Dicono che non è il momento di aprire una crisi di governo con la pandemia in corso. Il presupposto di questa affermazione è che ci sia un governo che sappia affrontare la pandemia: i dati sanitari ed economici non mi pare stiano a dimostrare una tale capacità.
Siamo, per numero di morti per milione di abitanti, fra i primi Paesi al mondo; abbiamo fatto il blocco della mobilità o l’isolamento (lockdown, dicono i più acculturati) più lungo. Abbiamo le scuole chiuse da più lungo tempo. Abbiamo l’economia in ginocchio e, come cessa il blocco dei licenziamenti e l’erogazione della cassa integrazione, andiamo incontro a un gravissimo problema sociale. C’è una confusione totale sui colori, un giorno rosso, l’altro arancione, poi giallo, forse bianco, ma forse domani chissà. Bar e ristoranti non sanno oggi se possono aprire domani e per quelli dei medi e piccoli centri urbani è un disastro maggiore (a pranzo, a chi danno da mangiare?). I teatri, i cinema sono chiusi da più lungo tempo e non si fanno esperimenti, controllati sanitariamente, per aprirli. E si potrebbe continuare.
Ma tanto ci sono i bonus, per tutto e per tutti: 120 miliardi o forse150, tutti a debito. Nel 2020 il debito pubblico supererà di 194 miliardi i livelli di fine 2019: eravamo nel 2019 al 134,8% del PIL saliremo al 160% con un debito di 2.603 miliardi (ad oggi). Ma l’unico debito che non si può fare è il Mes, 36 miliardi a tasso sotto zero, pronti da maggio, per la sanità.
Fra l’altro, si dice che non si può votare in epoca di pandemia: ma mi sono sognato io o abbiamo votato il 20-21 settembre 2020? Per il referendum sulla riduzione dei parlamentari (a cui non è seguito nessun provvedimento auspicato dal PD), per sette regioni (Campania, Liguria, Puglia, Veneto, Marche, Toscana, Valle d’Aosta) e per centinaia di Comuni: quasi trenta milioni elettori. E in un Paese, tranquillo, nell’area più tranquilla e pacifica del mondo, in piena pandemia e in piena campagna di vaccinazione ( gli riesce anche bene) vanno a votare in primavera, la quarta elezione politica in due anni. Ma si sa che gli israeliani sono particolari.
Ma comunque in Italia non si vota. Ci sono pronti i “responsabili”, che sono sporchi e cattivi se vanno in soccorso Berlusconi, ma sono saggi e salvatori della patria se soccorrono Conte, le 5S, Leu e il PD. Ah! adesso, per Di Maio si chiamano “costruttori”: con questo geniale colpo semantico è un’altra cosa.
Ma si può cambiare governo? E perché no? se il guidatore porta il bus a sbattere, non lo cambi? Ne hanno cambiati in Italia di governi, anche in periodi ben più drammatici. Nel periodo tragico della prima guerra mondiale, ci furono ben tre governi. Il governo di Antonio Salandra (detto Salandra II) si dimise il 18 giugno 1916 a seguito del fallimento della offensiva italiana in Trentino e sull’Isonzo; gli succedette Paolo Boselli che, dopo la disfatta di Caporetto, fu costretto a dimettersi (26 ottobre 1917, mentre la ritirata era ancora in corso) e fu sostituito da Vittorio Emanuele Orlando che durò fino al 19 giugno 1919. sfiduciato poi per gli accordi di pace di Parigi.
Certo, Conte è uno statista di ben altra levatura e poi quello che ha dovuto affrontare Conte è cosa ben più grave della “influenza spagnola” che in Italia, fra il settembre 1918 e il dicembre 1920, fece oltre 600.000 vittime, con una incidenza del 1,5% della popolazione (40 milioni di abitanti).
Oggi siamo ad appena 80.000 morti e poi chiedere il Mes…. (Monica Guerzoni Corriere 13 gennaio, resoconto del Consiglio dei Ministri della sera prima) “Gualtieri, Amendola, Boccia Provenzano hanno fatto a pezzi la richiesta-ultimatum di inserire nel piano per il Next Generation EU quei 36 miliardi del Mes per la sanità. E il prudentissimo Speranza (mia nota: il coraggio è stato dato in dote ad Arcuri) ha perso la pazienza “ dovete smetterla di strumentalizzare l’emergenza Covid (mia nota: come ? non sono loro a dire che non si può far cadere il governo Conte II perché c’è la pandemia?) Frase che Giuseppe Conte ha rilanciato con estrema durezza “Chi specula sul numero dei morti per chiedere il Mes offende la ragione e l’etica” Adesso ho capito perché Conte non parla mai delle vittime, durante le settimanali conferenze stampa (conferenze stampa. è un termine forte) a reti televisive unificate, per presentare gli innumerevoli (qualcuno sa il conto?) dpcm emanati da febbraio ad oggi: non vuole offendere la ragione e l’etica (sic!).
Secondo Annalisa Cuzzocrea (Repubblica 13 gennaio) “Conte e Boccia intervengono per dire come si tratti di un debito che non garantisce automaticamente (scritto così!) maggiore spesa sanitaria.”…. “È inaccettabile, è inaccettabile” dice Conte.” Per cui secondo i ministri del PD, il Mes è il solo debito che non si può fare: quello destinato alla sanità, e chi dice che c’è bisogno per i malati, per il numero dei morti, per le scuole chiuse è un provocatore. Ed è veramente imbarazzante leggere la dichiarazione di Casalino Franceschini: “In Consiglio dei Ministri ho ribadito che chi attacca il Presidente del Consiglio attacca l’intero governo e Conte sta servendo con passione e dedizione il proprio Paese nel momento più difficile della storia repubblicana”. Mi ha convinto: con Conte si mette in discussione il governo che non è all’altezza del compito del momento. E poi. Ma davvero il PD pensa di frenare la destra, arroccandosi a difesa di Conte? Ma non hanno ancora capito che una cosa è impedire a Salvini di avere i pieni poteri e una cosa è costruire una politica per il Paese?
Se il rischio delle elezioni anticipate è quello di consegnare il Paese alla destra, significa che il governo Conte II non ha fatto nulla per togliere consensi alla destra, anzi, l’ha rafforzata nella sua componente più di destra.
(questo articolo con il consenso dell’amministratore del blog, è ripreso da www.ilmigliorista.eu)
Lascia un commento