Bye-bye terzo polo! L’ascesa di Matteo Renzi alla direzione de Il Riformista, sancisce definitivamente l’archiviazione del progetto di Italia Viva e con esso del cosiddetto “polo di centro”.
Altro che partito unico o partito nuovo. Il passo di lato del Senatore fiorentino è una presa di distanza da tutto. Non certo dalla politica, ma da un progetto che non sente più suo. Di un partito mai nato (e che forse -anzi, quasi certamente- non nascerà mai) di cui non solo non si sente parte ma che non potrà mai guidare perché fatto ad immagine di un altro: l’amico-avversario Carlo Calenda.
In fondo Matteo Renzi ha sempre pensato di essere altro: essere un reuccio -fra l’altro- dimezzato non l’ha mai appassionato; tantomeno oggi che il terzo polo in Friuli Venezia Giulia ha ottenuto un modestissimo 2,7%. E se al partito di Calenda viene tolta la linfa vitale della vena fiorentina il destino della “plantula” centrista appare segnato.
Dunque Matteo Renzi fuori dai giochi? Assolutamente no. Dietro il passo di lato -come è stato definito da alcuni- c’è, come ha messo in guardia lo stesso neo-Direttore, l’idea di raddoppiare. L’idea di prendere le distanze da tutti, compreso (assolutamente) Calenda e lavorare, nell’ombra e con gli amici di sempre, ad un orizzonte politico nuovo.
Renzi sa bene che in Parlamento non ci sono i numeri per giochini o giochetti e il Premier Giorgia Meloni ha una maggioranza talmente forte da dormire sogni sereni nonostante le sgrammaticature, le superficialità e le astrusità di alcuni “suoi” Ministri.
Il piccolo cabotaggio non si addice all’ex Sindaco di Firenze, la posizione di Direttore di un giornale gli permetterà di distribuire sonori ceffoni e delicate carezze per ogni dove, ma, soprattutto, gli permetterà solcare -in lungo e in largo- la TV. Cosa non facile per un senatore semplice e leader, in seconda, di una forza politica.
Più che un passo di lato, quello di Renzi sembra essere un cambio di passo e chi, come si dice in Toscana, «l’ha alla banca» non stia troppo sereno.
Lascia un commento