Alla morte di Andrej Bogoljubskij nel 1174 giustiziato per i gravi soprusi compiuti, la Rus Kiviana era ormai in grave declino. Le orde Tartaro mongole premevano verso ovest, quando Kyiv nel 1240 era di nuovo distrutta, occupata e sottoposta a pagare tributi all’invasore. Nel nord ovest rispetto a Kyiv, si consolidava attorno alla fine del XII secolo il regno dei Cavalieri Teutonici i cui presidi e capitali erano il grande castello di Malbork, oggi in Polonia e Koningrad, oggi Kalinigrad, enclave russa eredità dall’unione sovietica dopo che era stata occupata alla fine della seconda guerra mondiale attraverso gli accordi tra i vincitori a Yalta, Posdam e preceduti da quelli di Teheran.
È nel 1242 la battaglia del “ Lago ghiacciato “ tra i cavalieri teutonici e il principe Alexander Nevskij di Velikij Novgorod, celebrato nel film di Eseinstein per la propaganda sovietica, dove i cavalieri sprofondano nel lago ghiacciato di Peipsi. La memorabile scena filmica, è un falso storico. Nulla è stato ritrovato, nemmeno un elmo di quei cavalieri il cui ordine era nato circa centotrenta anni prima in difesa di Gerusalemme per volontà dei mercanti di Brema e Lubecca.
Il culmine dell’espansione tartaro mongola, coincise con la nascita e l’evoluzione del regno di Danilo di Galizia nel XIII secolo, che da Leopoli risollevò le sorti degli slavi, ormai riconosciutisi per la comune lingua molto simile a quella dei testi della Chiesa ortodossa tradotti con il nuovo alfabeto nel IX secolo dopo Cristo dai due frati bulgari, Metodio e Cirillo: lo slavo meridionale, poi identificato con l’ucraino, aveva una estensione con poche varianti, dalle Lettonia al kuban, alle terre nere del Volga.
Il declino ad ovest del grande impero originato da Gengis Kan, aveva pian piano perduto pezzi dal 1297, vivente ancora Dante Alighieri. Il secolo che si apprestava a venire, vide l’evoluzione e l’affermazione del dominio lituano, nell’ epoca di Giotto a Donatello. Questo nuovo stato che per due secoli avrà grande forza e influenza fino alla confederazione con la Polonia, incontrava ai confini nord occidentali, l’ ordine teutonico e la Polonia con capitale Lublino, il principato di Velikij Novgorod, la Repubblica di Pskov e l’Ordine di Livonia. Ad est i suoi confini coincidevano con il principato di Vladimir Suzdal’. A sud ovest con il regno di Ungheria, la Polonia e Moldavia, a sud c’era il Canato di Crimea, limitato dal fiume Dnieper dove si stavano stabilizzando con il Sic, o fortezza, i celebri cosacchi dello Zaporozhye. Oltre a quelli del Don, ad est, a nord est c’era lo Zarato, o Granducato di Moscovia, ancora sotto il Kanato Tartaro mongolo.
Kyiv stava riemergendo lentamente in quel periodo e i suoi principi furono gli ultimi a difendere le mura di Costantinopoli dall’assalto turco, quando il dominio Lituano aveva raggiunto la sua massima estensione dopo il regno di L’viv, Leopoli, di Danilo I di Galizia e dei suoi successori. Fu durante il regno di Ladislao II Jogaila che nel 1386 la Polonia, rafforzò il suo Stato con un primo accordo con i Lituani nella Conferenza di Kemo. Nel medesimo anno ci fu la conversione al cristianesimo dell’ultima popolazione rimasta ancora pagana in Europa, cioè quella lituana.
Il XV secolo debuttò con il rafforzamento commerciale della Lituania, che trovò nei monti Carpazi l’incontro di nuove vie commerciali e di espansione economica, mentre a Malbork nel 1410 i Cavalieri Teutonici, che cercavano di espandere il loro regno monastico già consolidato a nord sul Mar Baltico, furono sconfitti a Grunwald dai lituano polacchi.
L’espansione moscovita sotto i principi tartari nel XV secolo, fruttarono la caduta di Velikij Novgorod e Pskov sotto i colpi di sanguinosi assalti e stragi di civili durante i reggenti prima di Ivan Grozny celebrato come il “Terribile”, che assassinò suo figlio; cosa assai frequente attorno al 1560. Erano gli anni che coincidevano con la Controriforma romana e con quelli di Elisabetta I d’Inghilterra, di Cosimo I de’ Medici, salito al potere, rafforzato dalla conquista della Repubblica di Siena.
Per nulla “ Zar di tutte le Russie “, Ivan Grozny aveva cercato di espandere il suo regno che da tempo aveva spostato la capitale da Vladimir nel principato di Rostov Suzdal’ a Mosca. Per affrancarsi dall’influenza tartara respinta sempre più verso est, Ivan IV ebbe molti problemi con i boiardi di cui comunque per legge aveva su di loro, diritto di vita, o di morte. Il mito di “zar di tutte le russie”, è l’emblema della diffusa ambiguità che da sempre li contraddistingue. Il mito fu costruito nei secoli, diffuso per secoli, mentre ancora il regno non aveva la forza che seguirà dopo altre vicende alla morte di Boris Godunov ultimo dei Gengisci al potere dello zarato . In seguito al periodo dei “ Torbidi” che nelle più tipiche delle tradizioni, furono come ai giorni nostri costellato da omicidi, avvelenamenti e incidenti vari, portarono all’arrivo dei Romanov. Michael fu il capostipite, che ne aveva trasformato il nome da kubila, ovvero Cavalla. Qui, però, la confusione dei “Torbidi” ha manipolato la Storia, creato incertezza, in un guazzabuglio pazzesco, che farebbe riportare le origini ad Alexander Nevskij, forse un Rjurik, ad una ramo di discendenti indiretti dove una vedova, Nikita, che portava il nome Romanov, era andata poi in sposa a Ivan IV, che era tartaro. È in questo bailamme di falsità, il riferimento tra la dinastia dei Rjurik e dei Romanov, che la legge salica servì probabilmente a farla emergere. Non molto dopo della morte di Michael Kobila, figlio o nipote di Andrej, questa divenne tedesca attraverso la seconda moglie, Caterina I, di Pietro I. Questi, fu più figlio di un “ corno” di un principe georgiano che del vecchio Alessio il quale dopo la metà del XVII secolo aveva conquistato il potere. Il falso salto di dinastie servì per giustificare l’influenza su Kyiv e l’origine dei Romanov come regnanti emergenti affrancati dal decadente impero tartaro mongolo di cui in realtà erano diretti eredi. Il trapasso, segnò l’inizio del nuovo corso dello zarato moscovita, che inevitabilmente dovette scontrarsi con i lituano polacchi e con gli svedesi per emergere verso ovest, né più, né meno di quello che sta accadendo oggi che come allora vide nella “ Guerra del Nord” l’origine delle guerre d’invasione.
Enrico Martelloni
La cartina non corrisponde al momento storico descritto dal mio articolo. l’epoca di riferimento è quello della vera Rus, quella Kiviana, che dopo il 1240 tramonterà dopo secoli di vita travolta da molteplici problemi di successione e minata, come oggi, dai tartaro mongoli eredi di Gengis Kan.