Che per le città sia indispensabile procedere alla riqualificazione urbana ed al recupero delle periferie è ormai , almeno a livello di enunciazione, una convinzione unanimemente condivisa. Per passare dalle parole ai fatti è stato elaborato il Programma Innovativo per la Qualità dell’Abitare (PINQUA), con l’obiettivo di promuovere processi di rigenerazione di ambiti urbani attraverso proposte progettuali che attribuiscano all’edilizia sociale un ruolo prioritario.
I soggetti titolati alla presentazione di progetti, (Regione come soggetto aggregatore di comuni, capoluoghi, comuni sopra 60.000 abitanti) hanno presentato in Toscana 26 proposte che prevedevano investimenti di poco superiori a 465 milioni di euro, per i quali sono stati richiesti 362 milioni di contributi, mentre per i restanti 103 milioni sono state previste altre fonti di finanziamento, pubbliche e private. Tutti i comuni aventi titolo a presentare proposte, fino ad un massimo di tre, si sono impegnati per presentare proposte, idee progettuali, spesso men che una bozza di studio di fattibilità: unico comune capoluogo che non ha presentato proposte è Siena.
In un’ottica di “todos caballeros” – ripetendo l’esperienza del Piano periferie – quasi tutti i progetti presentati sono stati dichiarati ammissibili, per un totale di 271 proposte: le dichiarazioni di esponenti del governo e di parlamentari, rilasciate al momento della pubblicazione della graduatoria, lasciava intendere poi che tutti i progetti dichiarati ammissibili sarebbero stati finanziati.
E’ stata perciò una sorpresa quando, con decreto Ministro delle Infrastrutture del 7 ottobre scorso, sono stati assegnati 2,8 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza al finanziamento di 159 proposte presentate da Regioni, Comuni e Città Metropolitane, limitandosi a prevedere lo scorrimento della graduatoria, salvo generiche indicazioni che altri finanziamenti potranno essere reperiti per finanziare altri progetti.
Il 40% dei fondi è assegnato, in base ad esplicita riserva di legge, a progetti da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno.
Delle 26 proposte arrivate dalla Toscana ne risultano finanziate 11, per un contributo totale concesso di circa 162 milioni di euro. Sono stati finanziati i tre progetti presentati dalla Regione Toscana – come soggetto aggregatore di comuni con dimensione demografica inferiore ai 60.000 residenti – per la Media Valle del Serchio e la Garfagnana, per i comuni di Calenzano e Sesto Fiorentino, per Cascina e la cintura pisana. La costa risulta premiata con 6 progetti finanziati : uno a Massa, due a Pisa, due a Livorno, uno a Grosseto. Completano il quadro le due proposte finanziate della Città Metropolitana di Firenze.
Le residue 15 proposte risultano ammesse ma non finanziate; si tratta dei progetti presentati dalle amministrazioni comunali di Carrara (una proposta), Viareggio (una proposta), Lucca (due proposte), Pistoia (tre proposte), Prato (una proposta), Firenze (tre proposte), Arezzo (una proposta). Tra i comuni che hanno già avuto una o più proposte finanziate, attendono il finanziamento di ulteriori proposte presentate Massa (una proposta), la Città Metropolitana di Firenze (una proposta) e Pisa (una proposta). E’ ipotizzato uno scorrimento della graduatoria nazionale sulla base della posizione occupata nella lista delle ammissibili ma non finanziate, complessivamente 112.
Le proposte della Toscana non finanziate coprono in pratica l’intera lista, andando dalla posizione 5 del Comune di Pisa alle posizioni 103 e 108 rispettivamente del Comune di Pistoia e del Comune di Arezzo, tristemente a chiudere la graduatoria con i modestissimi punteggi ottenuti.
Poiché le risorse per il programma PINQUA fanno capo al relativo finanziamento del PNRR, gli interventi ammessi a finanziamento devono essere collaudati e rendicontati entro il 31 marzo 2026, (originariamente il bando prevedeva scadenze fino al 2033), pena la perdita del finanziamento stesso: sono tempi che danno i brividi sulla base della esperienza delle amministrazioni locali per la realizzazione di opere pubbliche.
Per questo motivo, i soggetti beneficiari (e quelli ammissibili non finanziati, al fine di avere un eventuale scorrimento senza richiedere ulteriore documentazione) dovranno trasmettere al Ministero, entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto, il cronoprogramma dei singoli progetti rimodulato sulla nuova scadenza per confermare la volontà di aderire al programma. In caso contrario, si provvederà allo scorrimento della graduatoria. E, ad opinione di chi scrive, il mancato rispetto dei tempi dei nuovi cronoprogrammi dovrebbe comportare addebito per danno erariale a carico di chi, amministratore o tecnico, non ha rispettato i tempi. Alla scadenza dei 30 gg– quindi entro i primi giorni di novembre – sarà nuovamente convocata l’Alta commissione per il nulla osta definitivo al finanziamento.
Un lavoro impegnativo che dovrebbe svolgersi attraverso il dialogo con i cittadini e puntare sulla attivazione di forme di partenariato con i soggetti privati, profit e non profit, per accelerare la definizione dei progetti e la realizzazione degli stessi nei tempi ristretti richiesti dalla procedura. L’esperienza dei precedenti piani complessi, PRUSST, PIUSS, piani per le periferie, non rappresenta in generale un esempio positivo, salvo rare eccezioni, per cui i PINQUA potrebbero essere l’occasione per mostrare che le amministrazioni sono capaci di “execution”, ovvero della capacità di raggiungere gli obiettivi nei tempi prefissati, e non nei tempi indefiniti nei quali, dopo un po’, come barchette di carta abbandonate in un ruscello, si perdono senza che se ne abbia più notizia.
Su questi temi abbiamo interpellato due comuni con progetti finanziati, Livorno, nella persona di Silvia Viviani, Assessore all’Urbanistica e Grosseto, nella persona di Luca Canessa, Segretario Generale del Comune
Silvia Viviani, Assessore all’Urbanistica, Comune di Livorno
- Livorno ha visti finanziati i due progetti presentati per la riqualificazione urbana. Ma i tempi sono stati ristretti a fine marzo 2026 con obbligo di revisione del cronoprogramma. L’amministrazione riconferma il progetto in toto? lo aggiusta per adeguarsi alle nuove stringenti scadenze?
Livorno conferma. Stiamo lavorando per organizzare una apposita struttura tecnica e amministrativa che ci permetta di rispettare i tempi. Stiamo rimodulando il cronoprogramma sui termini temporali imposto dal pnrr in modo da poter inviare la conferma e il nuovo cronoprogramma al Ministero
- Quale spazio hanno i privati, profit e non profit, nei due piani? Come può essere rafforzato il loro ruolo per contribuire alla realizzazione dei progetti nei tempi stretti disponibili?
Lo spazio per privati profit e no profit è ampio e comunque già definito nei nostri due programmi perché nel formarli provvedemmo a fare un avviso pubblico ai fini della partecipazione privata e poi abbiamo firmato protocolli di intesa per il partenariato finalizzato alla realizzazione degli interventi previsti nei due programmi. Stiamo verificando con tutti i soggetti il nuovo cronoprogramma e procederemo ove necessario a integrare o modificare i protocolli di intesa
Luca Canessa, Segretario generale del Comune di Grosseto
- Grosseto ha visto finanziato il progetto presentato per la riqualificazione urbana. Ma i tempi sono stati ristretti a fine marzo 2026 con obbligo di revisione del cronoprogramma. L’amministrazione riconferma il progetto in toto? lo aggiusta per adeguarsi alle nuove stringenti scadenze?
Confermeremo le tempistiche perchè il cronoprogramma prevedeva nel nostro caso già il rispetto del 2026.
- Quale spazio hanno i privati, profit e non profit, nei due piani? Come può essere rafforzato il loro ruolo per contribuire alla realizzazione dei progetti nei tempi stretti disponibili?
Per quanto riguarda il ruolo dei privati profit, è previsto il coinvolgimento di due privati interessati a completare parte dei lotti di un’area PEEP di fatto dismessa e oggetto di procedure concorsuali varie. Su una parte dei lotti è previsto l’acquisto diretto del Comune con successivo conferimento dei beni in un Fondo di valorizzazione Immobiliare. Per il resto dei lotti, come accennato, l’intervento diretto dei privati interessati, con una progettazione integrata con quella comunale. Per gli enti no profit è previsto un ampio coinvolgimento sull’animazione socio culturale mediante una serie di progetti che dovranno essere meglio dettagliati. Pur essendo i tempi molto stretti, in realtà il nostro cronoprogramma era già ab origine estremamente esigente.
Graziano Bonacchi
Un articolo di grande intertesse. Come al solito Luciano è bravo , in queste cose!