La politica sotto l’ombrellone assomiglia ad una partita a scacchi, tra due campioni, con un sistema di gioco diverso, ma soprattutto con differenti prospettive. Il match si annuncia interessante e non mancheranno ulteriori colpi di scena. L’atteggiamento delle rispettive tifoserie è uno spettacolo nello spettacolo. Uno dei due giocatori è cinico, oltre ogni dubbio, l’altro senz’altro pragmatico, ma non certo privo di fantasia. Ciò che li accumuna è una certa spregiudicatezza che, a ben guardare, è la conseguenza diretta del loro stile. Il destino vuole che abbiano lo stesso nome: Matteo. Due uomini profondamente diversi. Due leader in campo e anche fuori. Senza dubbio! Da una parte, come detto, il cinismo, dall’altra il pragmatismo. La posta in palio va oltre la scacchiera. Il ‘cinico’, nel preparare la partita, ha chiesto pieni poteri, e certamente vorrebbe cambiare le regole del gioco e se possibile anche truccarle. Infatti mal sopporta le norme internazionali e si dice che suoi emissari stiano lavorando per cambiarle, con metodi tutt’altro che ortodossi. Vuole vincere facile e la folla alle sue spalle lo incita a gran voce. il ‘pragmatico’ pare non avere nemmeno il sostegno del pubblico ed è addirittura abbandonato dal suo stesso team, che anzi lo vorrebbe licenziare. È c’è chi sostiene che lui stesso voglia lasciarlo. Detta così la partita pare già decisa prima di iniziare. Eppure non è così scontata. Almeno questa è la speranza dei pochi aficionados del pragmatico, anche se i bookmakers lo danno 10 a uno. Eppure c’è dibattito, attorno ai due campioni. La stampa specializzata, specie quella internazionale, giudica il gioco dello cinico molto pericoloso e c’è chi giura che sia pronto perfino a far crollare tutti i pezzi della scacchiera pur di vincere la sfida. La partita però tarda ad iniziare. Il ‘cinico’, come previsto da qualcuno, ha paura di giocarla. Lui che punta tutto sulla paura se la fa addosso. Perciò annuncia di voler giocare una nuova partita. Lo fa in giacca e cravatta, mostrando inusitato aspetto. Il lupo, insomma, si traveste da agnello. I suoi costumisti forse glielo hanno suggerito. Annuncia che il gioco fin qui svolto non conta nulla. Una giravoltola improvvisa, una mossa di arrocco. La reazione del pragmatico è immediata: se vuoi giocare una nuova partita, ritirati da questa. Sarà il presidente della giuria a decidere come giocare la prossima! Il ‘cinico’ fiuta il pericolo e fa una inversione ad U. “Non mi ritiro! Continuo, anzi mi impegno per ridurre i pezzi sulla scacchiera. Il pragmatico reagisce con sarcasmo: “quando volevo ridurli io, fui accusato di spaccare il gioco più bello del mondo!”. Il cinico si è accorto che la nuova partita non si giocherà subito e lui stesso prende tempo. C’è nell’aria una ritirata strategica. Si decide di non decidere. Come suo costume, il cinico si mostra spavaldo nell’atteggiamento, ma poco concreto. Promette grandi mosse, si fa fotografare la pancia incipiente sul bagnasciuga, ma poi resta lì solo a pavoneggiarsi. La partita quindi, per ora, non si gioca. Tutto rimandato a dopo Ferragosto. L’idea di molti è che la strategia, più che sotto l’ombrellone si discuterà nei palazzi, nonostante il caldo torrido e ci sarà sicuramente un gran dispendio di aria condizionata … dalle correnti. Il cinico preparerà più scacchiere, l’altro ne terrà nascosta una tutta sua. Ne vedremo delle belle!
La partita a scacchi
I due Matteo dimostrano di essere gli unici due leader in campo. Uno, cinico, l’altro, pragmatico. Il cinico prepara più scacchiere, l’altro ne tiene nascosta una tutta sua. Popcorn dopo Ferragosto.
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