Il 27 novembre si sono registrati 827 morti, 3.854 dalla domenica. Sono vittime che a me destano più di una preoccupazione. Altro che discussioni su giallo, rosso o arancione.
Impreparazione e improvvisazione, annunci mediatici, superficialità e spregiudicatezza. L’azione del governo in epoca di pandemia è ben descritta dall’appello di numerose personalità a sottoscrivere un documento che chiede trasparenza sugli atti, sugli acquisti, sui piani: in sostanza chiede le cose che dall’inizio della pandemia il “Migliorista” andava chiedendo. Di mezzo ci sono la salute degli italiani e i diritti inviolabili della persona. E dall’inizio di questa vicenda sostengo che la convergenza tra le forze politiche è un obbligo per tutti, e in primo luogo per il governo, che avrebbe dovuto fin dall’inizio coinvolgere tutte le forze nella sede deputata a rappresentare la volontà popolare: il Parlamento.
E la cosa più preoccupante è che non si sono messi in atto dispositivi, azioni e procedure per una possibile terza ondata. Si confida che passi la tormenta, grazie al fatto che gli italiani stanno a casa e responsabilmente usano la mascherina e stanno a distanza fisica: ma che cosa fanno governo, ministero della sanità e enti pubblici non è dato sapere. Chi abita in Lombardia subisce poi anche i danni di una gestione scellerata, oserei dire criminale, della sanità e della emergenza covid, non solo della prima ma anche nella seconda fase: 16.626 morti nelle prime ventisei settimane dell’anno, e 4.767 nelle seconde ventidue settimane, ovvero 21.393 decessi che sono il 40% dei poveri cristi scomparsi in Italia a causa del covid (53.677).
E francamente trovo, a dir poco, sconcertante e offensivo nei confronti dei cittadini, che si continui a parlare di “modello Italia” che gli altri Paesi avrebbero imitato: secondo i dati ufficiali, i morti per milione di abitanti sono 861 in Italia, 833 in Gran Bretagna, 779 negli Usa, 770 in Francia, 649 in Svezia, 464 in Svizzera, 278 in Austria, 181 in Germania, 58 in Norvegia, 70 in Finlandia. In Europa gli unici Paesi con un dato superiore al nostro sono il Belgio (1.387) e la Spagna (942).
Invece di discutere tra Stato e Regioni, a maggio, sui parametri (21 o 5) che avrebbero dovuto servire a prevenire la diffusione, si aspetta che la seconda ondata sia nel pieno della sua diffusione. Poi il rimpallo tra governo e Regioni sfocia nella discussione sul colore delle regioni, determinato da dati tenuti nascosti all’opinione pubblica e agli scienziati a tal punto che fanno pensare più a decisioni politiche che a scelte ponderate scientificamente.
Intanto, ciascuno di noi, sano, positivo, sintomatico o asintomatico, si ritrova, solo, a fronteggiare la situazione e, quando può e se può, ciascuno di noi ricorre alla sanità privata per i tamponi, per i test, per i vaccini. Domanda: ci sarà un “ristoro” per chi ha dovuto ricorrere alle strutture private poiché non ha trovato soddisfazione in quelle pubbliche?
Il vertice della drammatica irresponsabilità del governo è rappresentata dalla vicenda delle scuole: si poteva organizzare tutto per tempo, c’erano mesi e mesi a disposizione, per predisporre orari differenziati, adeguati trasporti pubblici (anche ricorrendo ai bus turistici), procedure sanitarie idonee a garantire la presenza fisica nelle scuole di alunni e insegnanti con misure di controllo continuo e di isolamento di eventuali focolai di infezione. Dimenticavo: la Ministra Azzolina ha detto che ha inventato la didattica a distanza, che fa il paio con “questo lo dice Lei”.
Si dice che la seconda ondata sia avvenuta in concomitanza con l’apertura delle scuole, ma non c’è nessun dato che sostenga questa tesi, come quella della chiusura dei teatri o delle strutture di pubblico spettacolo. Si va a caso, e si generalizza, ma nessuno ci ha mai detto che in quella scuola, in quella classe o in quel teatro si sono verificati un tot numero di casi. Faccio presente che a settembre, insieme con l’apertura dell’anno scolastico (si fa per dire) ci sono state anche le elezioni che hanno coinvolto decine di milioni di italiani.
E nessuno è stato più in grado di risalire ai contatti dei positivi. L’app Immuni non è servita a nulla (quanto è costata?) e non si sono creati i “rintracciatori”: si potevano usare i “navigator” pagati per non fare niente. E adesso qualcuno ci dice cosa ha predisposto per la prossima ondata, quella che tutti gli scienziati prevedono per i mesi invernali? No, figuriamoci. Si alimenta l’dea che il vaccino anti covid-19 risolverà tutti i problemi (ma quanto tempo ci vuole per vaccinare la fascia più debole, ovvero i dieci milioni di ultrasettantenni?) e intanto non si fa tesoro delle drammatiche esigenze di questi mesi (rafforzamento delle strutture territoriali, assistenza domiciliare, strutture covid pre-ospedaliere per l’isolamento dei positivi, ecc.).
Come ha perso tempo ad inventare improbabili “60.000 assistenti civici”, l’impareggiabile Ministro Boccia è tutto preso dalla discussione sul Natale, i cenoni e le messe. Invece di tacere e discutere prima con i Vescovi, si lancia nel ruolo di Ministro del culto cattolico: “non è un’eresia far nascere Gesù bambino due ore prima e immaginare di anticipare di un paio d’ore le messe”. Il Ministro se ne esce con questa affermazione mentre migliaia di persone si radunano davanti allo stadio di Napoli per ricordare Maradona. Per inciso, grande giocatore, ma farne una icona “sociale” e “politica” del “riscatto del sud contro il ricco nord”, mi pare francamente esagerato e grossolanamente sbagliato paragonarlo a un combattente per i diritti civili e contro la guerra del Vietnam, come Muhammad Alì. Ah, dimenticavo che per l’ineffabile Boccia andare al San Paolo a vedere Maradona “era come andare a teatro”: nessun attore si offenda più quando diranno che recita coi piedi.
Per i funerali dei nostri cari è stato messo un limite di partecipanti, ma per Maradona si possono fare tutti gli assembramenti che si vogliono. Non una parola di biasimo dal governo, o dai telegiornali pubblici e privati. Ah, forse, è un problema di ordine pubblico.
Del resto, in questo Paese nulla è come sembra e nulla è grave: qualcuno poi ci penserà.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle ma in noi stessi.” “Buona notte e buona fortuna.”
(questo articolo con il consenso dell’amministratore del blog, è stato ripreso dal sito www.ilmigliorista.eu)
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