Sono passati due anni esatti da quel 4 marzo 2018 che segnò per il Movimento 5 stelle un risultato storico: 32,7 per cento dei voti alle politiche. Doveva essere l’inizio di una vera e propria rivoluzione politica e culturale. Il programma era sintetizzato in 20 punti, definiti pomposamente “per la qualità della vita degli italiani”. Si andava dal “via subito a 400 leggi inutili” alla creazione di nuovo lavoro e nuovi lavori, dal reddito alle pensioni di cittadinanza, dalla diminuzione delle tasse a Quota 100, dalla riduzione dei costi della politica allo stop all’immigrazione, dal potenziamento della sanità allo stanziamento di 17 miliardi per aiutare le famiglie, dalla giustizia rapida ed efficiente alla riduzione in 10 anni di 40 punti del rapporto fra debito pubblico e pil, dal superamento della legge Fornero allo stanziamento di 50 miliardi nei settori strategici, dal NO TAV al NO TAP ed altre amenità del genere.
Un programma monstre che non teneva in alcun conto le compatibilità economiche e che si proponeva di spendere e spandere aumentando il deficit, tanto, questo il mantra del movimento, rafforzato poi dall’alleanza elettorale con la Lega, l’Italia doveva uscire dall’euro e dall’Europa.
Sappiamo tutti com’è andata. Non erano ancora passati tre mesi che l’Europa era diventata un punto di riferimento, altri sei mesi e i lavori per la TAV e il TAP riprendevano a pieno ritmo. Della cancellazione delle leggi inutili nessuna traccia, gli stanziamenti per famiglie e sanità non pervenuti e così via. Insomma la realtà aveva cominciato a prendere il sopravvento. Per la verità non in tutto. Quota 100 e reddito e pensioni di cittadinanza, andavano quasi subito in porto e le controriforme della giustizia, prescrizione e intercettazioni, iniziavano il loro nefasto percorso. E proprio le poche cose mantenute si sono assunte l’onere di dimostrare l’assurdità delle promesse.
I provvedimenti economici, reddito e Quota 100, quest’ultima in via sperimentale per tre anni, hanno subito dimostrato di essere uno spreco enorme di risorse senza produrre nessun effetto positivo (ricordate? “Tre nuovi posti di lavoro per ogni pensionamento”, oppure “il reddito di cittadinanza servirà a trovare il lavoro”, o ancora “i navigator faranno da tramite fra domanda ed offerta”, a proposito che fine hanno fatto?) e i provvedimenti sulla giustizia stanno riportando al medioevo la nostra civiltà giuridica.
A fare da cornice poi la spregiudicatezza dei comportamenti, cose che nemmeno il più bieco esponente della Prima Repubblica si sarebbe mai sognato, non solo di fare ma nemmeno di pensare. Solo due esempi, il tanto vituperato PD che in 24 ore è passato da nemico n. 1 a prezioso alleato, e il rovesciamento di 180 gradi della politica verso le banche che, al tempo dell’opposizione, erano additate come affamatrici del popolo.
Il risultato ora è sotto gli occhi di tutti. Due anni di governo, il paese fermo, l’economia in affanno (prima del coronavirus) e il consenso stimato dai sondaggi (quello reale per le zone dove si è votato è ancora inferiore) ridotto del 60 per cento.
Lo spettacolo di centinaia di parlamentari-fantasma che difendono con le unghie e con i denti la loro poltrona e le loro prebende è semplicemente impagabile. Purtroppo però per questa ubriacatura collettiva il Paese sta pagando un conto altissimo che saranno chiamate a saldare le giovani generazioni.
Ma il danno dell’irrompere dei grillioti sulla scena politica non si ferma solo a questo. Anzi, questo è forse il danno minore. Il problema vero è che il Movimento ha contagiato con le sue politiche demagogiche e populiste tutto lo schieramento politico. Ha spostato a sinistra il PD fino a portarlo all’abiura di gran parte dei principi liberaldemocratici nel frattempo acquisiti (come si spiega altrimenti il voto favorevole a quei mostri giuridici delle leggi sulla prescrizione e sulle intercettazioni?) e ha trasformato il centrodestra in uno schieramento non solo sovranista ma anche assistenzialista e statalista.
Ora, dopo solo due anni, il Movimento 5S si sta avviando a scomparire ma nel frattempo i danni, a breve e a medio-lungo termine, sono stati fatti. E anche il ritrovato bipolarismo destra-sinistra, almeno ad oggi, non sembra in grado di offrire al Paese una soluzione di governo moderna ed accettabile.
Mauri
Semplicemente condivisibile