali. Tutti auspicano una giusta pace in Palestina, ma è ovvio che cessare il fuoco in questo momento favorirebbe Hamas, come avrebbe favorito Hitler se gli alleati si fossero fermati ai confini della Germania.
É appunto quanto Carrai ricorda in una replica molto amareggiata rivolta essenzialmente a moderati e progressisti e ai loro pavidi rappresentanti, così preoccupati di apparire super partes, mentre la sinistra scende in piazza per manifestare genericamente per la Palestina (comprese Hamas e Jihad) e indicativamente contro Israele.
A parte alcuni di destra, scrive Carrai, “sono stato lasciato solo”. Difatti, che si sappia, né il governatore Giani, né il sindaco Nardella e neppure le tre girl di sinistra candidate sindaco, nessuno di quel versante si è pronunciato a suo favore. Zitto più che mai l’Imam Izzeddin, così querulo quando doveva chiedere aiuto anche a Carrai per la moschea, e quando ha capeggiato il corteo contro il ‘genocidio’ a Gaza.
Brilla nel documento dei sedicenti “lavoratori del Meyer” l’assenza assoluta di riferimenti al 7 ottobre, alle donne stuprate e trucidate da Hamas, ai bambini rapiti e decapitati. “Non una parola”, accusa Carrai, “Le mie sono invece sempre le stesse: le guerre sono tragiche e non dovrebbero mai accadere, ma c’è il terrorismo di Hamas… che dobbiamo fermare come fermammo Hitler e l’Isis, allo scopo di creare due Stati e due popoli, anche per la sicurezza. dei palestinesi, che sono vittime di Hamas, oltre che per gli ebrei, che neppure a casa oggi possono sentirsi sicuri”.
Chiaro no?
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