Nell’intervento fatto agli Stati Generali dell’economia Visco ha praticamente enunciato il programma di un governo che ha cuore il rilancio del paese. Sintetizziamo il suo discorso in 10 punti:
- Il principale problema della nostra economia è da oltre 20 anni la bassa crescita e la scarsa produttività. Le proiezioni demografiche, anche considerando l’apporto positivo dell’immigrazione, peggiorano il quadro. Nei prossimi 15 anni la popolazione in età da lavoro si ridurrà di 3 milioni di unità;
- Per riportare la dinamica del PIL almeno all’1,5 % serve un incremento medio della produttività del lavoro di quasi un punto percentuale all’anno. Le risorse vanno indirizzate dove è possibile ottenere i rendimenti sociali più elevati;
- Potenziare lo sviluppo infrastrutturale del Paese;
- Riformare la Pubblica Amministrazione, mettendola al servizio dei cittadini e delle imprese. Semplificare le procedure, motivare e responsabilizzare il personale. Rendere la giustizia più veloce mettendola in grado di assicurare il pieno rispetto delle regole;
- Investire sull’innovazione sviluppando i settori ad alto contenuto innovativo, puntando su un’economia più rispettosa dell’ambiente, risolvendo i problemi di fondo di scuola e università;
- Salvaguardare il nostro patrimonio naturale e storico artistico rilanciando e potenziando il turismo;
- Le risorse per finanziare questi interventi possono venire da una ricomposizione del bilancio pubblico, da un recupero di base imponibile, da una riduzione del premio di rischio sui titoli di stato, da un uso pragmatico e accorto dei fondi europei;
- È necessario anche ripensare la struttura della tassazione che deve porsi l’obiettivo di ricomporre il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi;
- È indispensabile puntare sullo sviluppo del Mezzogiorno migliorando l’ambiente in cui operano le imprese, in primo luogo con riferimento alla tutela della legalità;
- È essenziale abbandonare l’illusione che i fondi europei siano gratuiti. Il debito dell’Unione europea è un debito di tutti i Paesi membri e l’Italia contribuirà sempre in misura importante al finanziamento delle iniziative comunitarie perché è la terza economia dell’Unione.
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roberto-pt
Se pensasse a fare bene il proprio lavoro invece di insegnare agli altri come farlo……. E mi riferisco a Banca d’Italia. I 10 punti potevo scriverli anche io. Magari ci spiegasse come declinare almeno uno nel concreto…..