Per chi volesse saperne di più rimando alla lettura dell’ utilissimo rapporto redatto nel 2020 sui rischi della presenza cinese in Italia da Giulio Terzi di Sant’ Agata e Laura Hart per la fondazione Fare Futuro, il noto think thank fondato dal Ministro Adolfo Urso.
Giorgia Meloni e la sindrome cinese
Muovendosi con accortezza e passo felpato le aziende tecnologiche cinesi sono riuscite a conservare un ruolo importante nel nostro paese e nell’ attuale fase politica stanno cercando di accrescerlo.
Dopo il mancato rinnovo dell’ accordo sulla Via della Seta il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato l’ intenzione di far visita al Presidente della Xi Ji Ping allo scopo di stabilire nuovi accordi commerciali con la Cina e promuovere investimenti cinesi in Italia.
La cornice diplomatica in cui inserire questi progetti e’ la partnership bilaterale promossa e siglata da Silvio Berlusconi nel 2004. Da allora sono passati 20 anni e molte speranze sono andate deluse per l’ involuzione politica, la repressione di Hong Kong e soprattutto i legami fraterni e sempre più stretti con la Russia di Putin che hanno caratterizzato la politica estera di Pechino negli ultimi due anni.
Per queste ragioni i nuovi accordi commerciali a cui ha fatto cenno Giorgia Meloni dovrebbero essere essere da un lato incoraggiati nell’ interesse delle nostre imprese, dall’ altro valutati con grande rigore sotto il profilo della sicurezza nazionale, magari creando una apposita task force tra Farnesina e servizi come già avviene informalmente nel settore degli armamenti.
Benissimo – ad esempio- l’esportazione di vini di qualità e di tutta la nostra filiera di eccellenze agricole e alimentari https://italian.cri.cn/2023/ 11/12/ ARTIWoejNIyFkTX61uXieXRW231112 .shtml. Altrettanto positiva é la promozione in Cina, del Made in Italy nei settori fashion e luxury, farmaceutica, industria ambientale, costruzioni, ecc. Lo stesso vale per il rilancio del turismo cinese in Italia e del turismo italiano in Cina
Problemi politicamente delicatissimi (e da sempre irrisolti) sorgono ,viceversa, nel campo delle importazioni e degli investimenti tecnologici, in particolare nel comparto delle telecomunicazioni, delle reti satellitari e dell’ universo digitale. Questi pericoli sono insiti anche in taluni progetti di cooperazione interuniversitaria e di collaborazione scientifica tra l’ Italia e il Dragone.
Il rischio da evitare ad ogni costo é chiaro: la via della Seta appena uscita dalla porta non deve rientrare dalla finestra creando in Italia una “Digital Silk Road” – che peraltro in parte già esiste – se non di nome – di fatto.
La verità é che muovendosi con accortezza e passo felpato le aziende tecnologiche cinesi sono riuscite a conservare un ruolo importante nel nostro paese e nell’ attuale fase politica stanno cercando di accrescerlo.
Mi riferisco a colossi come Alibaba, ZTE, Huwaei, HikVision, Tencent, Baidu, DJI. Quando si parla di droni, torri, router, cavi, reti terrestri e cavi sottomarini, apparati di videosorveglianza, di riconoscimento vocale e/o di immagini- per non parlare di Intelligenza Artificiale e/o Cloud Computing – entriamo automaticamente nel mondo del dual use e di conseguenza entra in gioco la Sicurezza Nazionale, come più volte ribadito dal Copasir.
Ci sono due dati di fatto su cui il Governo, il Parlamento e tutti i partiti politici dovrebbero fare piena chiarezza:
– nonostante l’ allarme specifico lanciato a suo tempo dal Copasir le forniture cinesi in Italia sono aumentate: il 51% del 5G rispetto al 41% del 4G.
– il secondo aspetto riguarda il PNNR. Tra gli aggiudicatari (supply chain dei subfornitori compresa ) ci sono aziende cinesi? E se si perché? Cito solo un caso che merita una spiegazione. E’ vero che la ZTE srl la maggiore azienda dello Stato in Cina nel settore delle telecomunicazioni avrebbe ricevuto più di 32 milioni di euro dal PNRR? Questo dato sembra emergere dai dati pubblicati on line e che sarebbe bene verificare al più presto al fine di porvi rimedio.
Un ulteriore elemento da approfondire è l’ apertura del governo alla Startlink di Elon Musk
chiaramente espressa nell’ intervento conclusivo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessio Butti alla XIV edizione del summit 360 (a cui per la cronaca ha partecipato anche Hu Kun ceo di ZTE).
Al di là della vicinanza di Elon Musk con ol Presidente Xi Jiping
l’Italia sembra dimenticare che la Cina sta conducendo una campagna globale di disinformazione – utilizzando l’ Intelligenza Artificiale – per attaccare e denigrare le democrazie e influire sulle elezioni che nel 2024 interessarono ben 76 nazioni in tutto il mondo.
Le interferenze messe in atto dal Dragone sono state puntualmente ricostruite in un rapporto redatto per il Dipartimento di Stato nel settembre scorso.
Il Viminale dovrebbe riflettere attentamente sulle conclusioni di questo rapporto in vista dellle elezioni europee del 9 giugno.
Le “ombre cinesi” , l’ eventuale arrivo di Elon Musk, l’ uso ostile dell’ Intelligenza Artificiale da parte di regimi autoritari potrebbero creare problemi inediti nella campagna elettorale per le europee esattamente come in questi giorni sta accadendo a Taiwan dove i cittadini saranno chiamati alle urne il prossimo 13 gennaio.
Per me Giorgia Meloni esagera quando
parla di impatto “devastante” dell’ Intelligenza Artificiale, ma è la sua posizione è comprensibile perché è stata vittima dei deep fake russi. Certo quanto ho raccontato sin qui basta per suggerire ai cittadini italiani di tenere gli occhi aperti e tenere alta la guardia.
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Silvano
Ma in Parlamento si è discusso del caso? Se, come suppongo, la risposta è NO!, cosa aspetta chi di dovere per porre la quetione all’esame dell’organo deputato per Costituzione?
marco mayer
hai ragione!