La guerra di Firenze alle nuove locazioni turistiche
Il decisore comunale, con queste norme di blocco improvviso alle future locazioni turistiche, comprime il principio della proprietà privata, limitandone l’uso in modo discriminatorio, e pertanto deprezzando gli immobili ormai non registrati per locazioni turistiche rispetto a quelli già registrati.
E’ ormai sulla cronaca nazionale l’iniziativa del Comune di Firenze che ha posto uno stop totale alle nuove locazioni turistiche nel centro storico (cioè quegli affitti di pochi giorni prevalentemente per turismo, stile airbnb, oppure per lavoro o altri motivi). Ciò è stato fatto attraverso innovative e controverse restrizioni di tipo urbanistico collegate all’iscrizione o meno al registro della tassa di soggiorno comunale. L’auspicio dei promotori alla base di questa novità consisterebbe nel fatto che, mettendo il blocco alle locazioni turistiche, il centro storico possa diventare molto più abitato da fiorentini e meno da stranieri e persone di passaggio per turismo o altre ragioni, cioè costringendo i proprietari che non si erano registrati ad affittare solo per lunghi periodi. Inoltre lo scopo collegato dichiarato è quello di attenuare il fenomeno del cosiddetto “overtourism” (che in inglese significa letteralmente “troppo turismo”). Al di là della legittimità costituzionale e amministrativa dell’operazione, è possibile che già ci troviamo davanti ad un nuovo e originale esempio di clamoroso statalismo fallimentare e dagli effetti imprevisti. Il decisore comunale, infatti, con queste norme di blocco improvviso alle future locazioni turistiche comprime il principio della proprietà privata, limitandone l’uso in modo discriminatorio, e pertanto deprezzando gli immobili ormai non registrati per locazioni turistiche rispetto a quelli già registrati. Quelli rimasti fuori infatti, ad esempio in caso di compravendita futura, avranno questa tara che toglierà ad essi ovviamente molto valore, anzi sta già diffusamente avvenendo a quanto riferiscono alcuni agenti immobiliari intervistati dai principali giornali. Ciò può riguardare soprattutto prime case, ma ugualmente anche seconde, etc., ossia tutti gli immobili residenziali in centro. Senza poter ora entrare nel merito, la storia ci insegna che quando un “illuminato” dirigismo centrale si muove per costringere gruppi di privati e liberi cittadini a determinati comportamenti economici, raramente si raggiunge lo scopo prefissato ma anzi sovente si generano effetti addirittura contrari se non anche imbarazzanti. E’ infatti successo a Firenze in questa occasione. Come? Centinaia e centinaia di fiorentini residenti in centro proprietari di immobili, si sono registrati nel portale della tassa di soggiorno comunale al solo annuncio delle restrizioni, e pure durante l’iter fulmineo del provvedimento portato avanti dal Comune. Si sono registrati in extremis chiaramente per salvare il valore della propria casa, spesso prime case e appartamenti normalissimi della classe media. E chissà che – e qui veniamo ad ulteriori effetti imprevisti – essendosi questi ormai registrati, non venga anche a loro davvero l’idea di farla qualche locazione breve in più ai turisti! Sembra insomma proprio di essere davanti ad uno statalismo che non risolve nulla, distorce in modo maldestro il mercato abbattendo il valore di di tanti immobili fatto di sacrifici e trasferendo quel valore a vantaggio di chi già si era registrato. Infine ci sono gli alberghi che sono legittimamente contenti di questa misura protezionistica e chiaramente difensiva nei loro confronti.
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