12 anni fa cominciava la grande crisi e da allora, sia negli Usa che in Europa le banche centrali si sono saldamente insediate al volante: non si è trattato di piloti professionisti, ma per lo meno gli unici dotati di patente.
La politica, con le cinture ben allacciate, è rimasta a sbraitare per il presunto torto subito sul sedile posteriore, ben consapevole che il tragitto da coprire era troppo pericoloso e tortuoso per rischiare una uscita di strada e assumersi poi le colpe. Oggi, la strada è tornata pianeggiante, seppur con qualche buca non segnalata, e la politica prova a rialzare la testa, vuole il comando. Ci prova Trump in America, con i suoi strali contro il rialzo dei tassi di interesse e sbandierando una riforma fiscale «epocale» per il sistema. Ma è anche vero che il grande piano di infrastrutture è rimasto nel dimenticatoio e che la guerra dei dazi finora ha prodotto più confusione che benefici all’industria americana e alla stabilità dei mercati finanziari.
In Europa invece i politici la testa continuano a tenerla bassa e aspettano a rivendicare il ruolo di piloti. Meglio aspettare le elezioni di maggio, almeno poi si saprà in che direzione rialzarla. Il percorso è ancora accidentato ed evidenti sono le responsabilità di chi ha fatto andatura appena prima di…”giocare a nascondino” (che poi fa rima con Schettino..).Diciamocelo: la disciplina fiscale, tanto pretesa dai teutonici ha fatto danni. La gestione della crisi del debito della Grecia, che si poteva risolvere con qualche decina di miliardi si è trasformata in uno tsunami che ha rischiato di travolgere l’Euro e la stessa Unione, infettando, (per contrappasso), proprio la Germania e tutte le economie da essa dipendenti (Italia in primis). Per fortuna che in tutta questa confusione, abbiamo trovato un pilota eccezionale: il capo della Bce Mario Draghi.
Se a fine mandato (novembre) potessimo scambiare la sua poltrona di presidente BCE con quella di presidente della Commissione Europea, il programma sarebbe “bell’e pronto”: 1) Rafforzamento unione bancaria, con tutela dei depositi e condivisione del rischio, 2) grandi aggregazioni tra banche (come i campioni di livello americano) 3) armonizzazione della fiscalità europea 4)creazione di un mercato comunitario del lavoro, con un sistema armonizzato di welfare.
Sarebbe un bel progresso, magari non epocale come chi ha già sconfitto la povertà,(…) ma una maratona si finisce un passo alla volta, o meglio…. e per restare in tema, un circuito si completa curva dopo curva.
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