“il potere è la capacità di raggiungere degli scopi, il potere è la capacità di effettuare dei cambiamenti”
Martin Luther King
In Toscana abbiamo due aeroporti? Potremmo affermare che non ne abbiamo nessuno, quantomeno adeguato alle nostre necessità e potenzialità? Possiamo anche affermare che in Toscana non abbiamo infrastrutture che supportino i cittadini e le imprese, in un ritardo imperdonabile che ci penalizzerà ulteriormente e che non ci potremmo permettere?
Il dibattito politico locale e nazionale sul tema aeroporto Toscano ci riporta indietro nel tempo, come se niente in questo anno e mezzo fosse successo.
Discussioni che sembrano risalire a epoche passate, quando tutti noi sappiamo che il mondo non sarà più quello di prima.
Come quando acquistiamo un libro professionale, ognuno nel proprio campo. Se scritto prima del 2020 molto probabilmente non lo compreremo perché abbiamo bisogno di contemporaneità e di possibili soluzioni o esperienze che ci aiutino ad affrontare il cosiddetto New Normal. Ricerchiamo soluzioni eccellenti messe in campo dai migliori.
Da decenni assistiamo a una incomprensibile guerra tra le città di Pisa e Firenze che rischia di aggravare ulteriormente la situazione di un settore devastato dai lockdown e dall’azzeramento del traffico internazionale. Una guerra di campanile e di gruppi di interesse è l’ultima cosa che la Toscana può permettersi in questo momento critico.
Da decenni assistiamo anche alle lotte all’interno del partito di governo locale in materia di infrastrutture che riguardano la nostra regione che non hanno alcuna strategia, se non quella del totale immobilismo infrastrutturale ed economico.
Se ne discute da anni, soprattutto vicino alle elezioni.
Nessun collegamento serio e veloce tra Firenze, Siena, Lucca Grosseto e Pisa. Una città come Siena appare isolata ed è davvero difficile comprenderne il motivo. Lo stesso vale per la TAV e la Tirrenica. E intanto il gap infrastrutturale comporta che il sud della Toscana sia penalizzato in maniera importante, e così anche le sue imprese.
La mancanza di politiche orientate allo sviluppo economico della regione e l’immobilismo infrastrutturale conseguente, negli ultimi dieci anni ha fatto sì che ad oggi la Toscana non abbia reti stradali e ferroviarie adeguate, con un forte impatto sulla nostra economia.
In questi giorni però, il Segretario del partito che ha da sempre governato la Regione Toscana, Letta, ha dichiarato di pensare al potenziamento dell’aeroporto di Pisa e alla costruzione di una metro per collegare Firenze. Verrebbe da chiedergli: ma secondo lei non ci ha pensato nessuno negli ultimi dieci anni? O forse costa troppo rispetto ai benefici? O Forse bisogna chiedere aiuto al settore privato, seppur evitando di copiare il “People Mover “di pisana memoria. Risulta inoltre originale che il segretario del PD si occupi, in un momento come questo, dell’aeroporto di Firenze, non abbiamo già un Presidente di Regione che si dovrebbe occupare delle infrastrutture?
Ma è la discussione in sé che risulta ormai obsoleta. Il cambiamento della società nel post covid e durante il periodo di transizione, richiede alla politica di innovare, trasformare, pensare in modo diverso, confrontarsi con le eccellenze nel mondo, operare una vera metamorfosi.
Prima di parlare della pista di Peretola occorre chiederci cosa vogliamo fare, nel prossimo futuro, di Firenze. Il solito mangificio? Il solito turismo mordi e fuggi? I soliti monolocali a basso prezzo che portano un turismo di bassa qualità? Ribadendo l’esclusiva importanza della tassa di soggiorno?
E del sistema fieristico e di business? Chi vogliamo attrarre, con quali risorse e competenze degli operatori? Quali dobbiamo riqualificare e come?
Ragioniamo in termini più larghi. Cosa può diventare la Toscana? Quali imprese vogliamo consolidare e attrarre? Quale turismo? Quali innovazioni? Solo allora sarà facile sapere se sia meglio avere due o magari tre aeroporti (l’aeroporto stagionale di Grosseto ad esempio).
Solo allora potremo sapere se conviene avere due aeroporti simili ma che non si cannibalizzano a vicenda oppure un city airport destinato a un turismo di qualità e di business e uno anche e soprattutto intercontinentale da sviluppare e non solo focalizzato sulle compagnie low cost che in questo periodo sono quelle che soffrono di più.
La politica ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini, questa la sua mission, e per farlo deve affermare la propria Vision identificando gli strumenti più idonei per realizzarla.
In tema di infrastrutture, ma non solo, anche in tema di lavoro, di imprese, di turismo di arte e di cultura non ho mai sentito definire alcuna vision ne’una identificazione di strumenti per attuarla. Solo proclami gettati in pasto ai media durante le elezioni.
Non entro nel merito dei tecnicismi, se ad esempio la nuova pista di Peretola si possa fare o no e neppure quale ricaduta avrà sul territorio da un punto di vista ecologico o sanitario. Credo si tratti di dati oggettivi sui quali la politica deve fare delle scelte, definitive, assumendosene la responsabilità.
Inevitabile che ci siano intrecci di interessi economico – finanziari. Quale sarebbe il peccato? Sta alla politica governarli e non farsene puro esecutore o peggio obbidiente servitore.
Luigi Bardelli Bardelli
Chiedo scusa ma anche questo è un articolo…. vecchio. Oggi, per intervenire su questi argomenti, dopo tanti anni, bisogna azzardare nuove proposte. Due in questo momento. Immediato studio e realizzazione del collegamento veloce, con una tecnica per noi nuova, fra Firenze – che deve essere da tutti riconosciuto punto centrale di tutta la… rivoluzione Toscana, legittimo capoluogo, purché smettano i dirigenti fiorentini e/o regionali, di guardarsi l’ombelico- e Pisa. 9A tal fine abbiamo la fortuna di poter sfruttare il knowhow della Hitachi. Penso ad esempio ad una monorotaia veloce che dalla parte della Toscana Nord-est, colleghi le città di Firenze Prato Pistoia Lucca Pisa, e qualcosa del genere dalla parte nord-ovest.
Inoltre, il problema Firenze, punto centrale per lo sviluppo di tutta la Toscana, ha bisogno di entrare davvero nel concetto di città metropolitana, senza il retropensiero di allargarsi fino a Prato per inglobarla. L’area naturale, disegnata dall’uomo e dalla natura l’area è Firenze Prato Pistoia. E questo concetto, dopo tanti anni, si realizza cominciando da una seria e vera mobilità (non è possibile impiegare più di un’ora Pistoia Firenze per poi in un’ora e mezza arrivare a Roma).
Su una mobilità veloce e compatibile, la città metropolitana si organizza, le nuove aree di sviluppo si individuano senza..gelosie, le specificità delle diverse aree diventano ricchezza e lo sviluppo vero e compatibile diventa realtà.
Sono idee. Ce ne sono di migliori? Avanti. Ma basta con discussioni annose ed anche con le critiche alle discussioni. Proposte che si confrontano con proposte. Altrimenti perderemo anche il treno della ripartenza post-covid.
Sandra
Sarebbe bello fossero vecchie anche le critiche, purtroppo la mancanza di responsabilità’ e di visione riguarda non solo il passato, ma il nostro presente e futuro. Poi lei fornisce suggerimenti tecnici, crede che sia davvero questo il problema? Le soluzioni, se si vogliono trovare, in tempi brevi, si trovano.