Credevamo di aver visto toccare il fondo quando a Novara sfilarono vestiti con le divise del lager e in mano i cartelli contro la “dittatura sanitaria” che imponeva il Green pass (a quei tempi il tabù dell’obbligo vaccinale non era ancora stato violato). Per nostra fortuna sono ancora vivi dei reduci che ad Auschwitz ci entrarono da bambini, come la senatrice Liliana Segre che provò a spiegare a quegli ignoranti di storia l’offesa e l’oltraggio contro le vittime dell’Olocausto contenuti nel loro gesto.
E invece no: poi abbiamo assistito anche alla nascita della Commissione Dubbio e Precauzione, in una grigia giornata di dicembre, a Torino; dove si sono incontrati i massimi teorici della dittatura sanitaria e relativo complotto di Big Pharma. Studiosi con alle spalle anni di insegnamento universitario e pubblicazioni rigorose, come Agamben e Cacciari, ignari però di un principio semplicissimo e banalissimo quale il “primum vivere deinde philosophari”: per cui se non ci vacciniamo rischiamo di finire in terapia intensiva e non potremo più leggere e neppure pensare.
Ma la vera perla della retorica nogreenpassista e novaccinista (ormai è chiaro a tutti che no green pass e no vax stanno a indicare lo stesso universo di persone) ce la siamo sorbita grazie al giurista Ugo Mattei: un altro degli illustri fondatori della sopra citata Commissione, il quale è montato su un minuscolo palco e, microfono in pugno, ha arringato un pubblico di fans manifestanti in una piazza torinese.
Che ha detto di nuovo il professore rispetto alle teorie che ci avevano già illustrate nel convegno dei dubbiosi e in numerosi interventi in tutti i talk televisi? Ci ha spiegato che siamo in un regime molto simile a quello fascista; e fin qui potevamo anche limitarci a ridere: ne avevamo viste e sentite di peggiori, e dopo la sfilata con il pigiama a righe eravamo in un certo senso preparati a tutto.
Ma poi il professor Ugo Mattei ha detto che lui e quelli come lui oggi sono la Resistenza: che praticamente fanno i partigiani. E questo è troppo, qui si va ben oltre il ridicolo, non lo possiamo tollerare.
Che direbbe Beppe Fenoglio del partigiano Ugo? Non gliela vorrebbe dare una pedata nel sedere?
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