C’è una narrazione sulla stampa italiana – in particolare dei cantori del politically correct – che in assenza di altre prospettive vede il sol dell’avvenire spuntare sulle praterie nordamericane dove il presidente Biden, raccogliendo l’invocazione di Nanni Moretti, sta dicendo “qualcosa di sinistra” e starebbero finalmente arrivando per gli Stati uniti d’America “the days of wine and roses”.
Vista la nota propensione di quell’area politico culturale a scambiare i fari di TIR per annunci del giorno che sta arrivando, è lecito nutrire qualche scetticismo su questa narrazione, cui non vale la pena di dedicare più di tanto tempo e cercare invece di comprendere cosa pensano gli statunitensi di Biden e dei suoi primi cento giorni attraverso i risultati di alcuni importanti sondaggi condotti nella prima metà d’aprile.
I giudizi sulla azione complessiva e sui principali progetti
Il giudizio complessivo sul Presidente Biden è positivo con il 53% degli intervistati che approvano la sua azione contro il 41% che dà una valutazione negativa.
.E’ la lotta al COVID ha segnare il momento di più alto consenso per il presidente: il 72% degli americani gli assegna punteggi elevati per la produzione e la distribuzione del vaccino Covid così come il 67% approva la sua proposta di legge sugli aiuti per il COVID-19, approvata a marzo dal Congresso.
Anche il piano americano per l’occupazione ( Jobs Plan) proposto da Biden – sbagliando viene chiamato piano per le “infrastrutture” –riceve un buon consenso che tuttavia non è schiacciante, consenso che aumenta quando alle persone viene detto che sarà finanziato con tasse più elevate per le grandi società ed i ricchi: se invece il piano dovesse essere finanziato con un aumento dei pedaggi o della tassa sul gas solo 3 americani su 10 lo sosterrebbero e ancora meno (solo 2 su 10) sarebbero a favore di un aumento generale delle tasse o di un maggiore indebitamento pubblico per realizzare questo Piano.
A favore sì, ma il conto va presentato agli altri, non a noi, questo dicono i cittadini americani.
Anche lo stile di Biden è apprezzato dalla maggioranza relativa dei suoi concittadini, il 46%, mentre il 27% non lo approva ed un altro 27% è indeciso: il suo contributo al miglioramento del tono del dibattito politico (compito non difficile dopo gli anni del trumpismo ruggente) soddisfa un numero ancora più contenuto degli intervistati, il 44%, contro il 29% che nega questo miglioramento.
Resta il fatto che in termini di empatia registra buoni risultati: secondo un sondaggio il 58% degli intervistati ritiene che egli si preoccupi degli americani medi, come loro.: sono comunque minoranze forti quelle che ritengono un leader onesto, forte, che contribuisce ad unire più che a dividere.
Quello che più colpisce è il consenso di cui gode all’interno del suo partito: il 96% dei Democratici approva il suo lavoro, il risultato più alto di qualsiasi presidente prima di lui, di ambo i partiti, almeno dai tempi di Bill Clinton.
Il 46% degli americani, la percentuale più alta negli ultimi dieci anni, è convinto che stia andando nella direzione giusta, una solida base sulla quale costruire le future iniziative della presidenza.
I punti deboli
Il rovescio della medaglia del consenso pressoché unanime ricevuto dagli elettori democratici è la netta divaricazione tra gli appartenenti ai diversi schieramenti: divisione partigiana: Il divario tra l’approvazione da parte dei democratici e quella dei repubblicani per Biden è di 86 punti, un record rispetto ai 77 punti per Trump, 56 per Obama, 57 per Bush e 50 per Clinton. Anche i divari di genere e di istruzione sono a livelli record, e Biden è probabilmente l’unico presidente nella storia recente dei sondaggi a ricevere , dopo i primi cento giorni, il sostegno di meno della metà dei bianchi americani, un argomento sul quale varrà la pena di riflettere . Se queste divaricazioni persisteranno, sarà difficile per il presidente mantenere la promessa elettorale di riunificare il paese.
maschi | femmine | bianchi | neri | ispanici | bianchi laureati | bianchi non laureati | |
Approvazione piena + sufficiente | 36 | 57 | 44 | 76 | 50 | 60 | 34 |
Bocciatura piena + parziale | 50 | 35 | 48 | 9 | 36 | 34 | 55 |
Non rispondono | 14 | 8 | 8 | 15 | 14 | 6 | 11 |
Fonte: Quinnipiac Poll, 14 aprile 2021
In questi primi cento giorni il Presidente non è riuscito ad incrementare il suo consenso tra i gruppi di americani il cui sostegno gli è mancato nel 2020: tra gli elettori bianchi della classe operaia rimane bloccato attorno al 30% mentre tra gli ispanici non supera il 50%: di questi il 25% che giudica assai negativamente la sua azione bilancia quel 25% che approva fortemente.
Il Presidente non è neanche riuscito a “vendere” la sostanza della sua presidenza: appena il 44% degli americani afferma di essere d’accordo con lui sulla maggior parte o su tutti i problemi, a fronte del 54% che afferma di essere in disaccordo con lui su tutto o quasi. quasi. Il 48% degli americani pensa che stia spendendo troppo , mentre il 37% pensa che in questo stia facendo bene: le posizioni dell’ala radicale del Partito Democratico secondo cui Biden spende troppo poco riceve il consenso solo dall’8% degli americani.
Il consenso per le infrastrutture “green”, come le stazioni di ricarica dei veicoli elettrici, è assai minore di quello ricevuto dai progetti di infrastrutture più tradizionali : vale la pena ricordarlo anche in riferimento al Next Generation EU,
Da dove potrebbe arrivare l’uragano
I sondaggi indicano chiaramente che dallo scorso giugno la quota di americani che giudicano l’immigrazione illegale come un problema “molto grande” è assai aumentata, passando dal 28% al 48%: per questo il giudizio sulla gestione da parte di Biden del confine con il Messico è fortemente negativo, con soli il 29% che l’approva contro il 55% che la disapprova. Ed a questo ha sicuramente contribuito la confusa gestione da parte dell’amministrazione della questione dei rifugiati.
Come è già successo nel 2016, l’immigrazione è una questione esplosiva attorno alla quale può consolidarsi l’opposizione ai candidati democratici. Gli strateghi del Partito democratico democratici sono convinti che un buon andamento dell’economia 2022 (ed il +6,4% di questo primo trimestre è un buon viatico) eviti al partito di pagare dazio alle elezioni di medio termine, e che, in assenza un presidente Trump ad agitarla (ma sarà assente?) la questione dell’immigrazione perderà parte della sua forza. A questa convinzione degli strateghi democratici, quelli repubblicano rispondono che ,con un buon andamento dell’economia con una disoccupazione che diminuisce, l’attenzione dell’opinione pubblica, non più concentrata sulle preoccupazioni economiche, si rivolge a questioni altrimenti messe in secondo piano e quindi si concentrerà su un tema assai avvertito come quello dell’immigrazione. Riuscirà ‘amministrazione Biden ad elaborare una strategia di immigrazione che conquisti l’elettorato e ad evitare la confitta nelle elezioni di metà mandato che trasformerebbero il presidente in un’anatra zoppa? L’anno prossimo verrà la risposta a questa domanda.
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