Non hanno avvertito gli italiani di religione ebraica della comunità romana del prossimo attentato palestinese alla Sinagoga della capitale, ma alle forze dell’ordine che presidiavano la zona nei giorni delle festività avevano fatto capire in quei giorni di non trovarsi in zona.
Le meritorie “rivelazioni” del “Riformista” sui retroscena di quel maledetto attentato palestinese alla Sinagoga di Roma avvenuto il 9 ottobre 1982 portano a una deduzione-corollario su un cinico risvolto del tutto: in nome del Lodo Moro non furono avvertiti gli ebrei romani di quel che bolliva in pentola, eppure sono italiani, mentre gli appartenenti alle forze dell’ordine furono allertati.
In un paese normale questo Lodo Moro e chi lo ha inventato sarebbero stati processati per alto tradimento possibilmente davanti a una corte marziale. Invece in un paese non normale come l’Italia dobbiamo accontentarci di apprendere 40 anni dopo una verità che già tutti conoscevamo o intuivamo a grandi linee: l’Italia con il Lodo Moro non si è limitata a concedere un diritto di passaggio e una sorta di lasciapassare per i terroristi dell’Olp, ma li ha anche aiutati a compiere azioni potenzialmente omicide e stragiste. A Roma ci lasciò la vita Stefano Gay Tache cui poi – bontà loro- decenni dopo è stata intitolata una piazza nello stesso ghetto ebraico dove i terroristi seminarono morte con la complicità dei servizi italiani che obbedivano al Lodo Moro.
Per essere certi di ciò che noi tutti già sapevamo nella nostra intima consapevolezza abbiamo dovuto aspettare che l’ex premier Matteo Renzi togliesse nel 2015 la maggior parte dei segreti di stato che coprivano le nefandezze dei ’60-’80. E che qualcuno iniziasse a ficcarci il naso. Adesso presto o tardi sarà la volta delle informative Sismi sulla strage di Bologna. E anche qui ne vedremo delle belle: altro che neofascisti pagati da Licio Gelli. Anche su questa strage Cossiga la sapeva lunga. E sempre sui palestinesi e sul Lodo Moro puntava l’indice.
(questo articolo, con il consenso dell’autore, è ripreso dal giornale on line L’Opinione.it)
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