Nella vicenda dell’orsa trentina, al di là delle questioni di carattere etico e culturale di cui ho già tentato di parlare, mi pare emergere un aspetto particolarmente inquietante e dai connotati piuttosto ripugnanti: quello che spesso abbiamo potuto riscontrare nei Governatori di Stati del Sud degli USA quando decidono , soprattutto in prossimità di scadenze elettorali e comunque allo scopo di sollecitare il consenso di settori specifici di elettorato, di far eseguire le condanne a morte “in attesa”, meglio ancora se di afroamericani. Ho l’impressione che questa fattispecie si adatti perfettamente al ruolo che sta giocando il Presidente della Provincia di Trento, che manifesta una tigna particolare per far eseguire al più presto e senza tante discussioni la sentenza di morte. Perfino la famiglia del runner morto non invoca la pena capitale; come tutti comprende che la pena capitale esercitata su un animale che ha agito per istinto perché probabilmente temeva per i suoi cuccioli è fuori dal mondo. Un puro e semplice spot truce, per titillare la voglia di soluzioni finali che alligna nell’elettorato di riferimento di Fugatti (anzi, sull’orsa la soluzione finale si può esercitare con molti meno problemi che sui migranti…). Problema? Soluzione!
La filosofia del Bar assurge a ideologia e prassi di governo!
Di questo trumpismo de noantri, spietato, strumentale e straccione facciamo volentieri a meno.
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