Sul Foglio di lunedì 1 novembre il direttore Cerasa ha messo in evidenza i risultati ottenuti da Mario Draghi, in carica dal 13 febbraio di quest’anno, in questi suoi primi 9 mesi di governo. Li riassumiamo per punti, inserendo anche, al punto 7), un ulteriore effetto della sua azione politica a livello internazionale:
- Abrogazione legge Bonafede
- Superamento Quota 100
- Revisione Reddito di Cittadinanza
- Accantonamento dell’idea del PD di aumentare la tassa di successione
- Approvazione nella legge di Bilancio dell’aumento delle indennità ai sindaci in barba alla campagne populiste contro i costi della politica
- Forte sostegno ad una politica europeista e antisovranista
- Netta ricollocazione dell’Italia nell’alleanza atlantica in barba alle suggestioni russe della Lega o cinesi del M5S.
In pratica, con il consenso di coloro che pochi mesi prima avevamo sostenuto l’esatto contrario, su tutti o parte dei temi evidenziati, Draghi è riuscito ad invertire di 180 gradi la rotta della nave-Italia portando avanti, nel contempo, una campagna vaccinale tale non solo da suscitare l’ammirazione di molti ma anche da collocare il nostro Paese al vertice, sotto il profilo sanitario, dei Paesi più virtuosi.
Qualcuno, pur riconoscendo questi risultati, obietta che, in fondo, il premier non è entrato del tutto nel merito dei problemi più controversi, pensioni, giustizia, politica sociale. Molte scelte sono state rimandate ad un secondo momento, se non proprio alla prossima legislatura. La notazione è vera però non tiene conto del fatto che l’inversione andava fatta con il consenso di chi aveva voluto e sostenuto le scelte precedenti. E visto che il tempo trascorso da allora non era misurabile in anni ma in mesi, sarebbe stato pretendere troppo passare direttamente dal nero al bianco. Anche perché, nel fare il passo intermedio, si pensi solo a Quota102 indicata come un primo passaggio verso “la normalità”, Draghi non ha assolutamente nascosto il senso di marcia delle nuove scelte.
Su tutto però, per chi ovviamente come noi si colloca in una visione europeista, riformista e liberaldemocratica, la soddisfazione somma, ancora una volta focalizzata con grande acutezza da Claudio Cerasa “vedere oggi i vecchi partiti populisti costretti a votare in Consiglio dei ministri e in Parlamento riforme, provvedimenti, leggi e decreti il cui fine ultimo è quello di mettere una pezza ai danni creati dai populisti è uno spettacolo incredibile, quasi pornografico, che giorno dopo giorno offre al paese una ragione in più per capire qual è il vero costo che un paese non può sopportare: affidare la sua guida ai professionisti del cialtronismo”. Applausi.
Mario Carmelo Guerrisi
Ho sostenuto, fin dal primo giorno d’insediamento di Draghi alla guida del miglior Governo del paese. Ho perfino titolato un mio pezzo, affermando: “Una vera fortuna, per gli italiani, avere Mario Draghi a capo del governo”. Non ho oggi, alcun motivo per cambiare opinione, anzi, il mio parere si é notevolmente rafforzato. Bene così e avanti tutta. Se qualcuno ha coraggio, dica apertamente che non va bene questa miracolosa impostazione e si vedrà, la reazione univica del paese. Certo, i primi tentativi, sebbene fatui, si starebbero concretizzando, proponendo il trasferimento di Draghi al Quirinale, bene però, la prima risposta del diretto interessato: “non sono interessato” – ha fatto intendere l’attuale Presidente del Consiglio – Ma ci sarebbe ancora altro: più voci farebbero intendere che Draghi, potrebbe metersi alla guida di un suo e nuovo partito. Anche questa é soltanto una “balla”, messa lì, pensando che ” il pesce abbocchi all’amo”. Niente da fare, invece, Super Mario, tira dritto per la sua strada e se mai, si dovesse presentare l’occasione, si potrà essere certi, che lui, non si presterebb mai a tali giochini! E così. magari, “vissero tutti, felici e contenti”. (M.G.)