Nelle settimane recenti, l’economia internazionale ha mostrato evidenti segnali di decelerazione con un maggiore grado di eterogeneità degli andamenti tra i paesi. Tra i fattori di rallentamento ci sono l’incertezza generata dal processo ancora incompiuto di Brexit e gli effetti delle perduranti tensioni sui dazi tra Stati Uniti e Cina.
In Italia, il recente andamento del settore manifatturiero conferma la fase di difficoltà di tenuta dei livelli produttivi.
L’occupazione si è mantenuta sui livelli dei mesi precedenti e il tasso di disoccupazione ha segnato una lieve diminuzione. Sebbene il tasso di occupazione sia tornato sui livelli pre-crisi, soprattutto per effetto del significativo aumento di occupati temporanei, il processo di riduzione della disoccupazione appare ancora lento.
La riduzione dei prezzi dei beni energetici ha contributo al forte rallentamento dell’inflazione italiana e di quella dell’area dell’euro. Il differenziale rimane a nostro favore in tutti i principali raggruppamenti, ad eccezione dell’energia.
A dicembre, l’indice del clima di fiducia dei consumatori ha segnato un ulteriore calo diffuso a tutte le componenti: le aspettative per il futuro hanno registrato la diminuzione più sostenuta e le attese sulla disoccupazione sono aumentate. Nello stesso mese, anche la fiducia delle imprese è peggiorata in tutti i settori economici a esclusione del commercio al dettaglio. L’indicatore anticipatore ha segnato una nuova flessione, suggerendo il proseguimento dell’attuale fase di debolezza del ciclo economico italiano.
Comunicato stampa Istat dell’11 gennaio 2019
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