La sorte del Governo Conte-Bis sembra essere sempre più legata alle decisioni di Italia Viva e del suo leader Matteo Renzi.
Eppure proprio l’ex Premier è il primo a sapere che il Colle più Alto non potrebbe avallare alcuna crisi al buoi soprattutto in un periodo tanto delicato per il Paese.
L’unica alternativa all”Esecutivo giallo-rosso potrebbe essere un Governo istituzionale capace di coinvolgere molti (se non tutti) i partiti.
Al di fuori di questo scenario -come ha ben sottolineato la velina “sfuggita” agli uffici stampa del Quirinale- ogni azzardo porterebbe dritti alle elezioni: uno spauracchio per molti attori di maggioranza.
Il resto: minacce di dimissioni, sfiducie personali, sit-in di piazza, avvisi di sfratto più o meno arcigni, è fuffa!
Chiunque dovesse abbandonare la nave del Conte-Bis nel momento di massima difficoltà per il Paese (e l’uscita dalla pandemia si appresta a diventare per l’Italia uno dei periodi più duri della storia repubblicana) si esporrebbe ad un dileggio decisamente insopportabile per ogni forza politica soprattutto per quelle che hanno ispirato e voluto strenuamente l’Esecutivo giallo-rosso.
Quindi calma e gesso!
Come ha sottolineato il Prof. Massimo Cacciari: “l’Italia nelle settimane a venire avrà bisogno di misure talmente potenti da far tremare i polsi ad ogni Governo”.
È in quell’istante (la fase 3 o 4 della pandemia) che potrebbero aprirsi le condizioni per la rivisitazione della maggioranza con l’eventuale insediamento di un “Governo del Presidente”; ovvero di una esperienza di amplissima condivisione ed alta autorevolezza basata su un programma eccezionale, chiaro, concreto e ragionevole (aggettivo assai indicativo utilizzato dal Presidente Mattarella in occasione del messaggio del 1 Maggio).
Non esistono scorciatoie!
Qualsiasi mossa azzardata costerebbe cara all’avventore (il tempo dello “stai sereno è lontano) e finirebbe addirittura per rafforzare l’attuale “incerto” Governo al quale nonostante tutto, nonostante i mille comitati di esperti, la clausura forzata, le cabine di regia, i tanto odiati DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri non ratificati dal Parlamento), deve essere riconosciuto il merito di traghettare il Paese fuori da uno tsunami sanitario neppure immaginabile appena qualche mese fa.
Resta il dopo. Forse quella sarà un’altra storia anche per l’Esecutivo. Ma ora non c’è fuori pista che conduca alla mèta di una crisi di Governo. Adesso Sergio Mattarella come la realtà (sempre preziosa consigliera) ed il buon senso non lo permetterebbero.
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